Avevo gia' letto *La nevicata dell'85* e ho approfittato della riedizione dei titoli precedenti (non tanto per la morte di Valpreda, quanto per l'uscita della *Primavera dei Maimorti*) per comprare appunto il primo della saga di Pietro Binda.
Mi e' parso molto bello, molto avvicente nella sua semplicita' e linearita'. Niente inseguimenti a sirene spiegate, niente risse, botte da orbi, droga buttata come segnalibro, violenze e puttane.
Personaggi chiari e limpidi e molto facili da amare e da riconoscere nei nostri gesti, nelle nostre ansie, nei nostri sorrisi.
Una vita normale di un maresciallo a Milano, la Milano di qualche anno fa con uno squarcio su quella piu' recente.
La voglia di inseguire le vie e riproporsele mentalmente facendo gli itinerari di Kalì e Binda. E accorgersi che quello che vediamo noi, non sempre coincide con quello che vedono gli altri (nella descrizione della zona Brera, Colaprico e Valpreda prendono come punti di riferimento locali, negozi, monumenti, che io difficilmente ricordo; con la stessa ovvietà io prenderei come riferiemnti cose che loro ritengono poco significative). Per fortuna.
Molto bello. molto leggibile. Ottima compagnia.
Colaprico Valpreda - 4 gocce di acqua piovana
Edito da Marco Tropea Editore.
Edizione pseudo economica non brossurata. € 9.30.
Ciao, Auro
Colaprico Valpreda - da 4 gocce di acqua piovana in poi...
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Colaprico Valpreda - da 4 gocce di acqua piovana in poi...
Ultima modifica di Auro il mer nov 12, 2003 5:58 pm, modificato 2 volte in totale.
ho trovato in libreria "la primavera dei maimorti", non vedo l'ora di iniziarlo non appena avrò terminato quello che ho in mano adesso (un Simenon d'annata).
Ti prego parlamene, senza rivelarmi niente!
un ossimoro? oddio un ossimoro!
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"Muchos anos después, frente al pelotòn de fusilamiento, el coronel Aureliano Buendìa, habìa de recordar aquella tarde remota en que su padre lo llevò a conocer el hielo"
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TierrayLibertad
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il terzo e' uscito poco prima della morte di valpreda (l'avrebbe dovuto presentare al pini durante la rassegna "da vicino nessuno e' normale" due giorni dopo la morte, infatti non 'e stata fatta la presentazione neanche da colaprico).TierrayLibertad ha scritto:Io li ho letti tutti e tre appena uscirono e devo dire che li ho apprezzati molto.
Piuttosto, qualcuno di voi sa se esiste un quarto romanzo che aspetta di essere pubblicato, se Colaprico continuerà da solo oppure se, purtroppo, la morte di Valpreda coincide con quella di Pietro Binda?
Ciao
TyL
non credo che binda possa sopravvivere senza valpreda.
i libri di colaprico sono nettamente diversi (ma non per questo meno belli) dalla saga di binda... l'apporto di valpreda quindi, dal mio umile pdv, era fondamentale.
sinceramente, a parte i motivi romanzeschi, spero proprio di no.
baci, Auro
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"bisogna piangere i sogni per capire che l'unica giustizia borghese si è spenta" (b.b.)
"sono a posto così, grazie" (s.)
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liberliber
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Li ho letti tutti e tre in fila e mi permetto di esprimere la mia umile opinione. 
Sono scritti tutti e tre benissimo, e per me che vivo a Milano piacevolissimi e 'familiari'. I primi due però, come gialli - e strettamente come tali - non mi sono sembrati un granché, ma dato che non credo che l'intento degli autori fosse quello di scrivere dei libri esclusivamente gialli la cosa può non risultare particolarmente importante. Andrebbe forse specificata meglio.
L'ultimo invece è davvero un piccolo capolavoro, anche come giallo è ottimamente costruito e i riferimenti alla storia (intesa come Storia), alla città, al contesto, presenti anche negli altri due, sono perfettamente fusi con la trama, senza la più piccola stonatura.
Un vero gioiello. Grazie Auro!
