il congiuntivo: una battaglia persa?

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il congiuntivo: una battaglia persa?

Messaggio da liberliber »

riporto sotto l'articolo di Severgnini, la cui spiegazione sulle cause della (eventuale) sparizione del congiuntivo mi sembra interessante: per quanto mi riguarda, lotterò fino in fondo contro questo triste avvenimento ;)

dal corriere.it:
ANTEPRIMA Esce il nuovo libro di Beppe Severgnini. Un ironico viaggio all’interno del nostro modo di parlare e scrivere
L'italiano, manuale contro i misfatti verbali
Per riabilitare una lingua bistrattata

Il congiuntivo è morto, dicono. Omicidio, suicidio o evento accidentale? Nessuna di queste cose. Credo si tratti della conseguenza logica di un fenomeno illogico. Sempre meno italiani, quando parlano, esprimono un dubbio; quasi tutti hanno opinioni categoriche su ogni argomento (vino e viaggi, case e calcio, sesso e sentimenti). Pochi dicono: «Credo che col pesce si possa bere anche il vino rosso». I più affermano: «Credo che col pesce si può bere anche il vino rosso» (poi ordinano Tavernello bianco frizzante).
La crisi del congiuntivo non deriva dalla pigrizia, ma dall’eccesso di certezze. L’affermazione Speravo che portavi il gelato non è solo brutta: è arrogante («Come si permette, questo qui, di venire a cena senza portare il gelato?»). La frase «Speravo (che) portassi il gelato» è invece il risultato di una piccola illusione, cui segue una delusione contenuta e filosofica. Accade, nella vita, che la gente dimentichi di portare il gelato.
Il momento difficile del congiuntivo ha anche una concausa: la fretta con cui scriviamo. Solo così si spiega questo lancio dell’Ansa del 14 giugno 2007, dove si attribuisce ad Al Gore un periodo ipotetico quanto meno avventuroso. «Stiamo di fronte a un’emergenza planetaria — ha spiegato. — La calotta polare potrebbe sparire in 35 anni e se consentissimo che avvenissimo, ci sarebbero conseguenze così incredibili da distruggere le nostre categorie di giudizio».
Ma la crisi del congiuntivo — ripeto — ha un’origine chiara: pochi oggi pensano, credono e ritengono; tutti sanno e affermano. L’assenza di dubbio è una caratteristica della nuova società italiana.Afuria di sentirci dire (dalla pubblicità, dalla televisione, dalla politica) che siamo belli, giusti e simpatici, abbiamo finito per crederci.
Chi esprime cautela (e usa il congiuntivo) rischia di passare per insicuro. Non da oggi, a dire il vero. Ricordo l’esame per diventare giornalista professionista, a Roma. Vivevo a Londra, in quel periodo; e durante la prova orale iniziavo ogni risposta con «Credo che sia...», «Misembra si tratti...» L’esaminatore s’è irritato: «Smetta di dire "credo..." e "mi sembra..." Le cose le sa o non le sa!». Gli ho risposto: «Vivo in un Paese dove dicono I believe... (io credo) anche prima di comunicare l’ora esatta: l’orologio potrebbe essere fermo».
Mi rendo conto d’aver sbagliato. Gli orologi degli scongiuntivati vanno sempre. È la testa, ogni tanto, che si ferma. Qualcuno penserà: allora l’affermazione «Penso che Luca è un somaro» è scorretta! No, è corretta. In questo caso, «io penso» equivale a «io so» (cui segue, ovviamente, l’indicativo). «Penso che Luca sia un somaro» lascia aperta la possibilità che Luca non lo sia. «Penso che Luca è un somaro » smette di essere un’ipotesi, e diventa una constatazione: Luca ha dato prova di tutta la sua somaraggine, e non è più lecito dubitarne.
Chi altri è autorizzato a ignorare il congiuntivo? Vediamo: Dante e Cipputi, per esempio.
Inferno, X, 54: «Credo che s’era in ginocchie levata»; XIII, 25: «Cred’io ch’ei credette ch’io credesse».
Paradiso, II, 60: «Credo che fanno i corpi rari e densi»; XXVII, 35: «E tale eclissi credo che ’n ciel fue»; XXXIII, 92: «Credo ch’i’ vidi».
L’Italia di Cipputi, pagina 212: «Come classe operaia ci snobbano alla grande, Cip»; «Te l’avevo avvertito, Lambrazzi, che se ci facevano entrare al club era per criticarci i calzini».
La scelta dantesca mi è stata spiegata da Francesco Sabatini dopo una visita alla Crusca: «Le mando uno spiedino di indicativi per congiuntivi nei nostri santi padri: non "sviste", ovviamente, ma cedimenti all’uso parlato, tendente alla semplificazione morfosintattica (che avrebbe fatto altri passi già prima di ora, se l’italiano si fosse diffuso ampiamente per tempo)».
L’abitudine di Cipputi è illustrata invece da Edmondo Berselli nell’introduzione dedicata all’eroe di Altan: «... abbiamo tutti alle spalle questa lingua italiana di fabbriche e di classi popolari, che ricorda le case di ringhiera e i casermoni delle periferie, che distorce e sbaglia i congiuntivi canonici, ma segnala una cultura che ha capito i processi di omologazione della modernità e si rifiuta di accettarli nonostante le lezioni televisive ».
Convincenti entrambi, direi. E, in modi diversi, premonitori. Giorgio De Rienzo, autore di Scioglilingua. Guida alla grammatica italiana (2006), ammette: «L’uso la vince sempre nella lingua: congiuntivi e condizionali avranno vita breve». A questa profezia aggiunge però una preghiera: «Sarebbe bello tentare di resistere per restituire al nostro tempo, tutto proiettato (apparentemente) su ciò che è oggettivo e reale, il molto che è invece soggettivo e possibile». Come dire: il congiuntivo è malato, ma per il funerale c’è tempo.
Ho assistito alla Giornata dell’Orientamento all’Istituto Luca Pacioli di Crema, la mia città (...). Ero in un’aula, seduto dietro al solito banco acquamarina, che è il colore dei ricordi per milioni di noi. Stavano parlando tre ex alunne, ora ventenni: Laura, che lavora in un’assicurazione; Simona e Alessandra, impiegate come programmatrici in azienda.Aun certo punto, sono rimasto di stucco. Laura ha detto: «Non pensavo mi assumessero...». Simona ha spiegato: «Se non avessi studiato qui...». Alessandra ha concluso: «Spero che quello che ho appena detto vi abbia interessato». Sbalorditivo: tre italiane su tre che usavano i congiuntivi.
Ora, io non vorrei sembrare snob, né pedante come i vecchi professori di liceo (che nostalgia; non se ne può più di tutta questa gente interessante). Ma vi assicuro che se quello fosse stato un colloquio di lavoro, le avrei assunte tutt’e tre.
Beppe Severgnini
28 agosto 2007
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fuocoblu
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Messaggio da fuocoblu »

