Guida per riconoscere i tuoi santi

Certe volte, mettere in moto il cervello per immaginarsi luoghi e situazioni descritti nei libri ci sa fatica, e allora ci si butta sui film. Ma quali? "Parliamone, apriamo un dibattito!" (cit.)

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il-picchio
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Guida per riconoscere i tuoi santi

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Un film che inizia quasi “già visto”, con la banda di ragazzini che bulleggiano per i marciapiedi del quartiere di periferia (Rusty James e gli Sleepers, Noodles e Pony Boy), ma riesce a sviluppare una storia “già vista” con una sensibilità differente, in cui i personaggi di sempre (l’amico aggressivo che si mette nei guai, la ragazzina dolce e sguaiata, il padre padrone e la madre sottomessa ma consapevole) come sempre, come in ogni storia che si svolga in un qualsiasi Queens e dintorni, fanno e dicono quello che ci si aspetta ma sono inquadrati in modo diverso: non sono eroi dell’epica metropolitana ma persone brutte e stupide che parlano di niente, che usano frasi fatte e concetti banali, che agiscono in modo mediocre.
Il protagonista è costretto a ritornare nei luoghi e ai legami da cui aveva voluto fuggire e racconta la storia di tutti noi: ad ogni tentativo di cambiamento abbandoniamo qualcuno, è uno strappo doloroso, ma non lasciamo mai veramente nessuno, non c’è modo di liberarsi dei propri ricordi e dei sensi di colpa.
Lo scrittore di fama che ha raccontato in un libro la sua adolescenza è costretto a tornare a New York per rivedere suo padre e, in alcune inquadrature, il libro si sovrappone ai ricordi, rivivendo la stessa scena nella memoria e nelle pagine.

Robert Downey jr (luce dei miei occhi ambrosia dei miei neuroni e varie altre cose che una signora non dice in pubblico) si perde nel vuoto dei rimpianti e si tende per resistere al passato in modo misurato e intenso, Chazz Palminteri per una volta non fa il mafioso e crea la figura di un padre che ama in maniera opprimente e distruttiva, Dianne Wiest è il solito genio che interpreta una madre remissiva ma coraggiosa, e recita uno dei dialoghi più acuti del film.

Un film lento che richiede silenzio e cura. Parlo con voi, maledetto pueblo che ha mangiato bevuto scartocciato caramelle cincischiato giacche a vento mormorato ah oh nelle scene forti sbadigliato a squarciagola per non dire di quello che si scrocchiava continuamente la caviglia vaffanculo voi e la vostra discendenza fino alla settima generazione.
Sofferenza di pueblo a parte, siccomechè evito di leggere troppi commenti prima di vedere un film e non memorizzo mai i nomi che non conosco nei titoli di testa, solamente alla fine della proiezione ho realizzato che il regista ha raccontato la propria storia e i propri ricordi.

Alla fine ho lasciato tutto e tutti, ma nessuno mi ha mai lasciato

Titolo originale: A guide to recognizing your saints, regia e sceneggiatura: Dito Montiel, 2006
recensione e trailer
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