Sono scritti tutti e tre benissimo, e per me che vivo a Milano piacevolissimi e 'familiari'. I primi due però, come gialli - e strettamente come tali - non mi sono sembrati un granché, ma dato che non credo che l'intento degli autori fosse quello di scrivere dei libri esclusivamente gialli la cosa può non risultare particolarmente importante. Andrebbe forse specificata meglio.
L'ultimo invece è davvero un piccolo capolavoro, anche come giallo è ottimamente costruito e i riferimenti alla storia (intesa come Storia), alla città, al contesto, presenti anche negli altri due, sono perfettamente fusi con la trama, senza la più piccola stonatura.
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Ho potuto così incontrare persone e diventarne amico e questo è molto della mia fortuna (deLuca)
Amo le persone. E' la gente che non sopporto (Schulz)
Ogni volta che la gente è d'accordo con me provo la sensazione di avere torto (Wilde)
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Meglio mail che mp. Grazie.
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Riporto su questa discussione perchè ho finito ieri "Quattro gocce di acqua piovana", e mi è piaciuto così tanto da lasciarmi la voglia di iniziare subito il secondo romanzo della serie del Maresciallo Binda.
Al di là della trama “gialla” , che come quasi sempre nei noir serve a raccontare al lettore qualcosa d’altro, esce prepotentemente la descrizione della Milano che era e non è più. Attraverso i luoghi raccontati dal maresciallo percorriamo una città che a volte è sconosciuta anche agli stessi milanesi.
A margine si rievocano i fatti della nostra storia recente: il terrorismo, la strage di piazza Fontana e la strana “caduta” dell’anarchico Pinelli dalle finestre della questura. Fatti che, come sappiamo bene, hanno coinvolto direttamente uno degli autori.
Corro ad iniziare "La nevicata dell'85"!
Silvy
Al di là della trama “gialla” , che come quasi sempre nei noir serve a raccontare al lettore qualcosa d’altro, esce prepotentemente la descrizione della Milano che era e non è più. Attraverso i luoghi raccontati dal maresciallo percorriamo una città che a volte è sconosciuta anche agli stessi milanesi.
A margine si rievocano i fatti della nostra storia recente: il terrorismo, la strage di piazza Fontana e la strana “caduta” dell’anarchico Pinelli dalle finestre della questura. Fatti che, come sappiamo bene, hanno coinvolto direttamente uno degli autori.
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"Trovo la televisione davvero molto istruttiva. Ogni volta che qualcuno mette in funzione l'apparecchio, me ne vado nell'altra stanza a leggere un libro". (Groucho Marx)
e' uscito il quarto! l'ho comprato stasera!
scritto solo da colparico. sto gia' fremendo, ma faccio la brava e prima i ring e poi Binda...
e' uscito!
e' uscito!
e' uscito!
e' uscito!
e' uscito!
e' uscito!
sono felice!
Auro
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Sono felice amch'io!!!!! 
e l'ho già prenotato in libreria. Anche a me piace molto l'ambientazione e il ritrovare, il rivivere alcuni momenti della nostra storia che magari abbiamo vissuto da ragazzini e che altri hanno solo sentito dire. Ho letto sulla trama che questo parla del caso Calvi con digressioni del mondo del varietà (omaggio a Valpreda) mentre l'Italia aspettava la finale di calcio dell'82. MI intriga! spero che arrivi presto!
e l'ho già prenotato in libreria. Anche a me piace molto l'ambientazione e il ritrovare, il rivivere alcuni momenti della nostra storia che magari abbiamo vissuto da ragazzini e che altri hanno solo sentito dire. Ho letto sulla trama che questo parla del caso Calvi con digressioni del mondo del varietà (omaggio a Valpreda) mentre l'Italia aspettava la finale di calcio dell'82. MI intriga! spero che arrivi presto!"In God I'm free"
(un prigioniero delle carceri dell'Alabama)
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liberliber
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io aspetto che l'abbiate letto voi non potete esimervi dalla recensione!!!
non potete esimervi dalla recensione!!! Ho potuto così incontrare persone e diventarne amico e questo è molto della mia fortuna (deLuca)
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ho letto "l'estate del mundial" di piero colaprico.
