P. Cognetti, La felicità del lupo

Area dedicata alle recensioni (e conseguenti commenti) nonche' alle richieste di pareri sui libri.
ATTENZIONE: Specificate titolo e autore nell'oggetto, grazie!

Moderatori: aly24j, Therese, Marcello Basie

Rispondi
Avatar utente
francesina
Olandese Volante
Messaggi: 2461
Iscritto il: gio apr 05, 2007 2:19 pm
Località: Padova

P. Cognetti, La felicità del lupo

Messaggio da francesina »

Fausto è un quarantenne milanese confuso sulla sua professione di scrittore e con il cuore ammaccato dalla recente chiusura di una lunga relazione sentimentale. Nel tentativo di trovare un posto che gli restituisca serenità e lucidità torna a Fontana Fredda, sulle alpi valdostane, dove ricorda giorni felici passati con suo padre durante l’infanzia. Il romanzo dura un anno e ben illustra l’avvicendarsi delle stagioni: un qualcosa forse di rilievo relativo nei contesti urbani, ma centrale in montagna poiché in base a questo cambiano le professioni degli abitanti, le aperture degli esercizi e le attività da svolgere. Vi ho trovato molti temi oramai “tipici” della produzione di Cognetti, noto per la sua passione per la montagna e per la sua stessa vita trascorsa a metà tra Milano e le Alpi. Evidentemente alcuni aspetti sono autobiografici, mentre altri mi hanno ricordato moltissimo “Le otto montagne” (che però ho amato molto di più). Anche qui c’è un’amicizia al maschile ed un certo guardare alla natura per trovare insegnamenti, ma ho avuto l’impressione che alcuni temi siano qui meno approfonditi e non ho compreso la ragione di esistere di alcuni personaggi
Here be spoilers
(tipo la figlia di Santorso)
Rispetto al romanzo precedente però, fuoriescono in maniera più evidente anche gli aspetti crudeli della vita di montagna, cui a volte soccombe anche chi aveva creduto di trovarvi rifugio.
Un romanzo decisamente piacevole e ben scritto, con alcuni passaggi molto belli: a me ha infuso molta serenità, anche se ammetto che mi sarei aspettata qualcosa di più da Cognetti.
Nous habiterons une maison sans murs, de sorte que partout où nous irons ce sera chez nous- J.Safran Foer, Extrêmement fort et incroyablement près

E finalmente lui pronunciò le due semplicissime parole che nemmeno una montagna di arte e ideali scadenti potrà mai screditare del tutto. I. McEwan, Espiazione

Sempre Francesina, anche su Anobii

Rispondi