mi sa che lancio un C^3
I cento anni della Olivetti. Alle radici di un sogno affidato a Laura Curino e Gabriele Vacis.
Il nome Olivetti è da sempre legato al design italiano del XX secolo: basti ricordare la mitica "Lettera22", la macchina per scrivere che accompagnava i grandi giornalisti, su tutti, Indro Montanelli.
Ma Olivetti è stato anche sinonimo di industria dal volto umano.
Laura Curino e Gabriele Vacis nel 1996 dedicano al fondatore dell’azienda Camillo un monologo (trasmesso anche sulla RAI due anni dopo) per “sollecitare la memoria”, per ricordare un uomo che è stato, usando le loro parole, “pioniere, inventore, anticonformista capriccioso e geniale” e che ha saputo creare un’Azienda solida mettendo i bisogni dei suoi operai in primo piano.
Ora, a cento anni dalla fondazione della Olivetti di Ivrea (29 ottobre 1908), lo spettacolo torna sui palcoscenici per continuare a parlare di questo passato che, purtroppo, non è più.
Per farlo, la Curino dà voce a due donne vicine a Camillo: la madre, Elvira Sacerdoti, e la moglie, Luisa Revel, “protagoniste silenziose della formazione, e realizzazione, del sogno olivettiano”.