Editoria

Se volete parlare seriamente di qualcosa che non è presente in nessuna delle altre aree e/o volete dare un annuncio generale a tutti per una cosa importante, questa è l'area appropriata.

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Joglar
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Editoria

Messaggio da Joglar »

... pensando alla mia futura carriera nel mondo del lavoro ( :roll: ), ed essendo alquanto indecisa e confusa in merito (diciamo che la Moratti, con i suoi stramaledetti tagli alle ore di storia dell'arte nei licei :evil: :evil: :evil: , mi sta facendo desistere dall'idea di tentare la strada della professoressa morta di fame - tutti coloro che sono professori in genere mi dicono che è un lavoro ingrato), ho pensato proprio all'editoria, ma non so nulla dell'iter da seguire per entrare nel campo... qualcuno di voi ne sa di più?
Il mio lavoro ideale sarebbe leggere i manoscritti degli emergenti e decidere se mandarli in stampa o meno - insomma, chi non vorrebbe essere pagato per fare ciò che più gli piace? 8) - ma non so né se questo comporti un effettivo impiego, né come si definisca un "lettore preliminare" di questo tipo... e neanche, naturalmente, come contattare una casa editrice (dando già ottimisticamente per scontata una mia eventuale laurea in lettere e filosofia - a meno che non i siano altre facoltà più indicate per chi abbia un progetto come il mio)... insomma, la mia ignoranza anela a qualunque delucidazione in merito :wink:
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lizzyblack
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Messaggio da lizzyblack »

Ti parlo da assoluta inadepta, e quindi spero di non scoraggiarti. Ma ho seguito l'iter di una carissima amica che ha tentato ogni via (legale :wink: ) per entrare nell'editoria... In mano una laurea di traduttore (3 lingue), preso presso una scuola ambita in cui è difficile entrare ed altrettanto uscirne. Una bellissima tesi ed una capacità linguistica non indifferente. Totale, alcune case editrici non le hanno nemmeno risposto, altre le offrivano lavori di segretariato.. L'ho vista molto delusa, scoraggiata..

Vorrei, invece, che tu non ti scoraggiassi. Se in testa hai questo, fai di tutto per realizzare il sogno. Ma ti consiglio, con tutto il cuore, di puntare su una laurea più specifica. Purtroppo è un problema attuale il fatto che le lauree umanistiche creano molta competititività per l'alto numero di laureati. Ora che le lauree triennali ti offrono una vasta scelta, valuta attentamente. Hai tante possibilità, anche altre vie, universitariamente parlando.

In bocca al lupo!!
Liz

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vesna
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Messaggio da vesna »

entrarci come tradutrice l'unico modo è tradure tradure tradure autori ancora non trodotti e mandare il proprio lavoro alle case editrici. solo i miegliori rimangono e di solito vengono pagati con cifre da fame. raramente tradutori sono solo tradutori. anche gente di altissimo livelo che magari traduce conrad per einaudi alla fine fa anche il professore di lingue.
entrarci come editor/agente letterario è ancore piu difficile. o conosci qualcuno (e li come in ogni altro lavoro) o sei dotato veramente con discretto "culo". raramente case editrici si rivolgono alla gente da loro non totalmente scelta e rivoltata come un calzino. (nel senso buono).
non ce un iter istituzionale da seguire ma potrebbero essere molto utili corsi che organizzano le case editrici come marcos y marcos , minimum fax , o scuole di scrittura creativa come puo' essere scuola holden (che pero' io sconsiglio per le rete assurde che chiede).
è un modo per capire in effeti se è proprio quello il lavoro che pensi ti piaccia :-D.
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"Da un certo punto in avanti non c'e più modo di tornare indietro. È quello il punto al quale si deve arrivare."
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lizzyblack
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Messaggio da lizzyblack »

