Enrico Solito, Carlo Lucarelli e Tecla Dozio a Pontedera

Per discutere degli incontri passati, presenti e futuri, ufficiali, ufficiosi, informali, estemporanei e/o anarchici, compresi i C^3 (ovvero i "chi c'è c'è"), in Abruzzo, Marche, Toscana e Umbria.

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TierrayLibertad
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Enrico Solito, Carlo Lucarelli e Tecla Dozio a Pontedera

Messaggio da TierrayLibertad »

Riporto una mail che mi è appena arrivata:
IV FESTIVAL ORME GIALLE

PONTEDERA (PI)

Giovedì 5 febbraio, ore 21.30

Sala "A. Carpi" , via Valtriani n.20 - Pontedera

"Le storie e la Storia: Il nuovo romanzo giallo"

TECLA DOZIO
(della Libreria del Giallo di Milano)

conversa con

ENRICO SOLITO e CARLO LUCARELLI

ENRICO SOLITO è nato a Roma nel 1954. Pediatra e neuropsichiatra infantile, vive ed esercita la professione in Toscana. E' membro di varie associazioni scientifiche e dell'Associazione Sherlockiana Italiana "Uno Studio in Holmes" per la quale cura la rivista "The Strand Magazine". Ha scritto, oltre a numerosi libri e articoli di carattere medico, moltissimi racconti apocrifi con Sherlock Holmes protagonista raccolti nei seguenti volumi: "Uno Studio in Holmes (Biblioteca del Vascello, 1995), "I Casi proibiti di Sherlock Holmes" e "Sette Misteri per Sherlock Holmes" (Hobby & Work, 1998 e 2000) ed una enciclopedia holmesiana insieme a Stefano Guerra "I 17 Scalini" (Bottega delle Meraviglie, 1998). Nel 1997, con il racconto "La Sindrome di Caino" ha vinto il premio letterario "Palazzo al Bosco".

All?ombra del pino Maggio 1881. E una notte di tempesta quando l'ex garibaldino Benedetto Cairoli si ritrova con una pistola alla tempia. Chi lo minaccia è Anna, una vecchia popolana di Trastevere. Ma la donna vuole solo costringerlo ad ascoltare una storia. E questa storia narra di un diabolico caso criminale, risalente a trent'anni prima. Febbraio 1849. Subito dopo la nascita della Repubblica Romana, Ermanno, giovane patriota toscano, assiste involontariamente al primo di una lunga serie di omicidi. Da quel momento si ritrova al centro di un intrigo infernale, costellato di morti, inganni e viltà. Mentre le truppe francesi incombono sulla Repubblica, Ermanno lotta insieme ad Anna e Checco per smascherare un colpevole insospettabile.


CARLO LUCARELLI è nato a Parma nel 1960 e vive a Mordano, in provincia di Bologna. È un personaggio complesso, accattivante, misterioso come i suoi libri. Ha pubblicato molti romanzi, tra cui "Indagine non autorizzata" (Mondadori 1993, premio Tedeschi per il miglior giallo inedito), "Il giorno del lupo" (Granata Press 1994, Einaudi 1998), "Via delle oche" (Sellerio 1996, premio Mistery 1996), "Almost Blue? (Einaudi 1997), "Autosole" (Rizzoli 1998). ?Febbre Gialla? (EL), ?Nikita ?(EL),?Il Trillo del Diavolo? (EL), ?Compagni di Sangue? (Le Lettere, Rizzoli),? Medical Thriller? (Einaudi 2002) con Eraldo Baldini e Giampiero Rigosi. Misteri d'Italia - i casi di Blu Notte (Einaudi 2003). ?Serial Killer - Storie di ossessione omicida?, (Mondadori 2003) con Massimo Picozzi. ?Il Lato Sinistro del Cuore?, (Einaudi 2003).

Lucarelli è un personaggio che non annoia e che non si annoia; le sue attività, infatti, sono molteplici: è scrittore, membro dell'Associazione Scrittori Bolognesi e della sezione italiana dell' AIEP (Associazion Internazional Escritor de Poliziaco), fondata a Cuba da Paco Ignatio Taibo II; è creatore del Gruppo 13, che riunisce tutti i giallisti emiliano-romagnoli, e anche commediografo, giornalista di cronaca nera, sceneggiatore di fumetti e soggetti per videoclip (uno di Vasco Rossi porta la sua firma e ha la regia di Roman Polansky).

