rosarossa ha scritto:
Ekkediamine! Non c'è proprio nessuno?...
Che diavolo ci avete messo, in questi testi teatrali...? Pensate che siano così orrendi?
Boh, forse per scrivere un dialogo ci dovra' essere uno straccio di motivo... non mi pare una cosa che uno faccia cosi', tanto per fare... Penso proprio che pochi si siano presi la briga di farlo...
rosarossa ha scritto:
OK: il primo che confessa...si becca un "rilascio teatrale" con i fiocchi...
Ah vabbe', se c'e' un premio allora mi ci provo.. ho scritto perfino la pagina "pulp", posso tranquillamente sputtanarmi provando con un dialogo... vedi se questo vale come dialogo, o se c'e' troppa parte descrittiva (non so, io di teatro non ci capisco un cazzo).
I protagonisti, come si puo' facilmente intuire, sono presi a prestito dalla realta' (grazie frate', caffe' pagato

)
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Sono ancora incredulo, indeciso mentre continuo a passeggiare. Non mi capacito, non riesco a convincermi, ho bisogno di parlarne.
Ecco Marco.
"...Allora, frate', che mi dici, hai novita'?"
"Beh, si, insomma, stiamo andando avanti"
"Ma dai, racconta, com'e'? Carina?"
Passo il tempo di due respiri, non so come fare a dire "carina" senza
che la parola si appiattisca sulla superficie della sua faccia, del suo
corpo
"...si', e' molto carina. E dolce"
"Beh, dai, sara' carina ma e' proprio lontana.. dove hai detto che
sta?"
"Borgomanero, e' un paesone in provincia di Novara, anche se piu' vicino
a Varese... Hai presente la Malpensa, Gallarate? Ecco, da quelle parti
li'"
"Ma non eri tu quello che "solo all'interno del raccordo"?"
"Che ti devo dire, e' vero, hai ragione, sarebbe meglio. Ma..."
"Ma..."
"Ma non lo so, in fin dei conti perche' farsi programmi, perche' mettere
limiti...."
"Di un po', Gio', non ti sarai mica innamorato?"
"Innamorato?"
Schiaccio la cicca ruotandoci sopra la punta del piede, il brecciolino bianco
crepita scricchiolando. Il tempo di pensare a cosa voglia dire essere
innamorato, in fin dei conti non son sicuro di saperlo piu'. Penso.
"Beh, se intendi dire che mi manca, che passo il tempo a pensare a lei,
che aspetto sempre un suo messaggio, una sua telefonata, un suo
pensiero... beh, si'... mi ha fatto innamorare di lei."
"Ma quanto la conosci, in fondo?"
Cazzo, Marco e' in vena di domande difficili, stasera. Guardo l'ombra
proiettata da Castel S. Angelo sugli stand della festa, la gente che si
muove e va e viene tra le luci. Abbasso gli occhi.
"Non e' quello, Marco... e' dolce, ha saputo prendermi. E' entrata dritta
dritta, chiedendo appena permesso. Mi ha invaso in tutti gli angoli.
Mi ha fatto cambiar prospettiva in pochi giorni, e ci siamo visti cosi'
poco... mi ha acceso."
Marco mi guarda. Lo so che e' perplesso, non e' affatto convinto. Non lo
sarei nemmeno io al suo posto, so come vanno queste cose viste dal di
fuori. E mi vuole bene.
"Seee... tu non sei tipo a cui bastano pochi minuti, qualche telefonata,
per crollare giu'... non me la racconti, bello, non mi convinci...
cos'altro hai per le mani?"
"Niente, sul serio!"
"Ma scusa, come fate? Sono seicento e passa chilometri, tutti e due con
figli, ma quando vi vedete? Ma ci pensi? Con tutte quelle che ci sono
qui!"
Logico, non fa una piega. Non torna nemmeno a me. Lo avrei detto allo
stesso modo, non piu' di un mese fa. Ora non credo. Un mese puo' essere
un secolo, se una donna ti entra dritta dritta. Puo' essere un tempo
molto lento. Ciondolo il bicchiere di plastica che ho in mano, la poca
birra rimasta, non rispondo a lui, rispondo a me. Penso a quella canzone, quella di Enrico Ruggeri:
"Non credo a cio' che in Francia chiamano coup-de-foudre
L'amore occupa i capillari molto lento
mediando la ragione con un nuovo
sentimento.
Rien ne va plus"