Sibilla Aleramo - Una Donna
Moderatori: aly24j, Therese, Marcello Basie
- orsomarso
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Sibilla Aleramo - Una Donna
Ho appena finito di leggere Una Donna di Sibilla Aleramo, davvero un bel libro anche se un pò crudo e triste, ma fa riflettere molto, soprattutto fa pensare che cisono persone che considerano le donne ancora come in quel libro. Davvero un gran libro, secondo me uno di quei libri da leggere!!!!
Forse la giovinezza è solo questo perenne amare i sensi e non pentirsi. (S.PENNA)
- ciucchino
- Olandese Volante
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Se non ci si lascia scoraggiare da uno stile molto ricercato e “ottocentesco”, si scoprirà un libro estremamente moderno e, purtroppo, ancora oggi in certe situazioni così attuale.
E’ una lotta di rivendicazione della dignità femminile così calpestata dalla società e dalle convenzioni: la donna non ha diritti, è completamente succube al marito di cui sopporta ogni angheria e violenza. La protagonista si contrappone alla figura della madre di cui sembra ripercorrere lo stesso cammino: la madre così fragile si è annullata per amore dei figli cercando prima il suicidio e poi la fuga da una vita infelice richiudendosi in un manicomio. La figlia sembra dover anche lei soccombere a un destino amaro: sposa il suo stupratore ma non riuscirà mai ad amare un marito che disprezza e di cui non tollera la vicinanza fisica. Ma c’è un figlio: il figlio è tutto per lei e sa che in caso di separazione non lo vedrà più. La scelta è drammatica e lei pensa al suicidio. Però poi decide in maniera assolutamente anticonvenzionale:
“…perché nella maternità adoriamo il sacrificio? Dove è scesa a noi questa inumana idea dell’immolazione materna? Di madre in figlia, da secoli, si tramanda il servaggio. E’ una mostruosa catena.”
Ed è una rivolta soprattutto contro l’ipocrisia dominante: di chi mantiene una moglie perché gli allevi ubbidiente e in silenzio i figli e poi coltiva le proprie passioni con altre donne e vive la sua vita sociale senza coinvolgerla se non come ornamento di una vita borghese apparentemente “perfetta”.
E’ una lotta di rivendicazione della dignità femminile così calpestata dalla società e dalle convenzioni: la donna non ha diritti, è completamente succube al marito di cui sopporta ogni angheria e violenza. La protagonista si contrappone alla figura della madre di cui sembra ripercorrere lo stesso cammino: la madre così fragile si è annullata per amore dei figli cercando prima il suicidio e poi la fuga da una vita infelice richiudendosi in un manicomio. La figlia sembra dover anche lei soccombere a un destino amaro: sposa il suo stupratore ma non riuscirà mai ad amare un marito che disprezza e di cui non tollera la vicinanza fisica. Ma c’è un figlio: il figlio è tutto per lei e sa che in caso di separazione non lo vedrà più. La scelta è drammatica e lei pensa al suicidio. Però poi decide in maniera assolutamente anticonvenzionale:
E’ una rivolta quindi anche contro il ruolo della donna come madre che si immola per l’amore dei figli:piuttosto di perdere la propria dignità rinuncia al proprio figlio che non vedrà più e abbandona quella casa che per lei è una prigione.
E’ enorme questa ribellione: non abbandona solo un marito, ma addirittura il proprio figlio mettendo quindi in discussione il ruolo stesso della famiglia.
“…perché nella maternità adoriamo il sacrificio? Dove è scesa a noi questa inumana idea dell’immolazione materna? Di madre in figlia, da secoli, si tramanda il servaggio. E’ una mostruosa catena.”
Ed è una rivolta soprattutto contro l’ipocrisia dominante: di chi mantiene una moglie perché gli allevi ubbidiente e in silenzio i figli e poi coltiva le proprie passioni con altre donne e vive la sua vita sociale senza coinvolgerla se non come ornamento di una vita borghese apparentemente “perfetta”.
- Mickey81
- Olandese Volante
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Ho partecipato proprio l'altro giorno ad una conferenza, organizzata all'Università Popolare qui a Como,su Sibilla Aleramo.
Mi ha colpito la figura di questa donna e il rapporto che aveva con suo padre,che in qualche modo ha idolatrato fino a quando ha scoperto che tradiva la madre.
Leggerò questo libro che è quasi una sorta di diario a quanto ho capito,o mi sbaglio?