questa teoria si accorda perfettamente con la mia osservazione del fatto che in tempi in cui il relativismo culturale viene spesso additato come il male che avanza, l'avverbio più utilizzato sia "assolutamente".
gli italiani non hanno più dubbi o possibilità, ma solo certezze, assolutamente all'indicativo.
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annanda
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Messaggio da annanda »

Ciao, sono una delle tante italiane che adora il congiuntivo e lo usa nel 70% dei casi. Nel restante 30, mi sento parlar buzzurra e inorridisco :roll:
Mi irrita non sentir usare il congiuntivo a dovere, dalla mia linguaccia e da quelle altrui. :evil:
Segnalo anche un altro aspetto dell'italiano che ha un uso zoppicante: quanti di voi corsari "del Nord" usa e sente usare il passato remoto a dovere?
Al Sud, invece, non solo è usato, ma spesso abusato.
Povera Italia, povero italiano (parlato e cittadino) :lol:

sì, ammetto di aver riletto questo post 3 volte nel timore di sbagliare uno o più congiuntivi :mrgreen:
Gli errori in questo post sono dovuti alla SDM(Sindrome da Dito Mauco)

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lupurk
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Messaggio da lupurk »

quoto annanda in toto...mi consento "licenze poetiche" solo in rare occasioni, e ad ogni modo so di sbagliare...è già qualcosa, no? :P

quoto anche il discorso sul passato remoto, anche se, in quanto nordica, proprio non riesco a inserirlo nelle frasi :lol:

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GaliAnna
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Messaggio da GaliAnna »

Idem come sopra...o quanto meno ci provo a far sopravvivere la lingua italiana parlata e scritta (non per il passato remoto...non ce la posso proprio fare!).

