Autosole di Carlo Lucarelli

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Corso
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Autosole di Carlo Lucarelli

Messaggio da Corso »

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AUTOSOLE di Carlo Lucarelli
Rizzoli editore
ISBN 88-17-45037-5


Dedicato a tutti quelli che stanno in coda in autostrada :shock:


"Sin dalla copertina, illustrata da un divertente e colorato disegno del celebre Keith Haring, è subito chiaro che la storia è costruita sull'intrecciarsi dei legami tra i protagonisti: figure che si incontrano e si lasciano con assoluta casualità. Lo scenario è l'Autostrada, una qualsiasi autostrada assolata e trafficatissima del nostro Paese, in cui stanno circolando migliaia di automobili con a bordo altrettante comparse di questo squarcio di vita. Improvvisamente, la coda, una feroce, terribile coda sull'autostrada. Tutti noi sappiamo bene cosa voglia dire rimanere fermi in questo gigantesco serpente di macchine, sotto il sole rovente o in galleria, circondati da una marea immobile di altre automobili, al cui interno, altrettanto innervositi, stanchi e ansiosi, si trovano i nostri "compagni di sventura". Lucarelli ha semplicemente immaginato le storie di alcuni di questi esseri umani intrappolati. Storie drammatiche o divertenti, storie senza via d'uscita o piccoli contrattempi che presto saranno superati. In un respiro comune, che è quello dei mille e mille motori accesi, si discostano i singoli respiri dei personaggi scelti dall'autore: un rapinatore ferito in fuga, un ragazzo convinto di "avere fatto colpo" su una bella ragazza che lo fissa dalla macchina accanto, una famigliola in viaggio con un figlio terribile che ama le pistole, un camionista che nasconde un passeggero "scomodo", un finto "duro" con un cuore d'oro, un rappresentante che deve avvisare l'amante del suo arrivo in città...
Non è tanto il nome, o la personalità, che li caratterizza; a farlo sono i mezzi che stanno guidando: una Ka metallizzata, una Twingo, una 2CV azzurra, una Tipo bianca, una Fiat Barchetta, uno Scania Bianco, una Prinz verde, una Porsche metallizzata... E seguiamo le loro auto, e la loro vita, sin quando non si allontanano all'orizzonte, sin quando non abbandonano il serpentone autostradale. Dopo sarà inutile.
Un testo un po' diverso per il lettore abituale di Lucarelli, anche se comunque sempre arricchito dalle sue descrizioni puntuali e attente della realtà. Una raccolta di racconti, scritti originariamente per la rubrica quotidiana estiva de "l'Unità" e riannodati fra loro per dare vita a una narrazione omogenea."

Ecco l'inizio

Bravo azzurra. 180 km/h. Terza corsia. L'aria calda che entra dai finestrini aperti schiaccia i fogli del listino prezzi contro il lunotto posteriore ed è come avere due phon puntati contro le tempie. Lui guarda l'orologio e pensa Marangoni subito, pausa pranzo dalla Luisa e dopo Longaretti che tanto fa orario continuato.
Poi pensa: No, il pomeriggio Longaretti chiude. Allora prima lui, poi Marangoni e salta la Luisa.
Poi pensa: la Luisa.Schiaccia l'acceleratore, mentre prende il cellulare Longaretti? Mi spiace, un imprevisto...

2CV azzurra e Fiesta rossa. 140 km/h. Seconda e terza corsia, affiancate.
La radio della 2CV è fuori sintonia ed è solo un fruscio che raschia l'aria rovente a tempo di reggae. Anche lui si sente fuori sintonia ma poi la biondina nell'auto di sinistra solleva le ginocchia nude, aggancia le dita dei piedi al bordo del cruscotto e gli lancia un'occhiata che gli sembra un po' indecente. Lui pensa dai; girati ancora, poi lei si china a toccarsi un'unghietta laccata di rosso, scopre il tatuaggio sul bicipite del ragazzo che ha accanto (teschio + pugnale + scritta Natural Born Killer) e lui rallenta di colpo.

