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Ho appena terminato di leggere “L’isola di Arturo”. All’inizio avevo qualche dubbio sul fatto che questo libro potesse piacermi, dubbio confermato dalla lettura delle prime pagine. Per fortuna che sono un tipo tenace, raramente abbandono un libro che inizialmente non mi coinvolge, altrimenti mi sarei persa quello che è diventato uno dei miei libri preferiti. Arturo, protagonista e narratore, ripercorre da adulto l’età della fanciullezza, il periodo più spensierato e felice della sua esistenza. Agli occhi di Arturo bambino, tutto appare circondato da un alone mitico e favoloso. Nella sua narrazione vi è una mescolanza di elementi quotidiani e fiabeschi. Considera le persone che ruotano intorno a lui come personaggi di leggende eroiche. Ad esempio il padre, un uomo infelice, inquieto, annoiato e indifferente all’amore incondizionato del figlio, viene venerato da Arturo come un eroe temerario e irraggiungibile. Arturo ha questa grande capacità di saper trasformare la realtà con la fantasia, alcune volte questo può aiutarlo a sopportare un’infanzia priva di amore e di tenerezza. Bellissime le pagine dedicate alla scoperta dell’amore, un sentimento che Arturo inizialmente non comprende appieno, che esploderà con forza travolgendolo. A poco a poco aprirà gli occhi sulla vera realtà, non più trasfigurata dalla fantasia, abbandonerà per sempre l’età magica dell’infanzia e …
Buona lettura!
P.S. :Sapete consigliarmi qualche altro libro della Morante che vi è piaciuto?!
...dopo la prima reazione (impulsiva) ti dico che l'ho letto su costrizione alle superiori,e che forse rileggendolo adesso sarebbe meglio.Ma non ho il coraggio di provarci...
(cmq hai descritto lo stesso effetto che ha fatto su di me "il pendolo di Foucault"...bello ma difficile all'inizio,ma la fine mi ha ripagato!)
Il vero scrittore non mette mai tutto nel suo libro; il meglio del suo lavoro si compie nell'anima dei lettori. (Rondelet)
ne ho un ricordo bellissimo. una delle storie d'amore più coinvolgenti che abbia mai letto!
della Morante ho letto anche Ara Coeli, sicuramente bello ma un po' più difficile e meno "appassionato".
Cosa leggerai?
Con che libro affascini il tuo cuore?
E se ti perderai nel labirinto di un amaro autore?
P.C.
Ciao!
Anch'io come Silviazza l'ho letto perchè "consigliato" al liceo. Devo dire che non mi ha entusiasmato, non per la storia in sè, che non è male (anche se mi mette una tristezza!), ma per lo stile... l'ho trovato pesante , non so spiegarmi bene il perchè...
Nonostante questa incompatibilità di stili, mi è piaciuto molto "La storia" (è un mattonazzo tanto, ma dubito la cosa ti spaventi, vero? )
Ciaooo, devo togliere lo strudel dal fornoooo!
SerenaC11
"Sorrido. Non esiste un piano che possa prevedere tutto. Altri solleveranno il capo, altri diserteranno. Il tempo non cesserà di elargire sconfitte e vittorie a chi proseguirà la lotta."
Luther Blissett, "Q"
Vero Acquario è tutto quello che viene scritto dopo
l'isola di arturo!
faccio parte anch'io della schiera (vd. silviazza e serena!) che l'hanno letto sotto costrizione alle superiori... e l'ho odiato! forse a distanza di tanto tempo lo apprezzerei di più...però quando un libro mi "traumatizza" difficilmente ho il coraggio di ritentarne la lettura....
“Sulla lavagna della cucina spicca una scritta scarabocchiata con il gesso: FUMA, BEVI E NON PENSARE MAI, un motto preso in prestito da Billie Holiday.” I sublimi segreti delle Ya-Ya Sisters - R.Wells
Io ho letto L'isola di Arturo quando ancora andavo al liceo, cioè un sacco di anni fa, e ricordo che mi è piaciuto moltissimo, aveva un'atmosfera fiabesca....
Però più di tutti mi è piaciuto "La storia": ricordo che lo leggevo fino alle due, le tre di notte, non riuscivo a staccarmene e poi, alla fine, mi commossi tanto. Consiglio proprio di leggerli ambedue.
Confesso che, anni fa, ho inziato a leggere sia L'isola di Arturo che La storia.
Mi piacquero entrambi, il secondo per i paesaggi, il senso di libertà delle passeggiate di Arturo sull'isola, la sua "proiezione" nelle stelle...; l'altro, nella sua durezza data dal periodo storico tracciato e dal carattere della donna, mi piacque per la determinazione e la forza con la quale vive il dramma.
Non li ho conclusi, ma perché ho questa perenne abitudine di iniziare a leggere tutto quanto mi passi sotto le mani e mi incuriosisca, per cui non posso portare avanti tutto!
Così è stato anche per Kim, e adesso per "In dicembre tornavano le brezze"...
Però penso che Arturo e La storia valgano la pena di essere ripresi e conclusi!