Ma che mi dite del povero futuro anteriore??? Di lui nemmeno si piange la scomparsa!!! :eyes:
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lizzyblack
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Messaggio da lizzyblack »

Per quanto possibile, cerco sempre di correggere e correggermi :wink: Certo, a volte è proprio dura, mi chiedo "ma non lo senti che quel verbo, così, sta malissimo???" :P
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ciucchino
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Messaggio da ciucchino »

quanti di voi corsari "del Nord" usa e sente usare il passato remoto a dovere?
sui congiuntivi cerco di non sbagliare, ma confesso di non usare mai il passato remoto :oops:
E' molto interessante la motivazione di Severgnini sulla perdita del dubbio e sulla certezza che sembra dominare ogni pensiero: mi mette tristezza l'idea che non si abbiano più dubbi ma solo certezze perchè si rischia di non voler neanche sentire le motivazioni di un altro perchè non interessano. E io, che sono senpre piena di dubbi, mi sento sollevata all'idea che forse non è poi una cosa così malvagia dubitare spesso delle proprie sicurezze. :oops:
Lottiamo per salvare il congiuntivo :wink:
"I libri li rubavo. I libri non dovrebbero costare nulla, pensavo allora e penso ancora oggi".
(Pascal Mercier, "Treno di notte per Lisbona)

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Gerardina
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Messaggio da Gerardina »

Io da buona toscana uso il congiuntivo al 100% e sono orgogliosa di farlo così come sono orgogliosa di usare parole desuete ma che per fortuna in Toscana sono di uso comune (vedi: codesto).
Mi rendo conto di condurre una battaglia persa quando cerco di correggere chi no lo usa e di solto vengo verbalmente aggredita.
Ma io non demordo e spero solo che prima o poi qualcuno si senta Ignorante almeno per un attimo.

Non uso vocaboli ricercati nè faziosi, anzi parlo come una scaricatrice di porto della peggior specie, ma il congiuntivo, tra una parolaccia e l'altra non manca mai :mrgreen:
<< Ma il segreto è non pensare.>>

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Miss Piggott
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Messaggio da Miss Piggott »

Sono terrona, e non uso il passato remoto... 8)
Ho frequentato per anni quasi solo meridionali (ho studiato alla Sapienza, in cui il massimo del settentrione che arriva è la Toscana) e mi sento di dire che il passato remoto è abbastanza in disuso anche al sud ormai.
Prevale sicuramente nel dialetto (ma non in tutti. In quello del mio paese - sono siciliana - non c'è preponderanza del passato remoto sul passato prossimo, vengono usati entrambi), forse nell'italiano di persone di una certa età.
In 28 anni ho sentito usare il passato remoto correttamente in frasi tipo "Coi miei andammo in Grecia quando ero piccolo", solo da 3 persone: 2 napoletani e un siciliano...
Io personalmente lo uso pochissimo, e devo ammettere che è un tempo verbale che mi pice proprio poco, a differenza del congiuntivo...
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Miss Piggott
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Messaggio da Miss Piggott »

Piccolo aneddoto culturale riguardo al congiuntivo. Ero in Spagna a marzo, facevo un corso di spagnolo e ripassavamo i congiuntivi.
Non riuscivo a capacitarmi del fatto che con i verbi di opinione, nelle frasi affermative, lo spagnolo richieda l'indicativo.

La mia insegnante mi chiedeva perchè mi suonasse strano. Se tu lo credi... mi diceva, lasciando ad intendere che non c'era motivo per cui voler usare il congiuntivo. E io insistevo sul fatto che quel che uno crede non necessariamente corrisponde a una verità, e non diventa certezza solo perchè io lo credo.
A quanto pare, nella lingua spagnola si è raggiunto questo livello di certezza nell'espressione delle proprie opinioni molto prima di noi. :wink:
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ilmagodilussino
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Messaggio da ilmagodilussino »

credo proprio che sii una buona battaglia!
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Messaggio da Remedios »

Anche io uso il congiuntivo al 70%... il resto dei casi, beh, a volte è proprio una questione di certezza, anche se schifosamente sgrammaticata!