Ka argentata, prima corsia. 100 km/h,
Loro sono di quelli che non sorpassano mai nessuno. Così deve aspettare che siano gli altri a passargli davanti al mirino. Allora spara e resta a guardare le auto che sbandano sul guardrail, falciando senza pietà quelli che escono con i vestiti in fiamme. Ha tutto il finestrino spruzzato di bollicine di saliva per fare la mitraglia con la lingua ed è li che lo manda a sbattere con la fronte uno scapaccione della mamma. E basta con questo rumore che ci stai facendo diventare scemi! Con questo caldo, poi!'

Tipo bianca, adesivo "Aci? siamo amici!" un po' slabbrato sul bordo. A tavoletta, su tutte le corsie, da una all'altra. Guida tenendo il volante in basso, in modo che il gomito gli resti premuto sul fianco. Approfitta dello spessore della pistola nella cintura per schiacciare ancora di più il fazzoletto insanguinato contro il buco rovente che ha dentro. Parla da solo, strizzando gli occhi per il sudore che gli scende sulla fronte.
Dice: quella guardia giurata, minchia, manco fosse stata sua la banca!
Pullman, frigobar e tivù, stilizzate in decalcomania sulla vetrata posteriore. 9o km/h, prima corsia fissa. Lui li odia i vecchi. Tanghi, mazurke e valzer nello stereo. Aria condizionata spenta perché fa un po' freschino. E quello là che arriva traballando tra i sedili, puntuale come la morte, dopo la batteria di pentole per cucinare senz'olio.
Come va? Ma lo sa che quando cera la guerra lo guidavo anch'io un bestione così.?

Scania bianco, sei assi più rimorchio, 120 km/h, seconda corsia fissa.
Rambo? Qui Macho, mi copri? Dove hai detto che sta la Finanza?

Mercedes 5000, terza corsia. In frenata.
L'avvocato alza la testa, trattenendo i fogli che gli scivolano dalle ginocchia.
Che succede, Osvaldo, un incidente?

Luci rosse e gialle, a intermittenza, che bruscamente rallentano, scivolano piano e si fermano.
L'autostrada diventa un serpente dalle scaglie fitte, che lentamente si allunga, si stende, abbagliante di riflessi, e attende, immobile, sotto al sole, respirando piano al ritmo roco dei motori accesi.

buone vacanze a tutti :P

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vesna
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Messaggio da vesna »

anche se sto acendo indigestione di ucarei
mi intriga assai!!!!
bravo corso! :D

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-gioRgio-
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Messaggio da -gioRgio- »

Lo lessi giusto in un agosto di diversi anni fa, volo' via in mezz'ora.
Ricordo che nella presentazione c'e' scritto che si tratta della collezione di articoli scritti quotidianamente per L'Unita' in un agosto nel quale Lucarelli era stato chiamato a sostituire Michele Serra, in vacanza.
Leggero, e per niente stupido. Bello assai.
-gioRgio-

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libro lucarelli

Messaggio da annabella35 »

scusa se faccio la voce dissonante, ma a me questo argomento mi ricorda quello gia' trattato in un vecchio film con Gassman, che si intitolava "l'ingorgo"( da non confondersi con il piu' famoso "Il sorpasso"), un testo solo "da spiaggia". Appunto i disgraziati incolonnati che vanno al mare!

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Messaggio da -gioRgio- »

beh, anche se in entrambi i casi non manca la satira di costume, qui ci sono degli spunti di riflessione niente male, scritti in maniera lieve e concisa (mi viene in mente il pezzo del bambino che vorrebbe sparare per gioco al bambino down, perche' e' "diverso"... e cio' che segue), su tanti temi estremamente attuali, alcuni trattati in modo incisivo altri meno. Insomma no, non un libro "usa e getta", se e' questo che intendi per libro "da spiaggia". Certamente non un libro concettuoso o con pretese di approfondimento, ma... vale la pena leggerlo, IMHO
-gioRgio-