Ah ecco, Vesna mi ha fatto venire una cosa in mente!
Effettivamente ti converrebbe vedere se veramente ti piace fare questa cosa, visto che sei ancora giovane e, immagino, un po' confusa... Ho fatto un corso di scrittura creativa presso il Comune di Milano, ed ho saputo che ne hanno fatto un secondo livello. Non ti rilascia chissà che, ma ti apre un po' gli occhi, e la tessera è a livelli accettabili :wink: Nel caso ti interessi, ti posso cercare il link! :yes!:
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Marcello Basie
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Messaggio da Marcello Basie »

chi non vorrebbe essere pagato per fare ciò che più gli piace
ehm... temo sia proprio quello il punto: tutti vorrebbero essere pagati per fare cio' che si ama fare, purtroppo ho come il sospetto che pagare uno stipendio serva a far fare i lavori ingrati, perche' quelli graditi li si fa gratis :mrgreen:
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zazie
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Messaggio da zazie »

Ho avuto qualche esperienza con l'editoria, sia personale che familiare (mio padre ci lavora tutt'ora) e, senza volerti deprimere ti devo dire che è dura. In generale le case editrici oggi tendono a lavorare con collaboratori esterni, almeno per quanto riguarda il lavoro di redazione (il confezionamento dei libri).
La strada imprescindibile x entrare in editoria è la correzione di bozze. Che è un po' una palla, ma bisogna saperla fare.
Consiglio personale: oggi ci sono dei buoni master post laurea tipo quello di Kiarina) che danno una preparazione a 360° gradi e attraverso lo stage permettono un accesso al mondo del lavoro. Nel frattempo però ti consiglio CALDAMENTE di iniziare a muovere i primi passi. Magari in uno studio redazionale, cioè uno di quei posti a cui le case editrici affidano il lavoro esterno. Sono spesso strutture molto piccole, puoi provare a proporti come stagista a costo zero e fare un po' di pratica. Molto dipende anche dalla città in cui ti muovi. Milano è la città giusta perché qui si concentra ormai un due terzi dell'editoria italiana. Altrove può essere molto difficile inserirsi.
In bocca al lupo e se qualcosa non ti è chiaro, chiedi pure :D

johnnyfichte
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Messaggio da johnnyfichte »

Che bello! Qualcuno che pensa al proprio futuro, e cerca di immaginare come sarà tra dieci anni! Editoria o non editoria, è una cosa splendida a cui assistere: grazie per avere condiviso i tuoi pensieri.

E se scrivessi un libro/blog (gratis, ovviamente) che racconta come si evolve la tua ricerca ? Io ti metterei subito nei preferiti, per seguire una avventura del genere... :D
Il maldicente non duri sulla terra,
il male spinga il violento alla rovina.
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Messaggio da anna71_2000 »

carissima tentar non nuoce.....pero' credimi il lavoro che piu' ti piace sarà sempre quello meno remunerativo.....parola di libraia...
i libri che mi piacciono di piu' sono quelli che quando hai finito di leggerli vorresti essere amico dell'autore per poterlo chiamre al telefono tutte le volte che vuoi......
.........ma mi piace un sacco....

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vzsherazade
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Messaggio da vzsherazade »

non vorrei fare l'uccellaccio, ma se credi di rinunciare al professorato (carriera precaria, malpagata e poco soddisfacente) per buttarti nell'editoria, da parte mia ti dico che sei sulla cattiva strada.

iniziamo la rubrica storie di vita.

si inizia così:
dopo la tua bella laurea (ottenuta col massimo dei voti) o anche durante ti fai un corsetto in quel che più ti interessa, redazione, traduzione, e tutti gli ione possibili.

poi mandi carrettate di curriculum offrendo il tuo contributo (gratuito) per il bene dell'arte mirabilmente perseguito dalla casa editrice in oggetto.

ti rispondono sì. entri con 300 euro al mese (ma sai, sono stage è un rimborso spese. in realtà non è un lavoro, quanto piuttosto NOI ti insegnamo un lavoro. consideralo un investimento sul tuo futuro). finito lo stage, visto che ti fai il culo ti propongono di proseguire lo stage. accetti. finito il proseguimento ti chiedono di restare. cocopro a 500. accetti....