Essendo nordica di genitori siculi, il passato remoto lo uso solo a volte, per descrivere azioni veramente lontane nel tempo. Ovviamente gli amici nordici sfottono, ma a me viene naturale!

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annanda
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Messaggio da annanda »

Altro appunto sul congiuntivo: a furia di sentirli sbagliati, tendo a sbagliarli pure io. Spesso quando ne sento uno sbagliato lo correggo mentalmente(portassiportassiportassi il gelato), per ricordarmi/convincermi della forma corretta. :lol:
Malditissimi sbagliatori di congiuntivi!
Mi inquinano la mente...come fossi una fumatrice passiva di congiuntivi errati! :evil:

Inoltre, ci sono forme che "a orecchio" mi suonano peggiori di altre: possibile?
Es. "mi pare che ti fai vedere di rado da queste parti" mi pare meno orribile di "credevo che andavi in piscina la sera".
Remediaos ha scritto:gli amici nordici sfottono
eh, l'istinto di sfottere c'è...ma basta pensare che è la forma corretta e che siamo noi i caproni, per farselo passare :lol:
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Messaggio da lupurk »

c'è anche da dire che alcune forme di congiuntivo sono proprio brutte...e che in alcuni casi usando il congiuntivo non si capisce a che persona ti riferisci :roll:


una cosa completamente OT, ma che mi sono sempre chiesta...perché non esiste la forma "sto stando"?? in alcuni contesti servirebbe proprio una costruzione del genere, piuttosto che il generico indicativo "sto", eppure per il verbo stare non esiste! perché questa discriminazione?

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tostoini
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Messaggio da tostoini »

Io mi inchino, severgnini ha colto una questione nodale a cui non avevo mai pensato, ma che a leggerla sembra veramente il nocciolo della questione.
Devo avere quel libro.
(anche perché sono una maestrina dalla penna rossa nell'animo, che però fa orripilanti errori di apostrofi al posto di accenti, il che mi fa sentire fortissimamente in colpa..)
°se cerchi TESTUGGINE sono io,era il mio vecchio nick° °b-shelf°°blog°°la chat di bc-italy°°ml bookcrossing_sardegna°

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Messaggio da etnagigante »

Penso che sono assolutamente d'accordo con voi :P
E inserisco un'altra consuetudine sicula (non mi esprimo su o in altri "dialetti):
Nel dialetto siciliano, oltre a non esistere il futuro non esiste nemmeno il condizionale, per cui la frase
"Se avessi soldi comprerei ..."
diventa
"Su avissi soddi m'accattassi ..."
Quello che succede è che capita di sentir usare eccessi di condizionali invece dei congiuntivi per paura di sbagliare ad usare l'italiano :-)
I miei conterronei :-) peccano di eccesso di zelo

Baciamo le mani
A valle, tra masse ebre, la nera, l'accesa d'ira Etna ti moveva; l'Etna gigante, lave vomitante. Arida secca l'arena, l'erbe essa martellava.

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Messaggio da liberliber »

lupurk.
sto stando è OR-RI-DO! fammi un esempio di indispensabilità di questa frase :P
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fammi un esempio

me lo son chiesta anche io :lol:
mi sono immaginata una che mi trucca e mi dice "stai ferma, STAI FERMA!" e io "ma io STO STANDO FERMA!"
In effetti è orrido. "Io sono ferma" mi pare sufficiente.

Però a lezione di yoga: "Hai gli occhi chiusi?" "sì" "Stai meditando?" "sì" "Stai stando ferma?" "sì"
chiedere solo "sei ferma" non rende altrettanto. Stai stando prevede un atto di volontà. Però è orrido.
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lupurk
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al momento non mi vengono, ma giuro che ce ne sono :P
appena me ne viene in mente una vi renderò partecipi :lol:
che sia orrido comunque sono d'accordo :wink:

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Conf
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Messaggio da Conf »

"sto stando" fu la mia risposta alla mia insegnante di elettronica alle superiori, una napoletana, alla domanda "stai stando attento ?". :|
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