"in due si ghignava di più": cosi' piero colaprico saluta pietro valpreda nelle ultime pagine di "l'estate del mundial".
sulla copertina del libro in effetti sembra mancare un nome: pietro valpreda, "anarchico persino per gli anarchici", morto due estati fa, in un luglio caldo che ha sorpreso milano, che trasudava catrame e menzogne.
nello stesso modo, mentre l'italia del calcio ci stava per regalare un indimenticabile sandro pertini, milano viene sorpresa dal ritrovamento del cadavere di una donna sulle scale di casa.
quello che segue è un alternarsi continuo e trascinante dell'italia della p-due, dei primi sentori di mazzette, della riviera romagnola. del mondo della rivista, del teatro senza riflettori, dei lustrini e delle piumiste. della milano delle case minime, dei giardini pubblici e di via moscova. della criminalità e della mala. con un occhio di riguardo per l'ordine costituito.
il lavoro di colaprico deve essere stato difficile e duro: fare in modo che quelle quattro mani diventassero due senza che si sentisse troppo, far parlare i personaggi in un dialetto che non si conosce bene, essere scrittore, ma anche proprio consigliere, singola pietra di paragone, ultimo e unico censore del proprio lavoro.
il risultato è all'altezza delle aspettative, anzi forse di più: il colpo di scena finale c'è e sinceramente non ce lo si aspetta. risultato ottenuto con attenzione, ragionamento e stile.
c'è binda, che è il maresciallo per eccellenza (alla faccia di proietti): sensibile, pratico e fidato, coi suoi difetti e le sue caratterizzazioni. immagine di una polizia di altri tempi, molto più vicina al Duca di scerbanenco che al coliandro di lucarelli, mai banale, così come non è banale decidere, durante la lettura, di stare dalla "loro" parte.
c'è milano, i suoi tram e le sue strade. forse per i non milanesi sarà difficile capirla questa milano bastarda e crudele, che ferisce e lenisce il dolore, che scorre intorno come un'immagine di sfondo e dipinge tutto. la milano che porta a dire "... non possiamo non stare qui, dove stiamo, a Milano". l'effetto di leggere milano senza conoscerla forse assomiglia a quello di passare ogni giorno davanti a un palazzo che sembra anonimo e non sapere che li' dentro ci sono i fenicotteri rosa.
ah sì, poi c'è anche il Loris, l'anarchico (già presente negli altri atti della storia di Binda), dietro la cui "caratteristice andatura di ballerino" non so perchè ma io (mi perdoni l'autore...) ho ritrovato il passo strisciato di un altro ballerino. ma forse questa è davvero una mia personalissima licenza poetica...
non so mica se e' come era stata immaginata. io ho fatto finta di non avere committente e l'ho scritta cosi' come mi veniva, cioe' nella maniera più sincera che io conosca...
"in due si ghignava di più": cosi' piero colaprico saluta pietro valpreda nelle ultime pagine di "l'estate del mundial".
sulla copertina del libro in effetti sembra mancare un nome: pietro valpreda, "anarchico persino per gli anarchici", morto due estati fa, in un luglio caldo che ha sorpreso milano, che trasudava catrame e menzogne.
nello stesso modo, mentre l'italia del calcio ci stava per regalare un indimenticabile sandro pertini, milano viene sorpresa dal ritrovamento del cadavere di una donna sulle scale di casa.
quello che segue è un alternarsi continuo e trascinante dell'italia della p-due, dei primi sentori di mazzette, della riviera romagnola. del mondo della rivista, del teatro senza riflettori, dei lustrini e delle piumiste. della milano delle case minime, dei giardini pubblici e di via moscova. della criminalità e della mala. con un occhio di riguardo per l'ordine costituito.
il lavoro di colaprico deve essere stato difficile e duro: fare in modo che quelle quattro mani diventassero due senza che si sentisse troppo, far parlare i personaggi in un dialetto che non si conosce bene, essere scrittore, ma anche proprio consigliere, singola pietra di paragone, ultimo e unico censore del proprio lavoro.
il risultato è all'altezza delle aspettative, anzi forse di più: il colpo di scena finale c'è e sinceramente non ce lo si aspetta. risultato ottenuto con attenzione, ragionamento e stile.