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Corso
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Messaggio da Corso »

concordo con Giorgio. anche se il libro si legge solo in poche ore (oggi l'ho riletto per la terza volta in due ore) il realismo pungente ed attento di Lucarelli non manca mai di stupirti, di farti notare quei particolari che magari le volte prima non avevi colto (come nei film comici che ogni volta che li rivedi ti accorgi di battute che la volta precedente proprio non ti avevano fatto ridere o non avevi colto). Sul risvolto di copertina infatti lo stesso Lucarelli dice :" Mi piace la storia del bambino con la pistola.....Ci sono molte cose che non sono quasi dette, che scopri dopo. Mi ricordo che quando l'ho scritto stavo molto attento a non dire le cose più che a dirle..."
Ecco allora che anche oggi leggendo il libro per la prima volta, ti puoi benissimo rendere conto di quella che era l'Italia del 1998, una su tutti per esempio la mani per i "gratta e vinci" o l'immancabile vizio di abbandonare i cani in autostrada o l'allora moda (ma forse anche odierna) degli incontri con ragazze dell'est tramite delle agenzie matrimoniali.
Particolari della vita di tutti i giorni che sono talmente quotidiani che alla fine non ce ne accorgiamo neanche.

ecco ricostruita (perchè in relata' nel libro, come le altre, le vicende all'interno delle varie auto, si intrecciano sapientemente come solo Lucarelli sa fare) la storia del bambino con la pistola

