un film affollato di odori, colori (ancora il famoso rosso di Almodovar), case, strade, cibi, tupperware, pesi, equilibri, leggerezza, menzogne, specchi, ritorni, segreti, lacrime, risa, calore, vento, polvere, pale eoliche, musica.
un film forse "troppo" affollato, con pezzi ripresi qua e là da film precedenti, come se il regista dovesse per forza metterci dentro:
le attrici sono molto brave, anche se in passato il gazpacho era riuscito meglio; Penelope Cruz mi è sembrata forse un po' legnosa per il personaggio di Raimunda, ed è impietoso il confronto con l'assoluta carnalità di Anna Magnani mentre si pettina in sottoveste (anche se è molto bello l'omaggio a questa grandissima attrice e donna passionale in un film di donne).un tot di primi piani negli spiragli delle porte, una scena in ospedale, qualche chilo di tv spazzatura, una cantata con accompagnamento di chitarra (e certo che la paloma di Caetano era di un'altra intensità).
sul sito www.volverfilm.it è divertente leggere il diario della lavorazione.