c'è binda, che è il maresciallo per eccellenza (alla faccia di proietti): sensibile, pratico e fidato, coi suoi difetti e le sue caratterizzazioni. immagine di una polizia di altri tempi, molto più vicina al Duca di scerbanenco che al coliandro di lucarelli, mai banale, così come non è banale decidere, durante la lettura, di stare dalla "loro" parte.
c'è milano, i suoi tram e le sue strade. forse per i non milanesi sarà difficile capirla questa milano bastarda e crudele, che ferisce e lenisce il dolore, che scorre intorno come un'immagine di sfondo e dipinge tutto. la milano che porta a dire "... non possiamo non stare qui, dove stiamo, a Milano". l'effetto di leggere milano senza conoscerla forse assomiglia a quello di passare ogni giorno davanti a un palazzo che sembra anonimo e non sapere che li' dentro ci sono i fenicotteri rosa.
ah sì, poi c'è anche il Loris, l'anarchico (già presente negli altri atti della storia di Binda), dietro la cui "caratteristice andatura di ballerino" non so perchè ma io (mi perdoni l'autore...) ho ritrovato il passo strisciato di un altro ballerino. ma forse questa è davvero una mia personalissima licenza poetica...
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(una libreria, una libreria! Dov'è la libreria più vicina?!?
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No Auro, credo proprio che il ballerino sia Pietro Valpreda.
Ciao
TyL
P.S. Per chi non l'ha ancora comprato, ora è da feltrinelli con il 15% di sconto
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Caminante, son tus huellas
el camino y nada más;
caminante, no hay camino,
se hace camino al andar.
(A. Machado)
Se parlassi le lingue degli uomini e quelle degli angeli, ma non avessi l'amore, sarei come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna.
«Bisogna essere molto pazienti», rispose la volpe.
Se dici qualcosa che non offende nessuno, non hai detto niente
(O. Wilde)
Vero Acquario
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ho appena finito di divorarlo (grazie ad Auro che me l'ha regalato e alla febbre che mi ha dato il tempo di leggerlo, qualcosa di positivo... 
) e pur sapendo che non riuscirò a rendere l'idea del libro qualche parola la scrivo.
Io l'ho preferito agli altri tre. So che può sembrare poco carino dirlo, ma per me è così. Non solo perché come giallo è fatto benissimo (mentre nei precedenti questo aspetto non mi aveva convinto), ma anche per una scrittura più organizzata e direi lineare. Cmq quello che più mi ha colpito è vedere quanto il punto di vista sia cambiato. Non scrive un milanese ma qualcuno che ha conosciuto Milano (che a mio parere, in tutti e 4 i libri è la vera protagonista, insieme ai milanesi e alla mentalità di questo posto) venendo da fuori e ha imparato ad amarla pur non avendola nel sangue, e questo si sente tantissimo.
Non aggiungo altro che del libro ha detto Auro molto meglio di me.
Piccolissima nota a margine: ci sono diversi errori di stampa - a volte proprio parole saltate, ed è un vero peccato. Ma 'sti correttori di bozze che ci stanno a fare?!?
) e pur sapendo che non riuscirò a rendere l'idea del libro qualche parola la scrivo. Io l'ho preferito agli altri tre. So che può sembrare poco carino dirlo, ma per me è così. Non solo perché come giallo è fatto benissimo (mentre nei precedenti questo aspetto non mi aveva convinto), ma anche per una scrittura più organizzata e direi lineare. Cmq quello che più mi ha colpito è vedere quanto il punto di vista sia cambiato. Non scrive un milanese ma qualcuno che ha conosciuto Milano (che a mio parere, in tutti e 4 i libri è la vera protagonista, insieme ai milanesi e alla mentalità di questo posto) venendo da fuori e ha imparato ad amarla pur non avendola nel sangue, e questo si sente tantissimo.
Non aggiungo altro che del libro ha detto Auro molto meglio di me.
Piccolissima nota a margine: ci sono diversi errori di stampa - a volte proprio parole saltate, ed è un vero peccato. Ma 'sti correttori di bozze che ci stanno a fare?!?
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Vi prego fate partire un ring, vi pago le spese postali per tutta la vita-
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non lo farei mai con un libro regalatomi. E' l'unica regola rigida che applico a BC. Scusa. 
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