Ultima modifica di Yucatan il lun set 06, 2004 1:18 pm, modificato 2 volte in totale.
Della morante ho letto sia l'isola di artura(Bel libro) ma purtroppo anche"LA STORIA" pesantissimo libro il riferimento storico del libro è impeccabile ma ..la storia..è devastante ,la morante si è presa l'incarico di raccontare quel periodo storico e quindi rispetto per il suo racconto
«La vita di una persona consiste in un insieme di avvenimenti di cui l'ultimo potrebbe anche cambiare il senso di tutto l'insieme.»(Calvino)
agiulfo ha scritto:Della morante ho letto ... anche"LA STORIA" pesantissimo libro
Infatti racconta la personale esperienza della Morante come sfollata durante la seconda guerra mondiale... per 9 mesi lei e il suo compagno (un certo Alberto MORAVIA ) dovettero rimanere presso una famiglia di contadini, conoscendo le privazioni comuni a tutti coloro che si trovavano nelle loro condizioni.
A mio parere è interessante leggere il libro che Moravia scrisse a proposito di questa esperienza condivisa che diede vita a un altro capolavoro, molto crudo anch'esso, LA CIOCIARA
Ho appena finito di leggere La storia. mi ci è voluto più di un mese .
devo dire che ala fine non ne potevo più. forse sono io a non essere in grado di apprezzare lo stile della Morante, ma sinceramente l'ho trovato ridondante e troppo, troppo dispersivo. Sicuramente la realtà storica è presentata in maniera ammirevole e assolutamente precisa, ma ci sono davvero digressioni infinite. io, sinceramente, non ho neanche capito bene quali fossero i problemi di Useppe... cioè, che è epilettico ci siamo, ma se ci sono significati reconditi, beh, quelli mi sfuggono.
Quando mi trovo a dover dare contro a certi "mostri sacri" mi sento sempre in colpa... forse fra un po' riproverò con L'isola di Arturo, ma sicuramente non subito...
Levate l'ancora, dritta, avanti tutta. Questa è la rotta. Questa è la direzione. Questa è la decisione- La linea d'ombra. Jovanotti
"...and the darkness inside you / can make me feel so small / but I see your true colors / shining through / I see you true colors / and that's why I love you / so don't be afraid to let them show / your true colors / true colors / are beautiful like a rainbow "
Quando ho comprato qst libro l'ho fatto soltanto perchè volevo leggerne uno della Morante. Non avevo mai letto un suo libro e mi incuriosiva.
Non avevo letto nessuna recensione, nè avevo ricevuto un consiglio... praticamente l'ho preso a scatola kiusa!
Ke dire... mi è piaciuto molto... lo consiglio!!!
A Bologna ("Ad alta voce") uno scrittore (non so chi) ha letto un pezzo scritto dalla Morante... dagli sbadigli e dai conati che mi ha provocato, credo di non avere il coraggio di prendere in mano un suo libro mai piu'! Insomma la mia opinione attuale coincide con quella che avevo dopo aver letto "L'isola di Arturo"...
Il vero scrittore non mette mai tutto nel suo libro; il meglio del suo lavoro si compie nell'anima dei lettori. (Rondelet)
Me l'avevano regalato un po' di anni fa, l'ho cominciato più e più volte, abbandonandolo puntualmente.
Poi, presa da uno strano rigore morale del tipo "Mo' che lo hai iniziato te lo leggi, perchè mica si può mollare un libro a metà", sono riuscita a finirlo.
Effettivamente luuuungo, sembra che non riesca a scorrere.
Ma nonostante ciò, esprimo parere positivo!
Perchè mi ha lasciato impresse nella mente delle bellissime immagini di un sud soleggiato e un po' assonnato, facendomi un poco dai ritmi frenetici di ogni giorno.
Assolutamente consigliabile quest'opera della Morante.
Ambientazioni cariche di nostalgia, fuori dal tempo, ricche di suggestioni, personaggi di spessore, con una psicologia mai banale.
E' la storia di un ragazzo che passa dal mondo dei sogni della sua incantata isola al mondo della realtà, pagando lo scotto della disillusione.
Lo ricordo con piacere dai tempi del liceo quando lo lessi, e devo dire che certe sensazioni ricavate dalla lettura di questo libro, da allora non mi si sono più staccate di dosso.
Oltre a "L'isola di Arturo" (bellissimo!) consiglierei anche "La storia" che non considero affatto un "mattonazzo" o "pesante", ma uno dei tanti preziosi strumenti utili a riflettere su un periodo storico drammatico della vita del nostro paese.
Un altro libro bellissimo della Morante è "Menzogna e sortilegio" che vinse il premio Viareggio nel 1948, e che negli anni Sessanta Gyórgy Lukàcs lo definì «il più grande romanzo italiano moderno».
Anche "Lo scialle Andaluso" non è male...
Ara Coeli è l'unico che non mi è piaciuto.
La parola abbaglia e inganna perché è mimata dal viso, perché la si vede uscire dalle labbra, e le labbra piacciono e gli occhi seducono. Ma le parole nere sulla carta bianca sono l'anima messa a nudo.