Nella nuova versione è comparsa anche la rubrica daevitare che dedica il suo primo articolo di questo numero al bookcrossing.
Riassumendo all'estremo: il bookcrossing è da evitare perché se il libro è brutto non c'è motivo di infliggerlo all'umanità, se è bello è sbagliato sacrificarlo.
Dato che personalmente ho un buon giudizio del Giudizio, ho mandato questa mail:
L'articolo al momento non è online ma la rivista è in tutte le edicole. Se riesco, lo posto nei prossimi giornime ha scritto:Amici di Giudizio universale, innanzitutto complimenti per la nuova vesta grafica e la riorganizzazione della rivista.
Scommetto che all'inaugurazione della nuova rubrica vi sarete chiesti quale "da evitare" avrebbe suscitato più accalorate mail di protesta. Non credo che il bookcrossing sia in grado di competere con il frico, che conta sicuramente più estimatori, ma un piccolo parere dissonante ve lo esprimo lo stesso.
L'articolo non contiene inesattezze di fatto, ma credo che non colga alcuni punti di vista che costituiscono il motivo per cui molti, me compresa, praticano il bookcrossing.
Certo, liberare un libro che si ama non è affatto facile, ma nessuno ha mai detto che si debba svuotare la propria libera per fare bookcrossing. Le città sono piene di bancarelle che permettono di acquistare ottimi libri a poco prezzo (anche nuovi). A differenza di quanto pensano alcuni editori, i bookcrosser (o bookcorsari) di libri ne comprano un sacco.
Che poi qualcuno ne approfitti per svuotare la cantina, è inevitabile. Cose che capitano in ogni buona famiglia
Sindrome da bici gialle? Un generoso e sospetto altruismo?
I bookcorsari di tutto il mondo, attraverso internet, seguono il destino del libro. Sanno perfettamente che saranno pochi quelli la cui vita sulle strade proseguirà.
Lo fanno lo stesso, lo fanno per i motivi più disparati. Perché credono che ogni 100 libri liberati nasce un nuovo bookcorsaro, perché giocano con il caso, perché pensano che il vicino canaglia o sua moglie, magari quel libro lo leggeranno e se è un libro davvero buono, cambierà qualcosa nel loro modo di vedere il mondo.
Infine, sempre sulle bici gialle: in molte città europee il sistema funziona. Da qualche parte bisogna pur iniziare no?