"Il cliente di riguardo" - Giampaolo Simi

Area dedicata alle recensioni (e conseguenti commenti) nonche' alle richieste di pareri sui libri.
ATTENZIONE: Specificate titolo e autore nell'oggetto, grazie!

Moderatori: aly24j, Therese, Marcello Basie

Rispondi
Avatar utente
Towandaaa
Olandese Volante
Messaggi: 9298
Iscritto il: mer nov 15, 2006 2:44 pm
Località: Peccioli (Pisa)

"Il cliente di riguardo" - Giampaolo Simi

Messaggio da Towandaaa »

Avevo scritto una settimana fa, su anobii, qualche breve osservazione dopo la lettura di questo libro, in questi termini:

"Redarre".
Non me lo sarei aspettato, né da Simi né da Sellerio.
O forse invece sì, se sono stati capaci di sdoganare l'enclitica "-gli" in luogo di "loro".
Lo scempio continua.
---------
Per il resto: guizzi di malinconica ironia (che sono la componente che preferisco nei libri di questo autore) dispersi in una trama che anela a strafare. Complessivamente la mia opinione sul libro si riassume icasticamente con il detto "troppa carne al fuoco".
----------
Se non proprio tutti e quattro di seguito, raccomando vivamente di leggere questo immediatamente dopo "Senza dirsi addio", altrimenti si rischia davvero di perdere il filo della trama. Più che due romanzi, sono secondo me due tomi dello stesso volume.


Ieri mi è stata notificata una risposta da parte dello stesso Simi, eccola:

Mi spiace averle rovinato la giornata, ma nessuno di noi ha il potere di sdoganare niente. La lingua si evolve, talvolta in maniera non del tutto razionale e allora chissà, signora-mia-dove-andremo-a-finire. Sicuramente nel mondo di circolari, comunicati stampa e documenti in cui Dario Corbo vive (è lui che racconta), quel verbo scorretto è entrato in uso, su attrazione di trarre/tratto. Magari solo perché non suona male, come invece suonerebbe "esarre" da "esatto". Per questo, scrivendo e rileggendo, non mi ha fatto suonare un allarme rosso anche se la forma corretta è "redigere". Da toscano, trovo ancora inspiegabile che si debba dire "io spengo" e poi "spegnere", mentre, che so, "piagnere" è usato solo nel romanesco (e nel napoletano "chiagnere"). Ma tant'è, l'uso ha dato la sua sentenza. Poi, per carità, ognuno ha le sue idiosincrasie: a me disgusta il "piuttosto che", non più inteso come disgiuntivo, ma facendo parlare una come Maddalena Currè lo dovrei usare. Così come uno come suo padre non direbbe mai "date loro una lezione" per spaccare le gambe a un paio di tombaroli ribelli. Una prosa di timbro realista non si fa con la matita rossa e blu.
Giampaolo Simi


Ed io oggi ho commentato così:

Mi permetta di dissentire: ognuno di noi ha il potere di “sdoganare” usi scorretti della lingua madre, semplicemente riproducendoli con l’uso, e gli effetti di ciò avranno maggiore o minore portata a seconda della risonanza. Un romanzo di Simi per i tipi di Sellerio ne ha molta.
L’evoluzione è connaturata all’uso della lingua, ma è dovere se non di tutti almeno di chi la ama distinguere tra la deriva “non del tutto razionale” e quella scorretta.
Sono ben consapevole del fatto che il romanzo sia costituito dal racconto di Corbo (sono una lettrice attenta), ma il “redarre” che ha suscitato la mia disapprovazione si trova in un passo in cui lo stesso Corbo compie una lucida e ferma riflessione ex post, direi una vera e propria ricostruzione del modus operandi dell’organizzazione criminale. Pertanto è stonato il suo uso da parte di una persona di cultura come Corbo e in un contesto in cui non ci sono componenti emozionali tali da far scadere il modo di esprimersi al livello di locuzioni scorrette o gergali. Diverso sarebbe stato se il contesto narrativo fosse stato intriso di pathos, oppure se “redarre” fosse stato usato all’interno di un discorso diretto pronunciato da un personaggio di cui si vuole connotare l’estrazione culturale, il carattere superficiale, i modi sfrontati o spregiudicati. Lo avrei trovato appropriato. Un lettore esperto è conscio del potere descrittivo che ha il sapiente uso del discorso diretto. E gli esempi che lei ipotizza, in riferimento a Maddalena e al padre di lei, sono appunto esempi di discorso diretto.
Le assicuro che non mi ha affatto rovinato alcuna giornata; mi fa anzi piacere che abbia dedicato un po’ del suo tempo a rispondere ad una parte delle mie osservazioni sul suo romanzo, e la ringrazio per l’opportunità del confronto.


https://www.anobii.com/it/books/il-clie ... 718d0d1268

Qualcuno lo ha letto ? Cosa ne pensate ?
La mia libreria

La mia lista dei desideri

Towandaaa su aNobii

"Una storia che non conosci
non è mai di seconda mano
è come un viaggio improvvisato
a chilometraggio illimitato"
S. Bersani, Pacifico, F. Guccini - Le storie che non conosci (Io leggo perchè - 23 aprile 2015)

Rispondi