Luca Mastrantonio per "Il Riformista"
L'aggettivo che ricorre con più insistenza nella prosa scritta, orale e cinematografica di Alessandro Baricco, che ne descrive la poetica, è "pazzesco". Ogni storia che racconta è una storia "pazzesca", anzi "passesca", come dice lui, con uno strano "azzento" bolognese, anche se lui è torinese. "Pazzesco", in Baricco, è qualcosa di bello alla follia, di straordinario, di meraviglioso. Non potendo dire apertamente che quello che fa è geniale, lui dice che è pazzesco. E a volte ha ragione. Prendete il film "Lezione 21", in sala dal 17 ottobre. Davvero è una cosa pazzesca. Per il cinema. Vi ricorda qualcosa l'aggettivo pazzesco al cinema? Esatto: una boiata pazzesca!
Una boiata che "acchiappa", che sa generare meraviglia, che è originale, con un tratto inconfondibile, un pizzico di follia... Ma pur sempre una boiata. Anzi, una "bariccata pazzesca". I primi venti secondi del film sono bellissimi, un sogno funebre di eleganza bergmaniana, poi la storia continua ad andare avanti e indietro come un dondolo vuoto e nel finale si salva.
Perché? Perché finisce. Il suo unico pregio è di riuscire a finire quando veramente non ci si sperava più.