Il nuovo romanzo di Joël Dicker è più sullo stile di "La verità sul caso Harry Quebert", quindi un bel mistery.
Ci sono principalmente due vicende: un quadruplice omicidio avvenuto nel 1994 e la scomparsa della Stephanie Mailer del titolo avvenuta nel 2014. Il libro è dunque un alternarsi tra presente e passato, con l'inserimento di numerose trame secondarie, vicende personali dei personaggi principali e una sfilza di personaggi di contorno che continuano a saltar fuori ben oltre la prima metà del libro. Così anche questo libro è diventato un calderone in cui si affrontano le tematiche più disparate: festival teatrale, tangenti, corruzione, prostituzione, cyberbullismo, lutti, tradimenti e separazioni, fino a sconfinare nel grottesco con la vicenda del direttore Bergsdorf e della sua amante.
A me è piaciuto perché:
1) Non c'è lo stesso protagonista/narratore degli altri due. Infatti temevo un po' che, sulla scia del successo dei precedenti romanzi, lo riproponesse di nuovo. Invece questa è proprio una storia a sé, con personaggi e ambientazione completamente nuovi. Anche lo stile è un po' diverso, ci sono qui narratori multipli che presentano la storia da diverse angolazioni.
2) È un libro che intrattiene. Erano parecchie settimane che non mi trovavo tra le mani un libro che mi coinvolgesse al punto da non riuscire a staccarmene.
3) Penso che Joël Dicker sia stato abbastanza bravo a gestire cotanta mole di pagine e di contenuti, caratterizzando bene i personaggi, dando il giusto peso alle diverse trame e inserendo i colpi di scena al momento giusto. Per tutto il libro non ho minimamente faticato a ricordare le varie vicende, non ho confuso i personaggi e non ho mai perso il filo.
Una bella lettura estiva...
La scomparsa di Stephanie Mailer, Joël Dicker
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