I Viceré, Federico De Roberto

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Gahan
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I Viceré, Federico De Roberto

Messaggio da Gahan »

Pubblicato nel 1894, I Viceré è la saga di una famiglia aristocratica catanese all'epoca del Risorgimento italiano.
L'ascesa della famiglia può essere così riassunta "Quando c'erano i Viceré, i nostri erano Viceré; adesso che abbiamo il parlamento, lo zio è deputato!".
Attraverso le vicende della famiglia degli Uzeda, De Roberto mette in luce delle caratteristiche veramente negative della classe dirigente della Sicilia di quel tempo. Tutti i peggiori difetti della vecchia aristocrazia siciliana (corruzione, cinismo, avidità, aggressività...) si ritrovano nei componenti della famiglia Uzeda, i quali vengono descritti con una certa perfidia e talvolta anche con una straordinaria ironia.
Una serie di personaggi uno peggio dell'altro che rappresentano l'origine di un'intera classe dirigente e che portano alla luce la radice di alcune problematiche politiche e sociali ahimè ancora attuali.

<<Che cosa aveva fatto in otto anni di deputazione? Come un burattino, aveva alzato ed abbassato il capo, per dire sì o no, secondo gl’imbeccavano! E avesse una volta, una sola volta, aperto la bocca! Si scusava col dire che il pubblico lo sgomentava; ma la verità era che non aveva neppur un'idea in fondo alla zucca, non sapeva scrivere un rigo senza fare sette spropositi; e credeva di poter nascondere la sua supina ignoranza con l'aria di presunzione e di sufficienza! E a una bestia di tale cubatura affidavano tutti gli affari della città e della provincia, lasciavano dettar sentenze intorno a ogni sorta di quistioni: d'istruzione pubblica, di ingegneria, di musica, di marina!... Non contento di esercitare personalmente tanto potere, ficcava i suoi aderenti da per tutto perché facessero il suo giuoco.>>

Il libro è attuale anche perché si parla di epidemia di colera e nella fuga delle famiglie verso le campagne alla ricerca di isolamento, si ritrova un po' di quello che abbiamo vissuto anche noi nell'ultimo anno.

È un vero peccato che questo libro sia stato per tanto tempo sottovalutato, io stessa l'ho "scoperto" non tantissimo tempo fa, ma trovo che non abbia nulla da invidiare al "Gattopardo" o ai "Malavoglia".
Pensavo anche di metterci più tempo a leggerlo, invece nonostante la prolissità di alcuni passaggi e lo stile antiquato, le pagine sono volate.

Terminato il libro ho voluto guardare anche il film (regia di Roberto Faenza, anno 2007 con Alessandro Preziosi e Lando Buzzanca, disponibile su raiplay). La storia è ovviamente molto condensata e incentrata soprattutto sull'ultima generazione, tuttavia i punti cardine sono stati mantenuti e non ci sono stati grossi stravolgimenti nella trama.

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