Menzogna e sortilegio, Elsa Morante

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Gahan
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Menzogna e sortilegio, Elsa Morante

Messaggio da Gahan »

È con enorme dispiacere che scrivo questa recensione, perché il libro non mi è proprio piaciuto.
Ho adorato la Morante di La storia e L'isola di Arturo, motivo per il quale sono approdata a questo mattone con l'aspettativa di immergermi in una storia avvolgente, un capolavoro che mi avrebbe arricchita e da cui avrei fatto fatica a staccarmi, invece non è stato così.
Non ho nulla da dire sullo stile della Morante, sul suo italiano perfetto. Ma quanto ai contenuti ahimè mi sono ben presto resa conto che non mi interessava niente di quello che mi stava raccontando.
Il romanzo è una saga familiare che copre un arco di tempo di circa vent'anni. La storia è narrata da Elisa che rimasta sola dopo la morte della sua madre adottiva, Rosaria, racconta la vita dei suoi genitori e dei suoi nonni. I personaggi sono crudeli, il contesto degradante e ostile, nulla nella trama invoglia a proseguire la lettura.
Per quanto si profondesse in dettagli, in descrizioni di situazioni da mille angolazioni diverse, per quanto analizzasse i pensieri dei personaggi, le loro aspettative, perfino quello che sognavano di notte, io non mi sono sentita coinvolta e spesso arrancavo sulla pagina senza vederne la fine, senza fare progressi, scoraggiata dalla lunghezza (quasi 800 pagine). Non sono riuscita a farmelo piacere nemmeno mettendomi nell'ottica di leggerlo come romanzo che mi stava raccontando come si viveva in quell'epoca... che poi quale epoca di preciso non si sa perché il contesto storico-geografico è completamente assente...
Da qualsiasi lato lo prendessi, non mi andava giù. Al primo tentativo l'ho mollato dopo 180 pagine. L'ho ripreso dopo un mese, alternandolo ad altre letture ma procedendo veramente mal volentieri.

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