T. Ciabatti, Sembrava bellezza

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francesina
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T. Ciabatti, Sembrava bellezza

Messaggio da francesina »

Se dovessi definire con un solo aggettivo questo romanzo utilizzerei il termine "disturbante".
E' disturbante l'incapacità per il lettore di capire quanto nel testo sia fiction e quanto invece sia autobiografia, ma anche la sintassi bellissima, ma anche insolita ed incisiva: ho avuto l'impressione che certe frasi fossero veri e propri graffi che la narratrice causa al lettore buttando fuori tutta la sensazione di fallimento e tutto il rancore di un'adolescenza da bullizzata e di un'adultità frustrante.
In estrema sintesi, la narratrice ritrova alla soglia della mezza età una sua vecchia amica, Federica. Ai tempi del liceo era l'amica del cuore con cui condivideva il complesso del sovrappeso, la goffaggine adolescenziale e soprattutto l'invidia mista a soggezione nei confronti di Livia, la sorella bionda e perfetta di Federica. Ma, citando il titolo, "sembrava bellezza": nel senso che non lo era realmente ed anzi la vita toglierà a Livia più di quanto la protagonista riesca a riconoscere nell'ambito della sua narrazione.
Non è un testo di trama per cui non mi dilungo oltre, è un romanzo di riflessione sull'amicizia, sul posto che l'adolescenza occupa anche negli anni successivi, sullo sfiorire della bellezza e sulla spinosa tematica della percezione di sé vs la percezione che gli altri hanno di noi.
Lo stile della Ciabatti è amaro il giusto per parlare di temi che evidentemente la toccano personalmente (anche stando al resto della sua bibliografia), ma in più punti - come dicevo- l'ho trovato inquietante. Un po' come quando si è pronti a raccogliere lo sfogo di un'amico, ma poi tutto il fiele che viene fuori, le parole di cattiveria e rabbia verso terze persone ci mettono a disagio al punto di rendere l'infelicità contagiosa, la sensazione di malessere condivisa.
E' il primo libro che leggo della Ciabatti e non mi fermerò qui: trovo sia una scrittrice a tutto tondo con un pensiero ed uno stile propri e personalissimi, una vera intellettuale quindi. Tuttavia, sarà la scarsa serenità di questo periodo, ma aspetterò prima di leggere altro di suo.
Nous habiterons une maison sans murs, de sorte que partout où nous irons ce sera chez nous- J.Safran Foer, Extrêmement fort et incroyablement près

E finalmente lui pronunciò le due semplicissime parole che nemmeno una montagna di arte e ideali scadenti potrà mai screditare del tutto. I. McEwan, Espiazione

Sempre Francesina, anche su Anobii

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