nel frattempo ti saresti fatto la siss, avresti guadagnato il doppio al mese lavorando un terzo (se non un quarto) delle ore, e avresti accumulato contributi...se la cosa ancora interessa.

insomma, ti dico davvero, non ti sto parlando di una casa editrice di quelle in crisi. questo era l'iter seguito da una delle case editrici controtendenza in questo periodo a livello di risultati....il motivo è semplice. se a te non stanno bene le condizioni, ne hanno 100 fuori la porta ad aspettare...e non è un eufemismo.

questo nn significa rinunciare ma pensaci bene.

Joglar
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Messaggio da Joglar »

... me confusa :)
Sono contenta che abbiate risposto così in tanti, anche se in effetti perlopiù tutti vertete sul pessimismo (me l'aspettavo, in realtà, anche se credevo che la categoria insegnanti fosse la più infima, in ambito umanistico)... ciò mi dà da pensare :think:
In effetti, lizzyblack, hai perfettamente ragione quando dici che sono ancora piuttosto insicura, anche se non concordo sulla mia condizione di relativa "giovinezza"... a quasi diciannove anni (fra 29 giorni esatti!), a un passo dal decidere la facoltà da intraprendere, e con una manciata di idee sconnesse in merito... io mi sento piuttosto in ritardo, invece... forse perchè fin da piccola ho sempre avuto le idee molto chiare (ero inevitabilmente destinata al liceo artistico, anche se poi la mia _vena_ è la scrittura), mentre adesso... boh! Tutti questi corsi, le specializzazioni, le prospettive (scarse?) per il futuro... me estremamente confusa :? :? :?
Insomma, con l'università ne va della mia vita, in sintesi. Non voglio finire a fare qualcosa che mi renda una dei molteplici frustrati che affollano la faccia della terra (opportunità permettendo, of course), e a questo proposito cito marcello:
tutti vorrebbero essere pagati per fare cio' che si ama fare, purtroppo ho come il sospetto che pagare uno stipendio serva a far fare i lavori ingrati, perche' quelli graditi li si fa gratis
e mi dichiaro in disaccordo... esistono persone che amano il proprio lavoro (compresi i contro, le giornate nere e gli incidenti di percorso, ovviamente) e che si alzano la mattina pensando "beh, dopotutto non mi è andata tanto male" (il sorriso a trentadue denti davanti allo specchio mi sembra un po' surreale, non arrivo a tanto nemmeno nelle mie più rosee congetture :wink: ), e che in sostanza, sì, vengono proprio pagate per fare qualcosa che trovano piacevole... a me basterebbe questo (della serie, nella mia vita tutto ciò che vorrei è semplicemente essere felice :wink: )...

zazie ha scritto:Consiglio personale: oggi ci sono dei buoni master post laurea tipo quello di Kiarina) che danno una preparazione a 360° gradi e attraverso lo stage permettono un accesso al mondo del lavoro. Nel frattempo però ti consiglio CALDAMENTE di iniziare a muovere i primi passi. Magari in uno studio redazionale, cioè uno di quei posti a cui le case editrici affidano il lavoro esterno. Sono spesso strutture molto piccole, puoi provare a proporti come stagista a costo zero e fare un po' di pratica. Molto dipende anche dalla città in cui ti muovi. Milano è la città giusta perché qui si concentra ormai un due terzi dell'editoria italiana. Altrove può essere molto difficile inserirsi.
Ehm... come funziona l'"inserimento"? Devo mandare un curriculum (anche se non ho esperienze lavorative alle spalle)? Oppure si può trovare qualcosa anche tramite università, che tu sappia?