"Con un ultimo sospiro la galleria rovente piomba nel silenzio.
Finalmente! dice il babbo c'è anche scritto che si devono spegnere i motori! e la mamma cosa vogliono, farci morire tutti intossicati?A lui di morire intossicato non importa. Incastrato come un astronauta sul sedile di dietro, con i piedi sulla valigia delle scarpe e il fianco ghiacciato dal frigo da campeggio, punta la pistola di plastica nera sulla fila di auto ferme oltre al finestrino e si stringe nelle spalle. A lui non gli fanno niente gli scappamenti delle macchine perché tanto sa che sta per morire. Ancora un giorno, l'ultimo, e poi morirà. Rustichini Daniele gli ha fatto un colpo segreto che gli ha insegnato suo cugino di quinta e gli ha detto che è uno di quei colpi che dopo tre giorni muori. E domani è il terzo giorno.
C'è un'auto della polizia che si ferma sulla corsia d'emergenza. Due poliziotti attraversano la galleria come un fiume congelato, strisciando tra i paraurti. Hanno lasciato il lampeggiante blu acceso e il babbo ha la faccia azzurra come uno spettro quando dice vado a vedere cosa c'è, tieni qui il bambino. Ma lui, che in classe è il più piccolo di tutti, si infila la pistola di plastica nera nella cintura, sguscia veloce dietro al sedile e lo sportello e lo segue. Tanto, se domani deve morire.
I poliziotti sono attomo a una macchina bianca. Uno guarda dentro al finestrino e l'altro tiene lontani i curiosi. Il babbo chiede cosa c'è? e il poliziotto lo spinge indietro con la mano, come fa la mamma con lui quando si chiude in salotto a parlare col babbo. Allora lui scivola tra i paraurti, gira attorno alla macchina e si alza sulle punte, per guardare.
C'è un uomo, dentro, bianco bianco e con gli occhi chiusi. Ha una pistola come la sua nella cintura, identica, anche se quella è una pistola vera e sembra morto. Anche lui prova a chiudere gli occhi per vedere come si sta da morti ma li riapre subito appena sente che il poliziotto gli si è chinato davanti.
Ti senti male? Lui fa no, con la testa, no no.
Ti sei perso? No, no.
Torna dai tuoi che magari ti cercano. Si stringe nelle spalle, perché tanto.
E poi glielo dice. Quando è tornato a casa da scuola, bianco di terrore e con la mano stretta sul fianco colpito, non ha avuto il coraggio di raccontarlo a nessuno, ma a lui, forse perché è un poliziotto, forse perché si è chinato e ce l'ha alla sua altezza, a lui dice tutto, gli dice di Rustichini Daniele e del suo colpo che dopo tre giorni muori.
Il poliziotto fa una faccia strana, come se gli scappasse da ridere, ma resta serio. Dice: li conosco quei colpi. Però a noi ci insegnano anche a curarli, quando ce li fanno i banditi. Vuoi che ti guarisca? Sì, si, con la testa. Una mano sul fianco, tieni il fiato, adesso, una piccola spinta, okay, sei a posto. Che delinquente, quel Rustichini Daniele, peccato che sia minorenne.Il poliziotto si alza e il bambino è già sparito tra le macchine, così piccolo com'è. Sorride e pensando Dio, che fantasia, torna dal collega.
Ma tu guarda che sfigato, dice il collega, questo non solo scappa in autostrada e si infila in un ingorgo, ma fa la rapina con una pistola di plastica. Una pistola di plastica nera.
Piccolo com'è, scivola rapido tra le auto che tossiscono per rimettersi in moto e salta sul sedile di dietro evitando a pelo un pattone del babbo che bestemmia e dai che si riparte!
Incastrato come un astronauta tra la valigia delle scarpe e il frigo ghiacciato si sistema meglio la pistola che gli pesa fredda nella cintura e pensa a Rustichini Daniele.
Nella galleria il serpente di metallo ricomincia ad ansimare monossido, riaccende decine di occhi gialli e riprende lentamente a muoversi.
...........
Il bambino ha solo dieci anni, mala pistola che tiene in mano è una pistola vera.
C'è stato un incidente strano dentro una galleria, qualche chilometro prima, con la polizia e un uomo morto dentro una macchina. Loro, lui, suo padre e sua madre, ci sono rimasti fermi accanto, bloccati da quella coda che li fa arrancare a singhiozzo sull'autostrada e lui, piccolo com'è, ne ha approfittato per sgusciare fuori dalla macchina e cambiare la sua pistola di plastica con questa, che è più bella e sembra più vera. Però è pesante e per tenerla su deve stringerla con tutte e due le mani e appoggiarla con la canna sulla gommina dello sportello, senza farla battere contro il vetro, se no suo padre si arrabbia.
Appiattito sul sedile, le gambe piegate all'indietro e le caviglie incrociate assieme, stringe un occhio e punta le auto che gli sfilano accanto, perché lui è l'ultimo Guardiano della Terra ed è 'unico in grado di riconoscere gli agenti segreti del Pianeta Gundam. E sparargli.
Nella fila di auto che passa davanti alla sua pistola c'è un signore con il telefonino, una ragazza bionda che lo guarda come se non lo vedesse, un ragazzo con gli occhialini tondi. Poi passa un altro bambino. In ginocchio sul sedile di dietro di un'auto gialla, con le mani appoggiate al vetro del finestrino chiuso.
È un bambino come lui, ma è diverso. Ha la faccia rotonda e gli occhi più grandi, obliqui come quelli di un cinese. La bocca aperta e un filo di bava all'angolo delle labbra. Batte le mani contro il vetro e ogni tanto si blocca a fissare qualcosa, sempre con quella bocca spalancata e quegli occhi sgranati.
È diverso, quel bambino. Lui e' diverso e quindi è un nemico.
Stacca la pistola dalla gomma del finestrino e la stringe tra le ginocchia perché è dura da caricare, più dura della vecchia Fury di suo fratello grande. Tira con tutte e due le mani finché non riesce a far scorrere il carrello, come ha visto che fanno nei film per mettere il colpo in canna. Allora riappoggia la pistola alla gommina, chiude un occhio, mira il bambino di Gundam e appoggia il dito sul grilletto.
Dal sedile davanti, la voce di sua madre: però che sfortuna quella famiglia, pensa un bambino
down come quello lì.
E suo padre, al volante: perché noi non ce l'abbiamo un bambino scemo? ha dieci anni e si fa ancora la pipì addosso.
Toglie il dito dal grilletto e solleva la canna della pistola. Il bambino continua a guardarlo, poi smette di battere le mani contro il vetro e ne agita una, come per salutarlo. Ricambia, perché in fondo è un bambino anche quello, anche se di Gundam.
Poi guarda il babbo al volante, le spalle che sporgono oltre il sedile, la nuca e il suo volto girato verso la mamma. Il babbo dice se facevamo la strada normale a quest'ora e la mamma dice vuoi sempre aver ragione te.Allora lui appoggia la pistola sulle ginocchia e li guarda."
:P

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Messaggio da liberliber »

ommioddiomioddiomioddio finisce COSì? :shock:
Ho potuto così incontrare persone e diventarne amico e questo è molto della mia fortuna (deLuca)
Amo le persone. E' la gente che non sopporto (Schulz)
Ogni volta che la gente è d'accordo con me provo la sensazione di avere torto (Wilde)
I dream popcorn (M/a)
VERA DONNA (ABSL)
Petulante tecnofila (EM)


NON SPEDITEMI NULLA SENZA AVVISARE!
Meglio mail che mp. Grazie.

