Il film di Diritti prende posizione su una delle stragi naziste del 1944: Marzabotto. Un film corale in dialetto bolognese strettissimo sottotitolato, la prospettiva degli umili senza rancore, tutta rivolta al futuro da ricostruire.
Il suo sguardo estetico mi ha tanto ricordato un capolavoro bistrattato dalle ideologie del cinema impegnato e dai revisionismi : La notte di S. Lorenzo, dei fratelli Taviani. Le affinità sono molteplici: un racconto infantile su una strage di civili perpetrata nel terribile anno di occupazione tedesca delle campagne tosco-emiliane, quella storica linea gotica.
Lo sguardo puro di una bambina muta conduce in questa recente pellicola a guardare da vicino il sangue e la terra impastati, quelle case diroccate che sono tutto quello che resta per ricominciare. Nel più visionario e poetico film dei Taviani invece il racconto della bambina diventata madre, come in un sogno, riviveva quei momenti terribili e magici insieme della sua infanzia, cullando ora di quei ricordi il suo bambino "che verrà uomo" .
Non c'è affondo nel sangue, non si indicano colpevoli, né si cerca il riscatto...bhè nel film dei Taviani la guerra del grano degli eroi omerici e il duetto con i fascisti bastardi padre e figlio ricordano certo la guerra di civile che si è consumata in quegli anni nell'Italia divisa nella Repubblica di Salò e che oggi si vuole forse superare con l'oblio. Nel film di Diritti i partigiani sono invece degli imbranati del paese, che si dividono rovinosamente a un certo punto in chi non ne vuol sapere di politica e resta a farsi ammazzare lì intorno alle campagne o assiste impietrito agli eccidi, e chi si spinge più a nord a cercare le altre brigate...
Entrambi i film però trattano della strage civile con un'analoga sensibilità. La bomba piovuta nel caos degli spostamenti di truppe occupanti e di liberazione - americana, oggi si può dire - sui civili radunati in chiesa a S. Martino e la chiesa violata dei paesi bolognesi intorno a monte Sole si accostano a un tema importante: la fede, o una più laica speranza in un mondo migliore a partire dal ricordo di ciò che è stato per ricominciare a guardare un futuro di pace nella consapevolezza che la guerra è la cosa più brutta che c'è!!
Nel film di Diritti c'è una frase terribile, monito per ogni domani:
"Siamo come ci hanno insegnato a essere. E' una questione di educazione..." pronunciata dal tenente nazista che ha ordinato l'eccidio dei civili nei ciminiteri, ai bordi delle strade... Massima allerta dunque a tutti gli educatori, in primis ai genitori, se oggi ancora esistono!!
L'uomo che verrà
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Re: L'uomo che verrà
Anche a me ha colpito tantissimo quella frase....e mi ha fatto pensare ad un altro film,"Il nastro bianco "di Haneke, i cui bambini protagonisti, sottoposti ad una educazione formalmente repressiva da parte di adulti che predicano ma non praticano una rigida morale, diventeranno nel terreno fertile della Repubblica di Weimar i futuri nazisti...(Un po' OT: sul tema dell'educazione e delle idee che portarono alle stragi nazifasciste e' tra l'altro molto interessante l'introduzione di Giuseppe Dossetti al libro "Le querce di Monte Sole" di Luciano Gherardi (da cui prende ispirazione il film). Non sono brava nei rissunti, potete trovare il testo
qui).
La speranza in un un mondo migliore la colgo nel titolo,
Un film che rimanne nel cuore.
qui).
La speranza in un un mondo migliore la colgo nel titolo,
, ma mi sembra che Diritti relativamente alla fede sia cupo, vediHere be spoilersnella sopravvivenza di Martina e del suo fratellino
.Here be spoilersla scena in cui i santi, prima protettori della casa e della famiglia, vengono sepolti, perche' non hanno "salvato"
Un film che rimanne nel cuore.
Re: L'uomo che verrà
non mi è capitato spesso di uscire dal cinema con le gambe molli... stavolta sì
..."E’ stata la nuova manifestazione di una malattia autoimmunitaria, generata dal nostro stesso organismo culturalmente pigro, che sempre preferisce affidarsi al “salvatore” e all’ “imbonitore” anziché cercare di salvarsi da solo, uno per uno, e poi insieme, nella faticosa e spesso ingrata diligenza del quotidiano."... (V. Zucconi)
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Re: L'uomo che verrà
Hai proprio ragione...entrambi i registi (i Taviani e Diritti) si dimostrano molto attaccati al paese, al mondo rurale. In questo senso la "fede" mi sembra espressione mistico-carnale della fede nella terra-madre, capace di rigenerare. Così anche il "futuro" è molto concreto: il bambino cullato in braccio (scena chiave in entrambi i film).maddap ha scritto:La speranza in un un mondo migliore la colgo nel titolo,, ma mi sembra che Diritti relativamente alla fede sia cupo, vediHere be spoilersnella sopravvivenza di Martina e del suo fratellino.Here be spoilersla scena in cui i santi, prima protettori della casa e della famiglia, vengono sepolti, perche' non hanno "salvato"
Un film che rimanne nel cuore.