Lucarelli non solo è uno dei più noti scrittori noir italiani, ma deve la sua popolarità anche alle trasmissioni televisive sui grandi misteri irrisolti della cronaca nera italiana del dopoguerra, (Mistero in blu, diventata in seguito Blu notte e tuttora in onda, con il titolo Blu-notte-Misteri d?Italia). Carlo Lucarelli cura, intrigante già nella grafica, una rivista telematica, «Incubatoio 16», di letteratura in embrione. È docente di scrittura creativa alla scuola Holden di Alessandro Baricco a Torino e nel carcere Due Palazzi di Padova. La sua tesi di laurea era incentrata sulla polizia della Repubblica di Salò.

Ha partecipato alla sceneggiatura del film Non ho sonno di Dario Argento ed è stato uno degli autori del recente programma di Celentano ?25 milioni di c.....e?. Da un suo racconto, ?La tenda nera?, contenuto in Nero italiano, è stato tratto uno sceneggiato con Luca Barbareschi e, da ?Almost Blue?, Alex Infascelli ha tratto il film omonimo. ?Lupo mannaro?, invece, è diventato un film di Antonio Tibaldi.


Intervista a CARLO LUCARELLI

Stamattina ho comprato il tuo nuovo libro, Il lato sinistro del cuore.
Nella prefazione tu accenni a qualcosa che mi sembra strettamente legato al mestiere dello scrittore, cioè alla compagnia aerea che ti commissiona il racconto. Un aspetto, quello del lavoro su commissione, che normalmente il lettore medio ha difficoltà a immaginare. Perché ancora oggi resiste quest?immagine quasi romantica dello scrittore?

[Ride] Perché noi stessi diamo sempre quest?impostazione romantica. Ma in realtà non è così. Ciò non vuol dire che lo scrittore debba essere da noi quello che, spesso, è negli Stati Uniti. L?idea del ?professionista all?americana?, del tecnico della scrittura, è sbagliata, non è esattamente questo il nostro modo di vedere. D?altra parte è sbagliata anche l'idea dello scrittore romantico, che scrive esclusivamente sotto l'Ispirazione, che più è difficile, più è individuale, meglio è. Non è vero. Esistono anche i narratori di storie, che siamo noi, un insieme di queste due cose.
La tecnica è importante, ma lo sono anche i motivi per cui racconti, cercando di fare letteratura. C?era un grande narratore, Giorgio Scerbanenco, che diceva: Per scrivere basta averne voglia, come stirare: se non ne hai voglia lo fai male, se ne hai voglia lo fai bene.
Questa affermazione contiene l?idea che lo scrittore pensa sempre allo scrivere, non si siede e all?improvviso viene colpito da un fulmine. In tutta la tua vita, più o meno, pensi a delle storie e molte volte lo spunto ti può arrivare da qualunque parte.
Come è legittimo che, chiacchierando qua, uno di voi racconti un fatto e questo mi faccia venire in mente una storia che poi scriverò, allo stesso modo è legittimo che ci sia qualcuno che te lo chieda. Arriva e ti dice: ?Vorresti scrivere una storia sui pesci?? Tu non ci hai mai pensato prima ma, se fa parte delle tue cose, se ce l?hai in testa, allora racconti una bella storia sui pesci; che te l?abbia commissionata qualcuno non fa nessuna differenza. Se non ce l?hai in testa e la scrivi lo stesso, sarà una brutta storia sui pesci. I racconti sono quasi tutti su commissione, perché è raro che ci si svegli la mattina e si scriva un racconto, hai sempre delle limitazioni. Se partecipi a un concorso ti devi attenere ad un genere e ad un numero di battute; se ti chiede qualcosa un giornale non puoi consegnare 100 pagine.
Molte volte questo avere dei paletti stimola la fantasia, è come se ti chiedessero qual è il film più bello che hai mai visto... sarebbe difficile rispondere. Se ti chiedessero invece qual è il film di fantasmi più bello che hai visto, sarebbe più facile: avresti il ?territorio di caccia? in cui andare a cercare la più bella storia di fantasmi che ti viene in mente.
Molte volte, il fatto che venga imposto un paletto indirizza la fantasia su una strada; l?importante è che uno sappia qual è il finale a cui arriva la sua fantasia.

Si sceglie il genere che si scrive? E tu, hai scelto di scrivere gialli?