johnnyfichte ha scritto:Che bello! Qualcuno che pensa al proprio futuro, e cerca di immaginare come sarà tra dieci anni! Editoria o non editoria, è una cosa splendida a cui assistere: grazie per avere condiviso i tuoi pensieri.
Lieta di sentirtelo dire (beh... che tu l'abbia scritto, più che altro :wink: )
johnnyfichte ha scritto:E se scrivessi un libro/blog (gratis, ovviamente) che racconta come si evolve la tua ricerca ? Io ti metterei subito nei preferiti, per seguire una avventura del genere...
Ehm... non sono certa di avere ben capito... il libro/blog lo dovrei scrivere io? Tipo "diario di viaggio"? Beh, se la cosa evolvesse sul serio sarebbe carino, ma al momento caschi male, sono in profonda crisi "letteraria", non riesco a sfondare il limite di miseri incipit quando compongo qualcosa di mio... me artisticamente sterile :uaah!:

Comunque (ora la logorroica chiude :oops: ) grazie a tutti per le interessate e interessanti risposte :D
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liberliber
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Messaggio da liberliber »

joglar ha scritto:io mi sento piuttosto in ritardo, invece
guarda, ti assicuro che non è vero. Io ho trent'anni e ho iniziato una nuova 'vita professionale' un anno e mezzo fa, ripartendo proprio da zero. E adesso ho appena iniziato un nuovo progetto entusiasmante in cui mi pagano pochissimo anzi meno ma che ne vale proprio la pena - non dico da sorriso a 32 denti ma poco ci manca ;)
Certo, se avessi fatto queste scelte prima, ora la situazione (sia economica che professionale - leggi lavoro fisso :P ) sarebbe diversa, ovviamente, ma io penso sinceramente, in base alla mia esperienza diretta, che non sia mai troppo tardi :D

Considera anche che, in ALCUNI campi, non interessa che laurea tu abbia purché tu ce l'abbia; quindi cmq una laurea in lettere poi ti potrebbe aprire la strada sia all'insegnamento sia all'editoria... cmq sì, intanto - se puoi - fai pratica, anche gratuita, anche come correttrice di bozze (mi han parlato benissimo di un master poco fuori Milano dove l'assunzione è poi praticamente assicurata), e poi da cosa nasce cosa ;)
In bocca al lupo!

P.S. tieni anche d'occhio i corsi organizzati dalla tua università nonché quelli della Regione/Unione Europea, a volte è sufficiente il diploma e potrebbero esserti molto utili!
Ho potuto così incontrare persone e diventarne amico e questo è molto della mia fortuna (deLuca)
Amo le persone. E' la gente che non sopporto (Schulz)
Ogni volta che la gente è d'accordo con me provo la sensazione di avere torto (Wilde)
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VERA DONNA (ABSL)
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lizzyblack
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Messaggio da lizzyblack »

Credi a me, tesoro. A 19 anni si è giovani! E non è che io ne abbia 40! Ma come dice Liber, non esiste il "ritardo". Ho iniziato l'università a 23 anni, dopo aver sbagliato una facoltà ed essermene andata all'estero a lavorare. Ora intravedo una laurea. Non mi sento in ritardo rispetto a nessuno!
Quello che ti ha detto Marcello, invece, credo sia da intendere in questo modo: a volte ci prospettiamo un futuro che sarà poi diverso dalla realtà. Per questo, come ti avevo già detto, sarebbe meglio che tu pensassi ad un futuro più "prossimo" piuttosto che al post laurea.. il che non significa abbandonare l'idea, ma prendere semplicemente le cose con calma. La realtà è che, per sapere cosa si vuole veramente fare, bisogna provare, provare, provare... e tu stessa, dicendomi che cambi idea ogni giorno, mi fai pensare che ancora, veramente, non sai quello che vuoi fare. Prenditi un po' di tempo.
Un bacio!
Liz

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Messaggio da zazie »

Per uno stage puoi provare a informarti all'università (se la tua sede ha uno sportello stage) e proporre direttamente la tua candidatura. Banalmente: arraffi l'elenco telefonico, ti tiri giù un po' d'indirizzi e inizi a mandare il tuo curriculum. Se in mezzo riesci comunque a fare un minimo di formazione è meglio. Occhio ai corsi ultracari per correttori di bozze, sono delle bufale!

