Non chiedermi come sto ma dimmi cosa c'è fuori - Testimonianze di giovani malati di tumore
Dalla seconda di copertina:
Chi si iscrive?Il 13 Novembre 2006, presso il Centro di Riferimento Oncologioco di Aviano (PN), viene innaugurata l' "Area Giovani", un progetto multidisciplinare dedicato agli adolescenti e i giovani malati di tumore che corona quello che, per tanti anni, era stato solo il sogno di alcuni medici pediatri ed operatori dell'Istituto Oncologico. Quattro stanze a misura di adolescente, colorate e contraddistinte da quattro immagini fantastiche che campeggiano sulle loro porte: un leone per la stanza arancio, un sole per la stanza gialla, un albero per quella verde, Nettuno per quella azzurra. Una stanza rosa completa questa zona: è uno spazio dedicato agli incontri, agli amici, allo svago. Lungo il corridoio quadri, pupazzi e poltroncine per i pazienti. Nel salone una libreria si riempie via via di letture per i più piccoli e per i giovani adulti. Poi col tempo arrivano le videocassette, i DVD e una psotazione internet aperta a tutti. Prende forma, così, un'Area dove i protagonisti indiscussi sono i giovani ospiti segnati dalla malattia oncologica.
In ogni stanza e nel corridoio vengono collocati dei diari: una sorta di invito ai ragazzi a lasciare un ricordo di sè attraverso scritti, pensieri, poesie, lettere nelle quali esprimere sensazioni, angosce, paure, ma anche momenti di felicità e soddisfazione quando il male viene domato e sconfitto. Dopo due anni, i medici e gli operatori del CRO hanno letto i quaderni e raccolto i "fiori" che in essi sono sbocciati. A questi scritti hanno affiancato quelli delle mamme, degli amici, degli operatori, quelli indirizzati direttamente ai dottori, gli SMS arrivati ai loro telefoni, i messaggi spediti ai loro indirizzi e-mail. Ne è nato un volume di testimonianza, reso vivo e "parlante" dalle straordinarie foto di Attilio Rossetti ai giovani ricoverative dai fantastici disegni di Ugo Furlan.
Il libro è dedicato a tutti coloro che hanno coraggiosamente lottato e ce l'hanno fatta, ma soprattutto a quanti hanno sopportato in silenzio e con grande dignità la malattia e le cure, per volare sempre più in alto

Roppa
Francesina
Celesteathena
Éowyn
Fabiana

Lilachwisper
Aly24j
BC.com
PS. Io al CRO ho svolto il mio tirocinio, ma solo nei laboratori di Ricerca. Non sono forte abbastanza (o forse lo sono, ma ancora non l'ho scoperto) per dedicarmi a chi soffre: già incrociare un piccolo di 3 anni nei corridoi, calvo e con la flebo appesa ad un braccio, mi faceva stringere il cuore. Non so se ce l'abbia fatta o "se è volato sempre più in alto"; so solo che davvero al CRO cercano di fare miracoli e sono contenta che sempre più spesso ce la facciano a compierli
