guerra terrorismo

Se volete parlare seriamente di qualcosa che non è presente in nessuna delle altre aree e/o volete dare un annuncio generale a tutti per una cosa importante, questa è l'area appropriata.

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invisigot
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Messaggio da invisigot »

ah dimenticavo...l'italia in iraq non è in guerra, neanche vi ha preso parte...ci siamo andati in missione per la ricostruzione come il resto del mondo e l'ONU. (tranne paesi come francia e germania rimasti a guardare, perchè avevano ingenti affari petroliferi con saddam, e che hanno subito rapimenti al pari degli altri).
Molto rispettosamente segnalo...

Decreto-legge 28 giugno 2005, n. 112

"Disposizioni urgenti per la partecipazione italiana alla missione internazionale in Iraq"
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 148 del 28 giugno 2005

Art. 1.
Missione umanitaria, di stabilizzazione e di ricostruzione in Iraq

1. E' autorizzata, fino al 31 dicembre 2005, la spesa di euro 19.222.168 per la prosecuzione della missione umanitaria, di stabilizzazione e di ricostruzione in Iraq, di cui all'articolo 1 del decreto-legge 19 gennaio 2005, n. 3, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 marzo 2005, n. 37, al fine di fornire sostegno al Governo iracheno nella ricostruzione e nell'assistenza alla popolazione.


Art. 5.
Partecipazione di personale militare alla missione internazionale in Iraq

1. E' autorizzata, fino al 31 dicembre 2005, la spesa di euro 212.972.175 per la proroga della partecipazione di personale militare alla missione internazionale in Iraq, di cui all'articolo 4, comma 1, del decreto-legge 19 gennaio 2005, n. 3, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 marzo 2005, n. 37.
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YowlYY
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Messaggio da YowlYY »

faust ha scritto:di certo non si parla di "custodia preventiva" "carcere a priori" tipo il bellissimo film nel nome del padre. in quel caso sarei contrario anche io e neanche minimamente titubante ad incatenarmi alle porte di montecitorio per evitarlo..
Mah...e' successa una volta in Gran Bretagna. Con un PM che dice le bugie per giustificare una guerra, per dirne una, chi mi garantisce che una situazione simile non si ripeta, con la scusa che e' per il "bene nazionale"? Basta avere la pelle piu' marroncina...
Ammetto che sto estremizzando, ma cio' e' dato dal fatto che non mi fido del governo...parlo di quello britannico, perche' e' dove ho vissuto per gli ultimi 6 anni e ne conosco meglio la realta' quotidiana, ma immagino che gli altri governi non siano molto migliori.

Intanto, qui ci sono i piani per la lotta contro il terrorismo:
http://news.bbc.co.uk/1/hi/world/europe/4675787.stm
(anche qui la biometria impazza, Tony e i suoi amici la vogliono a tutti i costi!)
"I once had a rose named after me and I was very flattered. But I was not pleased to read the description in the catalogue . . . "No good in a bed, but fine against a wall." - Eleanor Roosevelt

http://uk.groups.yahoo.com/group/BookCrossingUK/
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faust
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Messaggio da faust »

Decreto-legge 28 giugno 2005, n. 112
come si puo' leggere art1, il nostro paese non ha partecipato e non partecipa a nessuna guerra in iraq.


Nel quadro della lotta internazionale al terrorismo, nel marzo 2003, una coalizione guidata dagli USA ha intrapreso l'Operazione "Iraqi Freedom" in Iraq per il rovesciamento del regime di Saddam Hussein.
A seguito della sconfitta della capacità militare irachena, il 1° maggio 2003 è iniziata la fase "post conflitto" (IV Fase dell'operazione "Iraqi Freedom"), che si pone come obiettivo la creazione delle condizioni indispensabili allo sviluppo politico, sociale ed economico dell'Iraq.
A questo scopo è stato costituito un comitato, a guida USA, denominato Ufficio per la Ricostruzione e l'Assistenza Umanitaria (ORHA - Office for Reconstruction and Humanitarian Assistance).

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite il 22 maggio 2003 ha approvato la Risoluzione n. 1483 con la quale sollecita la Comunità Internazionale a contribuire alla stabilità ed alla sicurezza del Paese iracheno.
Successivamente veniva costituita la CPA (Coalition Provisional Authority) Autorità Provvisoria della Coalizione che, oltre ad assorbire parte delle funzioni del ORHA, aveva il compito di fornire il necessario supporto finalizzato alla creazione di un nuovo Governo iracheno. La CPA cessava il suo incarico il 28 giugno 2004 con il trasferimento dei poteri al Governo ad interim iracheno.
Sulla base di quanto dichiarato dal Ministro Frattini durante l'audizione del 15 aprile 2003 al Parlamento della Repubblica, e dell'intervento, alle Commissioni Esteri e Difesa del Senato e della Camera riunite in seduta congiunta, del Ministro della Difesa, On. Martino, il 14 maggio 2003, viene messo a punto un piano operativo di emergenza, da una Task Force interministeriale appositamente costituita e coordinata dal Ministero Affari Esteri, con l'apporto della Difesa e di altri Ministeri.