No, io credo di no. Non lo scegli. E? come per il lettore, che non sceglie il genere di libri che gli piacciono. Scegli i libri che vuoi leggere, però non scegli il genere che ti piace. Dopo un po? che leggi ti accorgi che preferisci una storia ad un?altra e, se poi ti chiedono perché, puoi anche metterti seduto a razionalizzare. Puoi dire che ti piace il modo in cui viene raccontata, che ti piace la sensazione che ti dà o che in questo momento ritieni importante sentirti raccontare certi argomenti.
E? identico per chi scrive. Dopo un po? che si scrive ci si accorge di scrivere determinate cose. Quando ci si ferma a pensare perché quelle e non altre, ci si risponde che si amano quelle storie, che in questo momento il noir, il genere serve a raccontare la realtà? e a quel punto la domanda non è più ?perché scrivo quel genere là??, ma ?perché non scriverlo??. Lo stesso discorso vale anche per i concorsi. C?è un molta gente che fa tutti i concorsi. Io non farei mai un concorso, che so, di racconti d?amore: non mi vengono in mente, non saprei come farli, non sono adatto. Però, l?avrete visto anche voi, ai concorsi arriva una quantità enorme di roba e di alcuni ti chiedi proprio perché l?hanno fatto.

Dietro i suoi romanzi c'è un grande lavoro di ricerca?
Di solito prima di iniziare a scrivere vado in biblioteca e comincio a leggere tutte le collezioni di giornali degli anni che mi interessano. Trovo così una miriade di informazioni, dai programmi radiofonici ai consigli di moda, dalle pubblicità alle notizie varie, leggo tutto. E la mia ossessione è scoprire quanto costava il caffè a quel tempo, ma non ci riesco mai.

Ma come "nasce" il Carlo Lucarelli scrittore?
Come molti, forse si potrebbe dire come quasi tutti. A scuola ero bravo in italiano e amavo scrivere di ogni argomento. Diciamo, senza false modestie, che la parola è un attrezzo che ho sempre saputo usare bene. Insomma, ho fatto pratica di scrittura dai quattordici ai trent'anni, cimentandomi un po' con tutti i generi, compresi i romanzi di guerra e le commedie teatrali. Ero convinto di avere nella penna delle storie che sentivo mie e che nessuno aveva ancora scritto. Poi, ho avuto anche l'occasione per dedicarmi a tempo pieno ad una di queste.

In che modo?
Partiamo da un fondamentale presupposto. Per chiunque voglia scrivere, a mio giudizio, sono assolutamente indispensabili tre requisiti: primo, avere la conoscenza della tecnica per farlo, cioè "saperlo fare"; secondo, avere una storia interessante da raccontare; terzo, disporre del tempo necessario per farlo. In quegli anni, ho avuto finalmente questa terza possibilità grazie all'università. Mi sono infatti laureato in Storia contemporanea discutendo una tesi incentrata sulla vicenda di un commissario di polizia che, negli ultimi giorni della Repubblica Sociale, si trova alle prese con un caso intricato e, soprattutto, deve compiere delle scelte cruciali anche di natura politica. Proprio questa storia ha costituito l'ossatura di "Carta bianca". Diciamo che ho scritto il mio primo romanzo rubando molto tempo alla tesi. Ma penso che ne sia valsa la pena.

Ma i giallisti, quando entrano nel bar e scrutano il barista, o quando leggono un trafiletto curioso sul giornale, immaginano cose o storie?

Assolutamente sì. Ma lo fanno tutti gli scrittori. I giallisti in particolare, credo.

E? una fortuna o una condanna?

Tutte e due. Ti porta a vivere le cose sempre in maniera mediata: lo scrittore è una persona che va in un posto e se non può raccontare quel che ha visto, non ci andrebbe.

E? una dote innata o no?

Sì, è l?unica parte di vocazione, di talento di questo mestiere, la capacità e la voglia di tenere gli occhi e le orecchie aperte, l?unica cosa che devi avere dentro. Il resto è mestiere, tecnica, italiano, studiare, tutte altre robe. Ma se non sei portato a questo, probabilmente non ti viene neanche in mente di fare lo scrittore.

Quali sono gli elementi distintivi del noir? E, secondo te, esiste il delitto perfetto?

Sulla struttura del noir abbiamo studiato in tanti. Ci siamo chiesti cosa fosse davvero questa cosa che chiamavamo "giallo" ma che lentamente ci si era trascolorata in mano, andando dal nero al rosso del sangue. Ci siamo risposti che alla base di questa struttura c'è innanzitutto un elemento: il mistero. Su questo mistero va costruita una suspense, un'aspettativa. Con quale ritmo è difficile dirlo: sta un po' nel sangue dello scrittore. E' lui che sente quando si può ancora tirare la corda, e quando invece sta per spezzarsi: allora la tensione va risolta, e si arriva al colpo di scena. Mistero, suspense, colpo di scena: alla fine è questa la struttura basilare del romanzo giallo, hard boiled e poliziesco. Non è poi neanche necessario che l'elemento del mistero sia sempre e soltanto un delitto: uno dei racconti più belli premiati al Mystfest di Cattolica ruotava intorno alla scomparsa di un portafoglio: ma la suspense era quella giusta. Esiste il delitto perfetto? Direi di no. Non esiste delitto che non possa essere scoperto su base razionale e con i mezzi del progresso scientifico e tecnologico. Il delitto perfetto di oggi può non esserlo più domani. Se invece per delitto perfetto si intende il delitto che nei fatti rimane impunito, allora, purtroppo, esiste e come.

