La chiave dell'ascensore • L'ora grigia - Ágota Kristóf

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saturn111
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La chiave dell'ascensore • L'ora grigia - Ágota Kristóf

Messaggio da saturn111 »

Dopo aver letto con molto piacere La trilogia della città di K., ho trovato in libreria questo volumetto con due pièce di Ágota Kristóf.

Ne La chiave dell'ascensore la protagonista sta raccontando la storia di una principessa che non lascia la stanza del castello in cui vive, in attesa del ritorno del principe di cui è innamorata. Confrontandosi con la solitudine della principessa legata a una promessa mai realizzata, la donna parla della sua vita nel suo castello aspettando il ritorno del marito dal lavoro. Il castello che il marito architetto ha costruito per lei si è rivelato una prigione che la tiene lontana dalla realtà e dalla possibilità di vedere fuori qualcosa di meglio dalla sua vita famigliare. La donna e la principessa sono legate dalla disillusione per le promesse infrante del marito-principe, la promessa dell'amore; ma mentre la principessa si lascia andare alla tristezza, la donna non riuscirà mai a rinunciare completamente alla sua individualità e il suo desiderio del mondo rimarrà sempre fortemente vivo. Con un gesto estremo dovrà scegliere se rinunciare a se stessa o all'illusione che si era creata dell'amore. La scrittura di Kristóf è dura e tagliente, procede in un crescendo di consapevolezza della donna fino all'affermarsi della sua voce su quella del marito e del medico, l'autorità che contribuisce alla sua reclusione nel castello.

L'ora grigia è l'incontro tra una prostituta e un suo cliente. All'inizio vediamo un uomo menefreghista, freddo... poi la situazione si ribalta e si scopre che è la donna a essere molto più consapevole di sè e del loro rapporto. L'uomo finge una durezza, un potere e un controllo che non ha. In questa pièce la solitudine è dell'uomo che paga per il tempo, i sogni e la compagnia della donna più che per il sesso. Quando la donna finge di sognare una vita insieme per loro due, l'uomo si risveglia dalla sua illusione, capisce la falsità del loro rapporto e vi rinuncia. L'epilogo è straniante e inaspettato: il vicino violinista, infastidito dal rumore della discussione tra cliente e prostituta, entra in scena e la uccide. È come se venisse punita la non passività della prostituta, il fastidio che questa donna chiassosa provoca affermando la propria libertà.
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I limiti esistono soltanto nell'anima di chi è a corto di sogni

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