Il 16 ottobre 2003, il Consiglio di Sicurezza ha approvato all'unanimità una risoluzione (1511 del 16 ottobre 2003 sull'Iraq) che getta le basi per una partecipazione internazionale e delle Nazioni Unite alla ricostruzione politica ed economica dell'Iraq e al mantenimento della sicurezza.
Tale risoluzione, adottata ai sensi del capitolo VII dello Statuto delle Nazioni Unite, si concentra su tre aree principali: la leadership irachena e il passaggio dei poteri dall'Autorità Provvisoria della Coalizione al popolo iracheno; il mantenimento di condizioni di sicurezza a opera di una forza multinazionale sotto comando unificato; la partecipazione internazionale e delle Nazioni Unite al finanziamento dei progetti di ricostruzione e di ripresa.
Essa contempla tra l'altro che "il conseguimento della sicurezza e della stabilità è fondamentale per riuscire a portare a termine con successo il processo politico" e per permettere alle Nazioni Unite di lavorare nel Paese, la risoluzione autorizza una "forza multinazionale sotto comando unificato a prendere tutti i provvedimenti necessari per contribuire al mantenimento della sicurezza e della stabilità in Iraq".
La risoluzione dispone, altresì, che l'Autorità Provvisoria della Coalizione "restituisca, prima possibile, le responsabilità e l'autorità di Governo alla popolazione dell'Iraq" e chiede all'Autorità, al Consiglio di Governo iracheno e al Segretario Generale delle Nazioni Unite di tenere informato il Consiglio di Sicurezza sui progressi compiuti.
Il 1 marzo 2004 il Consiglio di Governo iracheno approva la Legge Amministrativa Transitoria, che stabilisce alcuni principi fondamentali che dovranno guidare il processo costituzionale in Iraq. Il documento è stato firmato il giorno 8 marzo successivo.
Il 1 giugno 2004 si insedia a Baghdad il nuovo Governo Interinale iracheno.
L’8 giugno 2004 il Consiglio di Sicurezza dell'ONU approva all'unanimità la Risoluzione 1546.
Il 28 giugno 2004 ha luogo a Baghdad il passaggio di poteri tra la Coalizione ed il nuovo Governo Interinale iracheno .
Il 23 novembre 2004 si svolge a Sharm El Sheik (Egitto) la Conferenza Internazionale sull'Iraq.
Il 30 gennaio 2005 si svolgono le elezioni per l’Assemblea Nazionale Transitoria irachena.
Il 16 marzo 2005 si riunisce per la prima volta l’Assemblea Nazionale Transitoria irachena.

www.difesa.it
Ultima modifica di faust il mer lug 13, 2005 2:54 pm, modificato 1 volta in totale.
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invisigot
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Messaggio da invisigot »

come si puo' leggere art1, il nostro paese non ha partecipato e non partecipa alla guerra in iraq.
credo che anche grazie all'ausilio delle sottolineature in rosso si capisse perfettamente il senso del messaggio...
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TierrayLibertad
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Messaggio da TierrayLibertad »

Si potrebbero limitare le libertà solo di quelli che non vi vedono un problema nelle limitazioni stesse?

Battute a parte, conservare i dati e conservarli per molto tempo (sentivo stamattina Rodotà alla radio dire che siamo il paese che conserva i dati delle conversazioni telefoniche più a lungo nel mondo) è estremamente pericoloso. E' vero che l'ordinamento garantisce (art. 15, c. 2 Cost.) che la limitazione della libertà e segretezza della corrispondenza può avvenire solo per atto motivato dell'autorità giudiziaria, ma mi pare (da quello che ho letto sui giornali non è molto chiaro) di capire a) che si vogliano estendere i casi in cui tale limitazione è possibile e b) l'unico modo per essere sicuri che tali dati non vengano visti da persone che non dovrebbero vederli è che i dati non vengano conservati.
Certo, diceva liber, bisogna trovare un compromesso tra sicurezza e libertà. Il problema è simile a quello del prezzo della benzina: quando il petrolio sale sale il prezzo, quando il petrolio scende i prezzi difficilmente lo imitano (o lo fanno in misura minore). Nel nostro ordinamento ci sono ancora leggi approvate trent'anni fa per combattere il terrorismo interno. Il terrorismo è stato sconfitto, c'è stata una limitata (anche se sanguinosa) recrudescenza dopo anni, hanno arrestato anche questi ma quelle misure continuano ad essere vigenti.