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Marcello Basie
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Messaggio da Marcello Basie »

Ci mancherebbe che tutti i lavori siano spiacevoli :D
Semplicemente, trasformare una propria passione in un lavoro ben remunerato e' qualcosa di estremamente difficile; nel fatto di ricevere uno stipendio io ci vedo anche la ricompensa per un certo numero di sacrifici che si e' costretti a compiere.
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Messaggio da anna71_2000 »

Ci mancherebbe che tutti i lavori siano spiacevoli
Semplicemente, trasformare una propria passione in un lavoro ben remunerato e' qualcosa di estremamente difficile; nel fatto di ricevere uno stipendio io ci vedo anche la ricompensa per un certo numero di sacrifici che si e' costretti a compiere.

quoto Marcello perchè sono perfettamente in accordo con lui.....èl a cosa che sta succedendo a me....la mia passione si è trasformata in lavoro...due anni fa ( il 26 aprile saranno 2 anni), mi sono licenziata da un posto in cui avevo stipendio fisso....tredicesima...maternità, eccetera eccetera per avventurarmi nell'incognita di una libreria in una città tanto difficile come solo Brugherio puo' essere....

non ho piu' stipendio fisso.......e sopratutto non è ben remunerato.....ma la sensazione quando apro la mattina di libertà, di indipendenza, mi rendono la donna piu' felice di questo mondo.....anche nei periodo bui......

per concludere......chi non risica non rosica......
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Messaggio da Joglar »

... mi avete convinta, comincerò le ricerche :wink:

Marcello Basie ha scritto:nel fatto di ricevere uno stipendio io ci vedo anche la ricompensa per un certo numero di sacrifici che si e' costretti a compiere.
Capisco cosa intendi... compromessi, in sostanza, giusto? In effetti, una cosa che ho sempre temuto del fare di una passione il proprio lavoro è la possibilità di perdere per sempre la matrice originaria del piacere... io ad esempio adoro leggere, e scrivo (beh, scrivevo, diciamo che al momento sono in involontario standby :( ), ma non riuscirei a comporre a comando, sotto scadenza... non ne trarrei sicuramente sostentamento, almeno.
Mi sto anche chiedendo se sia possibile trasformare un hobby in lavoro senza che questo soffochi la passione iniziale... forse io non potrei, per come sono fatta (per questo la scelta dell'editoria, che ha a che fare indirettamente con l'atto dello scrivere)... insomma, mi domando: come far permanere la passione entro le rigide mura della quotidianità o dei termini di tempo? Come posso amare ancora la scrittura come spontaneo e gioioso processo creativo se una data pulsante mi ricorda l'inevitabile scadenza della libertà concessami? Io invidio chi sappia conciliare hobby e lavoro in un unica attività complessiva (fermo restando che poi possa avere altri svaghi, of course)... a qualcuno di voi è successo di realizzare un simile soddisfacente compromesso? Mi sembra che anna71_2000 in fondo abbia fatto qualcosa del genere, o sbaglio? :wink:
[In fondo, è come essere innamorati e mantenersi tali anche durante il matrimonio o la convivenza, (che di fatto sono contratti stipulati con l'altra persona - ovviamente io parlo da profana), anche attraverso i mille problemi di ogni giorno, le bollette da pagare e così via... è possibile cristallizzare il sentimento originario e mantenerlo inscalfibile dal tempo e dalle circostanze negative...?]
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Messaggio da lizzyblack »

Joglar ha scritto: come far permanere la passione entro le rigide mura della quotidianità o dei termini di tempo?
Forza di volontà. Una passione è una passione. Si trova sempre il tempo, se è una passione vera. Io, per ora, ci sto riuscendo. Non vedo perchè non potresti farcela anche tu :wink:
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Messaggio da Joglar »

