E' il primo libro che leggo di Jodi Picoult e quindi non posso fare paragoni con gli altri o cercare analogie nello stile o nel modo di pensare. Mi baserò solo sulle impressioni che mi lascia questo libro, questa trama, questi personaggi e questo stile di scrittura.
Lo stile è scorrevole, se l'alternarsi dei capitoli non è proprio una novità qui viene bene a causa della trama e in qualche modo si adatta al titolo.
I personaggi sono tutti un po' troppo "spendidi", fanno solo cose giuste, generose, magnifiche, uniche. Sono un po' poco realistici. Moooolto poco.
Anche la protagonista, che si loda e si imbroda ogni pagina che scrive, anche se dalla trama risulta una svampita di ennesima categoria, anche se non fa nulla di speciale, esclusa l'intuizione sulla decorazione dei sarcofagi che la porta ad ottenere un dottorato 18 anni prima, appare molto poco realistica.
La trama...... è interessante, l'intreccio è di quelli che non si possono sciogliere: il titolo del libro parla di 2 vie, ma in realtà nessuna porta all'uscita, e tutta la costruzione che regge la trama, cioè, le 2 alternative che puoi vivere, sostenute anche dalla teroria degli universi paralleli della fisica quantistica, crolla proprio di fronte alla conclusione, che conclusione non è perché l'autrice, dopo aver creato l'intreccio gordiano, non ha il coraggio di scioglierlo e scegliere una delle possibilità, che comunque sia prevede dolore e rinuncia. Non ha il coraggio l'autrice e non lo fa avere alla protagonista, che si fa più seghe mentali di una quattordicenne davanti allo specchio.Here be spoilersE le botte di fortuna che ha questa donna, che scopre sempre iscrizioni importantissime mentre sta facendo tutt'altro!!!! Se non è serendipity questa, non so cosa può esserlo!
In effetti, verrebbe proprio voglia di ripercorrere tutta la vicenda con Dawn, ma per farle ben altre domande e farle vedere tutto da una prospettiva lievemente meno egocentrica ma più realistica.
Il più inquietante, con il suo servilismo e la sua adorazione e l'ossessione della presenza, è Brian. Siamo al limite della dipendenza psicologica. In alcuni punti, oltre il limite.
E a proposito della meccanica quantistica, da come viene trattata nel libro sembra proprio ridicola. Capisco che sarebbe stato difficile far capire ai non iniziati anche solo quanche rudimento, ma divulgata così sembra proprio ridicola.Here be spoilersQuando fa sparire le lettere di Wyatt all'inizio della sua relazione con Dawn, altro che meccanica quantistica, universi paralleli, infinite possibilità...... la sua azione scorretta forza pesantemente la situazione a suo favore. Dato che viene più volte sottolineato, come unica e abbastanza forzata scusante per Dawn, che è così prostrata dal dolore da non essere in grado di ragionare, si tratta di circonvezione di incapace. La parte meno realistica è che la protagonista resti dipendente a vita da quest'uomo.
La parte che ho trovato più interessante è quella dello scavo in Egitto (tanto criticata in molte recensioni). Dato che il figlio è egittologo, è sicuramente un settore su cui l'autrice ha conoscenze dirette e approfondite. La sabbia nei panini è fantastica
3 stelline per l'Egitto, altrimenti il mio giudizio sarebbe ben peggiore.
E con 100 pagine di meno, il libro sarebbe migliore, soprattutto la parte finale, tirata in lungo in modo sempre più ridicolo, dato che resta comunque il mistero........
Here be spoilersCome scrisse Manzoni: "e la sventurata rispose" e con quella frase finì il cammeo della monaca di Monza, con una simile finisce questo libro.