Ciao
TyL
Caminante, son tus huellas
el camino y nada más;
caminante, no hay camino,
se hace camino al andar.

(A. Machado)

Se parlassi le lingue degli uomini e quelle degli angeli, ma non avessi l'amore, sarei come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna.

«Bisogna essere molto pazienti», rispose la volpe.

Se dici qualcosa che non offende nessuno, non hai detto niente
(O. Wilde)

Vero Acquario

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zazie
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Messaggio da zazie »

Tyl ha scritto:Si potrebbero limitare le libertà solo di quelli che non vi vedono un problema nelle limitazioni stesse?
:lol: :lol:
Scusate se il mio contributo si limita allo sghignazzo ma vado di fretta

p.s. lo sghignazzo è per la battuta di Tyl, solo per quella :wink:
Ultima modifica di zazie il mer lug 13, 2005 5:33 pm, modificato 1 volta in totale.
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chia snoopy78
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Messaggio da chia snoopy78 »

liberliber ha scritto
ma in qualche modo i crimini e i colpevoli vanno scoperti... se c'è un qualunque omicidio la prima cosa che fanno è chiedere i tabulati telefonici, controllare il pc della vittima e quindi mail e telefonate, non vedo il problema nel tenere queste informazioni più tempo.
Non vedo neanche il problema di estendere al terrorismo le procedure usate nei confronti della criminalità organizzata, il terrorismo non è un crimine? non è organizzato?
beh ci sono diverse condizioni (sospetti gravi e concordanti, autorizzazione della magistratura eccetera).
io non voglio vivere in un mondo dove mettono i bambini nell'acido, ad esempio. e se con certe misure, garantite appunto dal controllo della magistratura eccetera, si può evitare, le applichino.
Il punto, come dicevo sopra, è trovare un compomesso tra la tutela delle libertà dei cittadini e la tutela dei cittadini dai crimini. Mai detto che sia facile!



pienamente daccordo con liber
Andai nei boschi perchè volevo vivere con saggezza e in profondità e succhiare tutto il midollo della vita, per sbaragliare tutto ciò che non era vita e per non scoprire in punto di morte che non ero vissuto (H.D. Thoreau)
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liberliber
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Messaggio da liberliber »

mi è stato fatto notare che i miei post sembrano un po' (molto?) assolutisti, se è così mi scuso con la fretta e il poco tempo nel cercare di dire tutto e chiaramente (nei miei limiti...) e finendo per essere più brusca di quanto volessi. Cmq tutto quello che ho scritto era una semplice opinione personale appoggiandomi a qualche reminescenza giuridica (che chiunque più informato può tranquillamente smentire :P ).

a proposito di integrazione oggi ho visto questa scenetta: giornalista all'uscita dell'università (università che ha una forte politica di borse di studio verso studenti di Paesi lontani come l'Asia e l'Africa) deve fare un servizio su 'i programmi dell'università xy specifici verso gli studenti stranieri' e ferma un ragazzo di colore. Il quale con un accento milanese che a confronto il mio non si nota neanche le dice tranquillamente che lui è stato adottato da piccolo e quindi segue i programmi normali degli studenti italiani come lui.
Ora, io la capisco, probabilmente pensava di andare a colpo sicuro, però è stato bello vederla diventare di tutti i colori :P
Lato ironico della vita a parte, evidentemente siamo ancora nella fase che uno studente universitario di colore viene identificato istintivamente come straniero. A questo punto la questione è di mentalità, uso, e penso anche apertura e possibilità di frequentare le scuole superiori per persone immigrate quantomeno di seconda generazione: si dice che le elementari siano con forti componenti di studenti islamici, di colore o cinesi (almeno a Milano dove ci sono comunità numericamente molto forti): dopo le medie dove spariscono? O i loro fratelli maggiori, dove sono? Qual è e come funziona il sistema delle borse di studio? Sarò semplicistica, ma secondo me l'ignoranza (da entrambe le parti) è un limite enorme, e un grosso passo avanti a mio parere con la facilitazione del diritto allo studio si potrebbe fare. I servizi sociali sempre pronti a intervenire magari togliendo i bambini alle madri zingare o cmq extracomunitarie invece di far avere alle famiglie gli aiuti di cui avrebbero bisogno, si occupano anche di queste cose? Non sono domande retoriche eh, è che proprio non so neanche dove reperire queste informazioni.

(scusate la lunghezza)
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Pelodia
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Messaggio da Pelodia »

Io vivo in in una zona dell'emilia dove cinesi, indiani (indù e sikh) e pakistani fanno parte del tessuto della popolazione ormai da anni.

