Zodiac

Certe volte, mettere in moto il cervello per immaginarsi luoghi e situazioni descritti nei libri ci sa fatica, e allora ci si butta sui film. Ma quali? "Parliamone, apriamo un dibattito!" (cit.)

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ciucchino
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Zodiac

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Il film racconta la storia vera avvenuta negli USA quando un serial killer che si fa chiamare Zodiac alla fine degli anni sessanta inizia a uccidere e a inviare lettere ai giornali sfidando la polizia a catturarlo. Ma non è solo la ricostruzione storica e molto accurata di una indagine che ha coinvolto 4 contee e ha monopolizzato l’attenzione e terrorizzato gli Stati Uniti: è anche l’analisi di un’ossessione che ha sconvolto la vita di tutti quelli coinvolti. In particolare 4 personaggi:
il giornalista Avery che si stordirà con le droghe e l’alcool, il detective Toschi che verrà indagato, il detective Armstrong che deluso abbandonerà la carriera nel settore crimini, il vignettista Graysmith che continuerà ad indagare quando tutti hanno abbandonato a scapito della propria famiglia.
Questa storia non ha avuto conclusione:
anche il più probabile sospettato, morto prima del processo, verrà scagionato anni dopo con la prova del DNA e a tutt’oggi non si sa quante persone ha ucciso Zodiac, chi è e se è ancora vivo.
La prima parte del film riporta dettagliatamente le indagini poliziesche e il ritmo è molto lento: noi oramai siamo abituati ai polizieschi dove con la scientifica tutto si risolve, invece allora l’indagine era puramente investigativa (ascolto dei testimoni, indagini visive sul luogo dei delitti, analisi dei presunti mitomani etc). E’ sconcertante pensare a come la tecnologia arrivasse alle impronte digitali, ma non era in grado di intercettare ad es. le telefonate permettendo a un serial killer di telefonare in diretta a una trasmissione televisiva oppure la difficoltà a trasmettere delle impronte digitali o dei documenti nell’era in cui il fax non c’era.
Nella seconda parte del film, l’attenzione si sposta sul timido e un po’ tontolone vignettista: la sua ossessione continua negli anni e lo porta poi a scrivere un libro. Perde anche la sua famiglia, ma non vuole arrendersi e vuole arrivare a guardare negli occhi l’uomo che uccide senza schemi e senza logica e si burla della polizia e dei giornali scatenando il panico nella popolazione e ispirando altri serial killer.
Il film mi è piaciuto molto anche se è forse troppo lungo: però in questo modo rende bene l’idea della lunghezza delle indagini e dell’attesa a volte inutile di una svolta. Sicuramente è da sconsigliare agli amanti di CSI, per chi si aspetta la classica indagine su un assassino o il classico film dove alla fine l’assassino viene trovato e assicurato alla giustizia.
E’ molto interessante il tema della pubblicità che si rende a un pazzo assassino: Zodiac minaccia di uccidere se i giornali non pubblicano le sue lettere deliranti e i suoi codici misteriosi. E’ giusto però pubblicizzare un pazzo? Non si rischia di incentivarlo a continuare e di spingere altri deboli di mente a imitarlo? Nel caso di Zodiac, la scelta dei giornali, in accordo con la polizia, è stata la pubblicazione: questo però ha comportato la diffusione del panico tra la popolazione e l’emulazione, difatti ad oggi non è possibile sapere con esattezza quanti siano stati gli omicidi di Zodiac.
Questo assassino è inquietante ed è l’incarnazione di un incubo proprio per la sua imprevedibilità: non uccide secondo schemi, ma sembra farlo solo per un piacere personale e per mettere in scacco la polizia. Essendo così imprevedibile, tutti si sentono in pericolo e temono che possa essere chiunque, magari il proprio vicino di casa o il tranquillo passante che incrociamo per strada.
L’impossibilità di identificarlo infine ci rende deboli e insicuri di fronte al male e alla sua imprevedibilità.
"I libri li rubavo. I libri non dovrebbero costare nulla, pensavo allora e penso ancora oggi".
(Pascal Mercier, "Treno di notte per Lisbona)

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