"A voce alta" - Bernhard Schlink

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Towandaaa
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"A voce alta" - Bernhard Schlink

Messaggio da Towandaaa »

C’è un po’ della storia dei deportati nei lager nazisti in questo libro, e un po’ del tentativo processuale di ricostruire i fatti e rendere giustizia alle vittime.
Ma c’è soprattutto la storia di due solitudini che si sono incontrate per un breve periodo, che si sono alimentate del ricordare e del pensare all’altro anche nella separazione, che non hanno retto alla difficile prova del ritrovarsi dopo tanto tempo e dopo che le circostanze dei molti segreti della vita di lei erano state chiarite ma non completamente comprese e accettate da lui.
E c’è infine una ulteriore dimostrazione del fatto incontrovertibile ma al tempo stesso sfuggente che molteplici possono essere le motivazioni alla base di scelte difficili e con conseguenze gravi, così come molteplici possono essere le interpretazioni che di tali ragioni si possono dare.
La ricerca introspettiva condotta dall’autore sull’agire dei protagonisti non ha pretese esaustive, si muove in un divenire che porta il lettore a propendere ora per l’una ora per l’altra chiave di interpretazione, ed è un modo di procedere che apprezzo sempre molto, perché lascia a chi legge la libertà di trovare il punto più appropriato in cui collocarsi in base al proprio sentire nella gamma di gradazioni innumerevoli di grigio che separano il bianco dal nero.
Ho provato sentimenti contrastanti nei confronti di ciascuno dei due protagonisti e ancora non ho ben chiaro lo stato d’animo che questo libro mi ha lasciato. Ma quel che è certo è che si è trattato di una lettura che ha ispirato e continuerà a ispirare riflessioni su temi importanti.
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lizzyblack
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Re: "A voce alta" - Bernhard Schlink

Messaggio da lizzyblack »

Ho dato tre stelline perchè non credo di poter giudicare pessimo questo libro, anche se ho delle riserve. La storia sembra un po' (o forse un po' troppo) difficile da concepire come storia che possa essere avvenuta veramente. Non che pretenda che ogni libro che leggo possa essere collocato nella pura e vera realtà, ma non essendo un libro fantasy nè con elementi che lo rendono "al di fuori della realtà", mi riesce difficile pensare che la storia tra Michael ed Hanna possa cominciare e protrarsi nel tempo senza che nessuno venga a sapere nulla. In particolare fatico a capire come Michael potesse trattenersi a casa di Hanna fino a tarda ora senza che i famigliari cominciassero a sospettare qualcosa, visto che comunque stiamo parlando di un adolescente. Non parliamo poi della gita in bicicletta.
La parte centrale è un po' noiosa, forse anche perchè il Michael cresciuto è abbastanza antipatico. Di nuovo si ripete la sensazione di "non realtà": Michael si dimostra apatico e insofferente per gran parte della sua post-adolescenza, ma nonostante ciò riesce a portare a termine gli studi e frequentare varie persone. Mi riesce davvero difficile pensare che una persona riesca ad essere così distaccata in svariate situazioni cariche di emozioni.
Forse la parte più profonda è proprio il finale, la scoperta che chi pensavamo di conoscere non ci aveva rivelato nulla di sè e, allo stesso tempo, ci aveva rivelato moltissimo.
Here be spoilers
Non capisco però come Michael non abbia compreso prima l'incapacità di Hanna di poter leggere e scrivere. Forse da lettore è molto più facile, ma secondo me era comprensibile fin dalla prima parte del libro.
Liz

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Re: "A voce alta" - Bernhard Schlink

Messaggio da lisolachenonce »

Ho appena riletto questo libro perché ricordavo la trama generale ma mi era tornata la voglia di capire i personaggi e le loro interazioni. Ho anche visto il film, più o meno in contemporanea con la prima delle 2 letture.
Da un lato concordo con la recensione di lizzyblack, dall'altro devo registrare l'indubbia capacità dell'autore, pur con una vicenda poco credibile e con personaggi a volte poco comprensibili, di rendere la lettura scorrevole e, lì per lì, avvincente. Chiuso il libro, e forse solo allora, emergono tutte le incongruenze della storia, la vicenda del lager, davvero poco chiara, l'inesistente famiglia del ragazzino (con 1 fratello e una sorella maggiori che non hanno alcun ruolo nella sua vita) eccetera.
Secondo me, il tratto più rilevante è la percezione dell'equivoco che può dominare la vita di ognuno, la percezione che la realtà è una serie di impressioni e coincidenze più che un nastro oggettivo di eventi concatenati. In alcune situazioni estreme, la percezione dell'altro può essere così distorta dalla propria esperienza (o inesperienza come nel caso del protagonista ragazzino) da risultare completamente diversa dalla realtà.
Purtroppo, benché nella prima parte del libro il ragazzino sembri coraggioso e pieno di risorse per affrontare la vita, il protagonista ormai adulto, sia studente universitario che segue il processo, sia anche dopo fino alla conclusione, si ripiega su se stesso diventando l'ultimo della serie dei "vinti" tanto cari ad una fetta notevole di letteratura. Il suo comportamento dal processo in poi è insopportabile e anche incoerente con il perdurare della sua ossessione.
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piccola ribelle
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Re: "A voce alta" - Bernhard Schlink

Messaggio da piccola ribelle »

Dopo aver visto il film ho preso il libro in biblioteca attirata anche dal fatto che fosse
di ispirazione autobiografica.
Preferisco quasi sempre il libro alla trasposizione cinematografica.
In questo caso ho maggiormente “cercato” nel testo per capire meglio.
Mi è molto piaciuto anche se difficile perché, a mio avviso, moralmente complesso.
E' piacevole incontrare gli occhi di una persona a cui si è appena fatto un dono.
Jean de la Bruyere

Non leggete, come fanno i bambini, per divertirvi, o, come gli ambiziosi, per istruirvi. No, leggete per vivere.
Gustave Flaubert

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