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Messaggio da Corso »

le vicende di questa famigliola si!! Liber, ma ti assicuro che ce ne sono altre veramente divertenti ed esileranti :P

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Towandaaa
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Re: Autosole di Carlo Lucarelli

Messaggio da Towandaaa »

Rispolvero questo vecchio thread per aggiungere la mia opinione in proposito :D

Risente della sua stessa genesi (si tratta infatti della raccolta di microracconti in origine pubblicati in serie, giorno per giorno, su un quotidiano) ma ciò non diminuisce sensibilmente il piacere di leggere questo breve libro, che ha avuto inoltre il merito, ai miei occhi, di riportarmi ai tempi in cui da bambina, per combattere la noia dei viaggi in macchina, giocavo a immaginare chi fossero e cosa facessero le persone che per qualche secondo vedevo in altre auto, attraverso il finestrino.
Insieme compongono una sorta di romanzo a puntate, dato che alcuni personaggi ricorrono più volte e dato che spesso l’incipit del nuovo racconto riprende brevemente il precedente, come a voler “riprendere il filo”. Ma anche letti a se stante dimostrano compiutezza. Quindi rimane al lettore la scelta di come considerare questa lettura.
Io ho apprezzato soprattutto il carattere della concisione, qualcosa che sento di poter paragonare al Gabriele Romagnoli di “Navi in bottiglia”, perché ogni storia ti sorprende per la capacità di accompagnarti ad immaginare quanto non detto ma lasciato intuire, per l’abilità con cui le poche parole che la compongono riescono a presentarti personaggi e storie definite, per quel quid di sorpresa che alcune riservano. E in effetti credo di aver recepito proprio l’impressione giusta, quella che era nei disegni dell’autore, dal momento che, dopo aver terminato la lettura, leggendo in seconda di copertina un “botta e risposta” su questo libro tra Lucarelli e Baricco, ho trovato questa osservazione: “Ci sono molte cose che non sono quasi dette, che scopri dopo. Mi ricordo che quando l’ho scritto, questo libro, stavo molto attento a non dire le cose più che a dirle”.
In un mega ingorgo autostradale si trovano coinvolte persone di ogni tipo: giovani, anziani, delinquenti, forze dell’ordine, professionisti, camionisti, famiglie, comitive di gitanti. Ognuno per qualche riga protagonista di una scena, se non addirittura di una piccola storia solo accennata, ognuno parte di qualcosa di più grande, consapevolmente o no, che lo lega agli altri. E per ognuno parole sapientemente scelte, ora dure ora delicate fino alla malinconia, ma sempre evocative e dense di significati ulteriori rispetto a se stesse, come l’elicottero che non fa ombra, o come l’anziano che mentre tutti gli altri, nell’autobus, guardano in avanti per cercare di capire la causa del rallentamento, guarda invece indietro perché è abituato con i ricordi.
E Lucarelli non si limita a sorprendere il lettore con trovate attinenti alla storia, scivolando a tratti addirittura nel surreale (come quando ci fa osservare che il quotidiano acquistato in autogrill porta una data successiva di molti giorni rispetto a quella del biglietto di ingresso in autostrada) ma si diverte anche a citare se stesso, mettendo in bocca ad uno dei personaggi una esclamazione di noia e insofferenza per questi brevi racconti pubblicati a puntate sul giornale.
Credo davvero che Lucarelli si sia divertito molto a scrivere queste storie; ma il risultato è stato davvero piacevole anche per me.
La mia libreria

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"Una storia che non conosci
non è mai di seconda mano
è come un viaggio improvvisato
a chilometraggio illimitato"
S. Bersani, Pacifico, F. Guccini - Le storie che non conosci (Io leggo perchè - 23 aprile 2015)

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