Mi ha colpito la figura di questa donna e il rapporto che aveva con suo padre,che in qualche modo ha idolatrato fino a quando ha scoperto che tradiva la madre.
Leggerò questo libro che è quasi una sorta di diario a quanto ho capito,o mi sbaglio?
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- Spugna
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- Località: Palma di Montechiaro (le coeur ailleurs...)
Cara Mickey, erano quelli tempi in cui il telefono non si usava che poco e rapidissimamente....per fortuna ci restano non solo lettere alate nelle quali chi già famoso (Aleramo) scriveva a chi sperava di diventarlo (Quasimodo), ma anche cronache di una vita quotidiana difficilissima (quella di Quasimodo,appunto ). Ho letto Una donna quando ero giovanissima: all'epoca era uno dei "manifesti" del movimento femminista. Le corrispondenze sono interessanti ( forse quella con Campana lo è di più, fra quelle note e pubblicate) proprio perchè aprono uno squarcio sulla vita di "Sibilla", quella di ogni giorno, dove lottava per guadagnare a Quasimodo un qualche riconoscimento...sapere che avrebbe vinto il Nobel!
e poi, si parla di letteratura, di pensieri formulati senza la mediazione percettiva di tutto l'armamentario che oggi utilizziamo. per cui pensieri che lasciano un segno. che offrono riflessione. che inducono ad andare al di là del testo nei mondi in cui ci si immaginava...ah, quanto mi manca! ora questo lo si può trovare o ritrovare in ben poca (non assente - ma manchevolemente da noi lettori richiesta agli editori) letteratura
- Gahan
- Olandese Volante
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Re: Sibilla Aleramo - Una Donna
A me non è proprio piaciuto. Nonostante capisca che sia un testo importante per la figura della donna e apprezzi il coraggio di pubblicare una storia che affronta tematiche indubbiamente scabrose per l'epoca, non mi sono sentita coinvolta, non mi sono emozionata, ho solo provato noia, pagina dopo pagina, non vedevo l'ora che finisse... Come altri libri italiani del '900, ho fatto fatica a leggerlo per la sintassi arzigogolata ormai troppo lontana dal nostro modo di scrivere e di pensare. Spessissimo mi sono persa nei meandri delle lunghe frasi piene di arcaismi, pensando bellamente ai fatti miei e perdendo continuamente il filo del discorso.
Quest'anno mi ero imposta di leggere due italiani del '900, l'anno scorso me ne ero imposta 3, ma devo dire che non sono rimasta per nulla soddisfatta né l'anno scorso né quest'anno, quindi mi sto chiedendo se valga ancora la pena di andare avanti su questa linea...
Quest'anno mi ero imposta di leggere due italiani del '900, l'anno scorso me ne ero imposta 3, ma devo dire che non sono rimasta per nulla soddisfatta né l'anno scorso né quest'anno, quindi mi sto chiedendo se valga ancora la pena di andare avanti su questa linea...
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Reading Challenge 2022
Sfida A-Z 2022
Una catena di libri
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https://www.facebook.com/pg/GDLdiZiano
Sono anche su goodreads
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Re: Sibilla Aleramo - Una Donna
Nonostante dal punto di vista estetico lo stile mi sia risultato un po' pesante, ho trovato il soggetto del libro molto interessante. È un quadro della vita femminile borghese dei primi del Novecento che purtroppo in alcune situazioni è ancora attuale. Se, fortunatamente, con la legge sul divorzio l'emancipazione femminile ha avuto una svolta epocale, l'idea della donna legata indissolubilmente al ruolo di moglie e di madre permane. La protagonista cerca la felicità in un uomo che possa capirla o nel figlio che alleva ma poi si rende conto che deve vivere prima di tutto per sé stessa; che il desiderio di una donna di affermarsi non è egoistico e ne va della propria dignità. Tutto ciò non è scontato ancora oggi, considerando per esempio che nel sud Italia la metà delle donne non lavora... O che avere un figlio in Italia significa precludersi numerose opportunità. Per non parlare delle violenze, del dispotismo del marito proprietario, letteralmente, della vita della moglie e del figlio... È un testo che andrebbe riscoperto, soprattutto nelle scuole, in cui la letteratura femminile è quasi mai presa in considerazione.
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☆I limiti esistono soltanto nell'anima di chi è a corto di sogni☆
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