Mantova 2008: chi c'è?

Volete dire a tutti che c'e' un'appuntamento o un'iniziativa IN UNA DATA PRECISA (o un periodo di tempo), perchè tutti riescano a leggere subito? Ecco il posto!
ATTENZIONE: NON mettete qui annunci che non abbiano date, verranno spostati!

Moderatori: -gioRgio-, vanya

Rispondi
Avatar utente
ciucchino
Olandese Volante
Messaggi: 3660
Iscritto il: ven mar 14, 2003 9:00 pm
Località: Torino
Contatta:

Mantova 2008: chi c'è?

Messaggio da ciucchino »

ci sarà qualcuno dei bookcorsari al Festivaletteratura di Mantova?
e a quali eventi intedete partecipare?
"I libri li rubavo. I libri non dovrebbero costare nulla, pensavo allora e penso ancora oggi".
(Pascal Mercier, "Treno di notte per Lisbona)

Immagine Immagine

Avatar utente
mikime
Corsaro Nero
Messaggi: 1127
Iscritto il: ven apr 28, 2006 3:05 pm
Località: Roma
Contatta:

Messaggio da mikime »

Io vorrei tantissimo, ma 100 euro di treno per andare e tornare in un solo giorno sono troppi!! (E l'ipotesi di restare pagando pure un albergo...no comment) :cry:
Però chi può vada, non perdetevi Jeanette Winterson (anche nella sezione per bambini) e Jonathan Safron Foer, tra gli altri!!! E poi fatemi sapere com'è stato. Così vi invidierò ancora di più! :uaah!:

Miki
The quickest way to intimacy is not to share a bed or a holiday, but to share a book.
--
I don't see the point of life if there is nothing to read.
--
We write from our wounds – our strength is that we write at all.

-JEANETTE WINTERSON-

ATTENZIONE: Cambio di indirizzo. Mandatemi un messaggio prima di spedire qualsiasi cosa.

bookcrossing

Avatar utente
liberliber
amministratrice ziaRottenmeier
Messaggi: 20395
Iscritto il: mar ott 22, 2002 11:02 am
Località: Milano
Contatta:

Messaggio da liberliber »

purtroppo me lo son perso anche quest'anno, ma come consolazione ecco un bellissimo articolo di Erri de Luca che esprime esattamente cosa ho provato quando sono riuscita ad andare a Mantova:

dal Corriere.it:
Perché ai lettori non bastano gli «scritti»
La parola ascoltata misura la gratitudine
Il Festival di Mantova ingrandisce tutti i particolari dell'impatto tra scrittore e lettore. È un vagare da zingari

Scrivere storie nella nicchia dei muri domestici, tra i rumori sospesi e poi trovarsi scaraventati in piazza: il contraccolpo, seppure lusinghiero, scombina le carte. Uno scrittore fuori della sua scrittura è un forestiero, sbanda e fa attrito col mondo. La presenza di persone venute ad ascoltarlo aumenta la sua responsabilità verso di loro: deve valere la pena del loro spostamento. Il Festival di Mantova ingrandisce tutti i particolari dell'impatto tra scrittore e lettore. Intanto dà alla testa più di un litro di rosso tracannato in fretta: la città si riempie di lettori, diventa un municipio del libro. Piazze, vicoli, cortili ospitano incontri a garganella, più di un centinaio in pochi giorni. Ci si sposta a piedi, unità di misura di ogni avvicinamento. I più celeri si permettono la bicicletta. Ci si incrocia così tutti insieme al pianoterra della città, senza pulpiti e ribalte a separare uno scrittore dalle persone.

Si usa dire che a Mantova un autore incontra il suo pubblico. È un'espressione che fa rabbrividire. Tra scrittore e lettore non esiste il pubblico, quello di un concerto, di uno stadio, di un film. Tra quei due c'è invece il più esclusivo rapporto di uno a uno, che dura finché dura la lettura. Si scrive e si legge da soli. A Mantova scintillano per contatto le due intimità, si guardano negli occhi. A volte non si riconoscono, a volte si emozionano a imbattersi. Mantova è un acceleratore di particelle solitarie che vanno all'incontro, alla collisione, al sottobraccio di una fotografia. Aiuta allegramente una folla di giovani volontari in maglietta blu, che smista i flussi, conduce per mano a destinazione, che è un piccolo destino. Esiste un popolo di lettori migratori che dai punti più sparsi dell'orizzonte si dà appuntamento a Mantova per deporre le uova dell'autunno, i libri che si schiuderanno nei nidi di ognuno. Ma perché i lettori non si fanno bastare gli scritti e bussano esigenti anche agli orali? Un po' perché c'è un'urgenza, uno spasmo di farsi raccontare delle storie. Ma di più perché nei paraggi nostrani la parola pubblica si è deprezzata.

Quella politica, quella economica, sono pubblicitarie: hanno smesso di portare conseguenze. Non devono più corrispondere a un risultato, a un fatto, a una previsione. Più volatili degli oroscopi, le parole pubbliche non valgono il peso dell'aria che le porta. Allora c'è un'urgenza, uno spasmo della parola privata che porta responsabilità della storia che racconta, narrativa, poetica o teatrale che sia. La parola a Mantova torna ad avere peso specifico, a mantenere quello che promette, a dare consistenza all'ascolto. È un ascolto che non si misura sugli indici di gradimento, ma sulla gratitudine. A Mantova non c'è industria del libro, non è mercato o fiera, è una passeggiata tra la gente del libro, chi lo scrive, chi lo stampa, chi lo legge. Non dà appartenenza: si è migratori, al posto delle ali volano gli occhi sopra i continenti delle pagine, di numero smilzo o monumentale come il prossimo di Mauro Corona, più di ottocento pagine scritte con il coltello più che con la penna. Si è zingari a Mantova in settembre, sulla soglia di autunno, di ritorno da una stagione in fiore, come le cicogne. In musica si chiamerebbe «adagio» l'aria che si respira per le vie del festival, mentre il sole si abbassa a celebrare l'equinozio, un pareggio provvisorio tra la luce e il buio.

Erri De Luca
02 settembre 2008
Ho potuto così incontrare persone e diventarne amico e questo è molto della mia fortuna (deLuca)
Amo le persone. E' la gente che non sopporto (Schulz)
Ogni volta che la gente è d'accordo con me provo la sensazione di avere torto (Wilde)
I dream popcorn (M/a)
VERA DONNA (ABSL)
Petulante tecnofila (EM)


NON SPEDITEMI NULLA SENZA AVVISARE!
Meglio mail che mp. Grazie.

Rispondi