"Dodici rose a Settembre" - Maurizio De Giovanni

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Towandaaa
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"Dodici rose a Settembre" - Maurizio De Giovanni

Messaggio da Towandaaa »

Ho letto questo libro perché il personaggio di Mina Settembre, finora apparso solo in due racconti delle antologie "... in giallo" di Sellerio, mi era sembrato non solo nuovo, rispetto agli altri dello stesso autore, ma soprattutto promettente. A lettura conclusa devo però rilevare una certa insoddisfazione.
In primo luogo mi sembra che l'autore non sia riuscito compiutamente a trasformare e riversare nel formato "romanzo" le varie componenti che caratterizzavano i due racconti. Il "salto" avrebbe dovuto implicare, secondo me, un maggiore approfondimento dei personaggi, invece essi sono rimasti ad un livello che di poco supera la macchietta e la loro definizione non è affatto progredita, anzi, al contrario, si è involuta, perché si è limitata all'insistenza su pochi tratti caratteristici, e sempre negli stessi termini.
Analogamente, anche la componente umoristica (che pure non è mai stata uno dei punti di forza dell'autore) avrebbe dovuto trovare una migliore realizzazione, un maggiore equilibrio rispetto alle altre tematiche del romanzo (il problema sociale dei maltrattamenti in famiglia e la trama gialla della serie di omicidi preannunciati da una dozzina di rose rosse). Non è riuscita invece, nella maggior parte dei casi, ad innalzarsi dal livello di forzata costruzione che non riesce nell'intento, non è quasi mai assurta, cioè, a ciò che io prediligo quando leggo pagine di commedia: trovarmi a ridere o sorridere spontaneamente senza avere, prima, l'esatta percezione che proprio lì l'autore sta cercando, più o meno faticosamente, di portarmi.
In secondo luogo ho percepito per tutto il tempo della lettura una sensazione di esagerazione: esagerati il modo e la frequenza con cui De Giovanni sottolinea la procacità del seno di Mina; esagerata l'insistenza del paragone tra le sembianze del ginecologo che lavora presso lo stesso consultorio della protagonista e Robert Redford (e sempre negli stessi termini:"le ricordò il Redford di "Tutti gli uomini del Presidente", uno dei suoi film preferiti"... ogni volta cambia il titolo del film, ma la frase rimane la stessa ... per ben 16 volte ... considerando che la filmografia di Robert Redford è molto ampia, quante altre volte ci sarà  da imbattersi in questo paragone ?); esagerata la tipizzazione  delle amiche e della madre di Mina, del portiere, del ginecologo stesso; esagerata la facilità con cui viene risolto il caso dei maltrattamenti in famiglia.
Una lettura di intrattenimento, insomma, e niente di più; ma da questo autore è lecito aspettarsi ben altro, secondo me.
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