Il suo libro Il lato sinistro del cuore è una raccolta di racconti. Tenta un genere per lei inedito?

È vero che si tratta del mio primo libro di racconti. Ma diciamo che il racconto è un genere parallelo a quello del romanzo, almeno per me. Ed è un genere che ho sempre praticato, che mi permette di condurre sperimentazioni di vario tipo, magari in vista di ulteriori sviluppi, per esempio in un romanzo. I racconti contenuti nel Lato sinistro del cuore li ho iniziati a scrivere nel 1989. Ne avevo a disposizione 113 e ne ho scelti 53 per la pubblicazione.

L'INCIPIT:
"Iniziare un nuovo romanzo non mi crea difficoltà. Soffro piuttosto di una crisi di rigetto il terzo giorno: rileggo e mi sembra di aver scritto solo sciocchezze. Il quarto giorno passa. E ritorna la voglia di continuare."

LA FINE:
"La scrivo e poi rimango male. Mi commuovo e nello stesso tempo sono angosciato. Ho nostalgia. Provo quello che provano i lettori dopo un libro cha hanno amato. Stavo bene lì dentro."


TECLA DOZIO Editor e consulente di autori e case editrici, eccezionale talent scout, organizzatrice di incontri, conferenze, dibattiti e presentazioni in Italia e all'estero, nonche` preziosa redattrice di gialloWeb. Tecla Dozio e` una delle principali artefici del successo del giallo italiano ed e` soprattutto la titolare della Sherlockiana, la Libreria del Giallo di Milano, tempio della narrativa di genere italiana e straniera, dove e` possibile trovare anche i volumi più rari. Punto di ritrovo di autori, editori e vari addetti ai lavori, come anche di semplici appassionati.
Caminante, son tus huellas
el camino y nada más;
caminante, no hay camino,
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(A. Machado)

Se parlassi le lingue degli uomini e quelle degli angeli, ma non avessi l'amore, sarei come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna.

«Bisogna essere molto pazienti», rispose la volpe.

Se dici qualcosa che non offende nessuno, non hai detto niente
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saturniana
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Messaggio da saturniana »

:arrow: TyL, tu ci sarai?? :wink:

Un carissimo saluto
M.
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TierrayLibertad
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Messaggio da TierrayLibertad »

Ahimè, no :cry:

Ciao
TyL
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lisolachenonce
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Re: Enrico Solito, Carlo Lucarelli e Tecla Dozio a Pontedera

Messaggio da lisolachenonce »

Riporto su questo vecchissimo post perché parla di Carlo Lucarelli e del suo personaggio "il commissario De Luca" anzi riporta un'intervista dell'autore a proposito del personaggio ed in p'articolare del colume "Carta Bianca", il primo scritto da Lucarelli.
Stranamente, le avventure di De Luca non sono scritte in ordine cronologico rispetto ai fatti che narrano, quindi "Peccato mortale" pubblicato nel 2018, racconta fatti antecedenti a "Carta bianca".
L'ambientazione è quella del periodo di guerra, subito prima e subito dopo l'armistizio dell'8 settembre '43, nella Bologna occupata dai tedeschi, nel caos del crollo del potere centrale. Il dramma di De Luca sta tutto lì, nel dover svolgere il suo lavoro di poliziotto al servizio dello stato in un momento in cui lo stato "non c'è", in cui prevalgono i motivi politici, in cui la contingenza della guerra rende quasi incomprensibile, ai più, l'incaponirsi a cercar di risolvere un caso di delinquenza comune.
In "Peccato mortale", De Luca scopre invece un grosso traffico di droga in cui sono coinvolti gerarchi fascisti e nell'ultimo rigurgito di potere della neo costituita "Repubblica Sociale", i criminali riescono a far sospendere De Luca dal servizio. Tutto sembra quindi perduto nel momento in cui ogni casella dello schema ha trovato la sua connessione con le altre...... ma pur di risolvere il caso, De Luca commetterà un "peccato mortale"....
Sullo sfondo, i crimini di guerra, i crimini dei fascisti ormai con l'acqua alla gola, la descrizione spietata della "bestia umana" che rispunta fuori ogni volta che le circostanze permettono l'allentarsi delle regole del viver civile.
C'è tanto nel ciclo di libri del commissario De Luca, oltre la "storia gialla"
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