Per me è un periodo ansiogeno, così per catarsi ho voluto leggere questo libro della Bignardi di cui avevo già apprezzato "Non vi lascerò orfani".
L'ansia nel libro c'è, e un po' viene anche al lettore perché è la storia di una donna alle prese con un tumore al seno e la chemioterapia affrontata per guarirne. Tuttavia, sarà lo stile sobrio e poco votato al compiangersi, non è un testo angosciante e le riflessioni della protagonista narratrice sono condivisibili anche dalle donne che per loro fortuna non hanno dovuto passare attraverso questa dolorosa esperienza.
C'è molto spazio alla propria percezione di se', al ruolo che si dà al lavoro nella propria vita, alle dinamiche di una relazione sentimentale non più freschissima. L'ansia del titolo è quella che, un po' su base ereditaria, la narratrice provava prima della malattia e causata dalle liste di impegni da portare a termine, dalle scadenze, dalle preoccupazioni per i figli o dai giudizi sulle proprie prestazioni lavorative. Ansia che, per assurdo, scompare con la malattia, quando lei impara a concedersi ritmi lenti, una maggiore sintonia con la natura e un'amicizia speciale con un altro paziente del suo stesso reparto. Quando, più in generale e comprensibilmente, cambia il suo sguardo sulla vita e su di se'.
E' un libro tutto sommato breve e che non stravolge la vita, ma a me ha consentito riflessioni interessanti.
D. Bignardi, Storia della mia ansia
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D. Bignardi, Storia della mia ansia
Nous habiterons une maison sans murs, de sorte que partout où nous irons ce sera chez nous- J.Safran Foer, Extrêmement fort et incroyablement près
E finalmente lui pronunciò le due semplicissime parole che nemmeno una montagna di arte e ideali scadenti potrà mai screditare del tutto. I. McEwan, Espiazione
Sempre Francesina, anche su Anobii
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