La quarta verità, Iain Pears

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Gahan
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La quarta verità, Iain Pears

Messaggio da Gahan »

Il romanzo è ambientato nel 1663, subito dopo la restaurazione della monarchia in seguito alla guerra civile inglese, quando l'autorità del re Carlo II non è ancora consolidata e le cospirazioni abbondano. La vicenda ruota attorno all'omicidio di Robert Grove, ecclesiastico e professore del New College a Oxford, ed è raccontata dai punti di vista contraddittori di quattro personaggi, tutti narratori inaffidabili. Ciascuno di essi racconta la sua versione della storia sotto forma di memorie scritte molti anni dopo che gli eventi sono accaduti.
Al di là del delitto, il libro costituisce un affresco molto accurato del periodo storico in cui si svolgono le vicende: un'epoca di instabilità politica, di intrighi e di cospirazioni, un'epoca in cui l'apprendimento è ancora basato su filosofie antiche e medievali, mentre il metodo scientifico inizia a essere applicato in fisica, chimica e medicina. Siamo dunque in un contesto storico molto realista e nella vicenda compaiono diversi personaggi veramente esistiti (gli scienziati Robert Boyle e Richard Lower, il matematico John Wallis, lo storico Anthony Wood, il filosofo John Locke, la spia John Thurloe, oltre al re e al cancelliere Lord Clarendon) ma vi si trovano anche personaggi inventati, superstizioni ed elementi di fantasia. In particolare nel libro ha un ruolo fondamentale la credenza secondo la quale in ogni generazione Gesù Cristo nasce di nuovo, e in ogni incarnazione è destinato a essere martirizzato di nuovo per rinascere nella generazione successiva e così via, all'infinito.
È un libro lungo e complesso, che forse ho anche sottovalutato. Forse valeva la pena soffermarsi di più sui dettagli e magari sottolineare o mettere dei post-it, perché mano a mano che proseguivo con la lettura si faceva riferimento a particolari raccontati nelle versioni precedenti della storia che avevo già dimenticato... In ogni racconto poi, a seconda di chi era il narratore, si scendeva fin troppo nei particolari e certe cose risultavano anche poco interessanti se non addirittura fastidiose. Nel racconto di Marco da Cola ho saltato a piè pari le parti in cui si parlava di esperimenti sugli animali, nei racconti di Jack Prescott e Wallis gli intrighi politici e le questioni famigliari erano talmente complicate che a un certo punto mi sono proprio persa.
Forse la versione più scorrevole è quella di Anthony Wood che, come narratore, mi è anche risultato meno antipatico degli altri.
Infine, ho trovato interessante la storia di Sarah Blundy, personaggio di fantasia basato però su un personaggio veramente esistito: Anne Greene. Non aggiungo altro per non spoilerare...

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