... il mio timore è che il prezzo da pagare sia più caro dello stipendio, non so se mi spiego :wink: Troppi compromessi, eccetera (anche se tentar non nuoce mai - beh, quasi :wink: )... poi, ripeto, c'è persona e persona, e c'è passione e passione... è tutto relativo - e io sono una relativista per eccellenza :wink:
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Messaggio da lizzyblack »

Ah ok... ma, dipende da te. Insomma, scende a compromessi chi vuole scendervi ed ha poca stima di sè. Forse te lo dico perchè la mia passione prescinde dai compromessi. O semplicemente perchè ci sono persone come noi che hanno una visione "onesta" della vita. Ma, io credo, che se il tuo sogno è lavorare nell'editoria, questo non significhi prettamente puntare in alto ed arrivare chissà dove. Ma pian piano, e non si sa quando arrivare. Senza compromesso alcuno. :wink:
Liz

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Messaggio da Kiarina »

Per un errore burocratico della Statale di Milano, mi hanno presa al master che ti citava Zazie (Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori).
Master ergo formazione post-laurea ossia ti tocca diventare dottoressa, anche in ornitologia se vuoi, purché sia certificato.
Siamo in 24, fra i 22 e i 35 anni, prevalentemente lauree in comunicazione e lettere. Anche quella breve fa alla bisogna, apprezzate le tesi di argomento editoriale. Si accede tramite una selezione che avviene ai primi di gennaio. A me piace moltissimo, anche se ti stordiscono di informazioni e contenuti al punto tale che ti senti nato ieri.

Ora, con lo stage che segue il master hai la certezza di mettere il piedino in casa editrice, ma non di restarci, infatti tutti si sono premurati di assicurarci che il contratto a tempo indeterminato è pura fantascienza. Un'altra cosa davvero gagliarda che non hanno mancato di precisare è che il lavoro è proprio bello, ok, ma se sei ricco di famiglia o stai per sposare un calciatore è meglio.
Il mio lavoro ideale sarebbe leggere i manoscritti degli emergenti e decidere se mandarli in stampa o meno
Credo sia il sogno di tanti ma la realtà di pochissimi. Spesso si dimentica che l'editoria non è data solo dalla varia (che è la più divertente, appassionante e tante belle cose), ma soprattutto da altri settori, che guarda caso fanno molti più soldi, vedi la scolastica, la professionale, l'universitaria. Manco a dirlo, in questi ultimi tre casi occorre essere parecchio qualificati. La verità è che nelle redazioni delle case editrici il personale è ridotto all'osso, in alcune si parla di sole due o tre persone, che si avvalgono di qualche collaboratore esterno. Un esempio carino: Adelphi. Bei libri, molto chic, abbordabili nel prezzo, pubblicano un'ottantina di libri l'anno. Bè, la redazione è composta da meno di trenta persone.

Detto questo, da quello che comincio a intuire, lavorare in editoria non è nemmeno mission impossible: ha assolutamente ragione chi ti ha consigliato di imparare bene la correzione di bozze, esistono anche diversi libri utili (di Editrice Bibliografica soprattutto) per familiarizzare col settore, che è molto più complesso di quanto si creda -se chiedi in giro nessuno sa davvero come si fa un libro e quanto ci vuole-, da ultimo, fa delle librerie e dei loro scaffali la tua seconda casa.
La laurea, ovviamente, è più che caldamente consigliata, quasi un must.
Ero fortunato ad avere ancora mia madre che, occupandosi di me, mi permetteva di protrarre l'adolescenza. Molto fortunato. Ero nato con la camicia: tanto valeva che me la stirasse. (Il conto dell'ultima cena-Andrea Pinketts)

"Sono un clown e faccio raccolta di attimi." (Opinioni di un clown, Boll)

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