Boh, saremo un'isola felice ma io i miei amici indiani e cinesi conosciuti alle medie li vedo ancora tutti i giorni, lavorano come impiegati o operai.
Ci sono bar gestiti da cinesi dove si sente parlare quasi esclusivamente dialetto emiliano :)
Ci sono pakistani arrivati qua da bimbi che sanno il dialetto nettamente meglio di me.

Ho fatto i primi due anni di università sedendomi tutte le mattine a fianco di Song Hu e di Amit Kumar, che prendevano il treno con me tutti i giorni e a volte ci si trovava pure per studiare assieme o a casa mia o a casa loro.

Questa è la mia esperienza personale. Sono molto fortunato.

Poi chiaramente ci sono anche situazioni in cui ci si chiude a riccio nei confronti di una cultura che non si riesce a capire ma che almeno ti da qualche soldo per vivere, una cultura contro la quale combatti isolandoti dai luoghi di scambio di questa stessa cultura.

Amiche come Gupreet Kaur o Menaxi Kumare non le vedo veramente da tanto, e se le trovo in giro con il padre non mi attento neppure a salutarle perchè sono stato testimone di padri che picchiano gente di qua solo per aver rivolto la parola alle loro figlie.

Molti hanno paura.
Che cosa li spaventa?
Che cosa porta loro a non volersi integrare nella nostra cultura?

Il motivo religioso non credo sia la causa maggiore, comunità sikh, indù e musulmane hanno libertà totale di culto, tanto che continuano ad esserci fortissme polemiche sul fatto che i sikh possano non portare il casco per via del turbante e per via del fatto che un sikh battezzato va sempre in giro con il suo pugnale rituale.

E allora cosa c'è che non va ancora?
I soldi riescono a farli, riescono a professare la loro fede.. cosa vogliono di più? (ve lo state chiededo un po' tutti, lo so)
C'è paura, forte paura, di non essere accettati e paura del fatto che per essere accettati ci sia da annullare la propria spiritualità, il proprio modo di essere, il proprio essere diversi.

Si, l'esempio dell'interculutralità e del meltinpot di posti come NewYork potrebbe essere calzante, ma come dice un bisonte insaponato:
Iorek ha scritto:Attenzione: nessuno qui parla di integrazione, stai fraintendendo Lord. Stiamo dicendo che se ti "annulli" (un po' forte, ma il ragazzo è lontano) in favore di un'appiattimento verso i valori americani (Venditi al migliore offerente), nessuno bada più al colore della pelle.
Soluzioni?
Io ho sempre la mia stessa soluzione.
Facciamo veder loro che non siamo poi tanto cattivi e vogliosi di annullarli, tempi lunghi, larghi sorrisi.

Si lo so che il pacifismo ad oltranza stanca ma onestamente in questo caso una soluzione dura sarebbe altamente controproducente a mi avviso.

PS: chiaramente mi baso su idee che mi son fatto guardando un po' come stanno le cose dalle mie parti: emilia in confine con la lombardia.

[Se liber si è scusata per la lunghezza del suo post.. fustigatemi per il mio :)]
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cagare il cazzo non serve. [Romanz mia cit]
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il-picchio
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Messaggio da il-picchio »

liber ha scritto:evidentemente siamo ancora nella fase che uno studente universitario di colore viene identificato istintivamente come straniero. A questo punto la questione è di mentalità, uso, e penso anche apertura e possibilità di frequentare le scuole superiori per persone immigrate quantomeno di seconda generazione: si dice che le elementari siano con forti componenti di studenti islamici, di colore o cinesi (almeno a Milano dove ci sono comunità numericamente molto forti): dopo le medie dove spariscono?

una collega (cioè, ex, da oggi sono una donna libera e disoccupata) mi racconta:
ha vissuto col marito per qualche anno in Costa Rica, dove sono nati i suoi due figli.
Hanno un cognome tipicamente veneto, che finisce in "on", e la bambina si chiama Kathleen, perchè a loro piaceva.
Ovviamente la preparazione del primo anno di scuole elementari costaricensi è diverso da quello italiano, e altrettanto ovviamente la bimba era più disinvolta con lo spagnolo che con l'italiano.
Poi sono tornati a vivere a Verona.
Il risultato è che per tutte le scuole elementari la Kate, che posso testimoniare essere ragazzina davvero brillante, è stata trattata "come un'extracomunitaria": "poverina, non fa bene i temi, ma in fondo è straniera, diamole 6, chi se ne frega se non impara la grammatica, è così ben integrata nella classe, pazienza se non scrive una cippa di italiano"
Dopo queste splendide pagelle sulla fiducia, in quinta elementare ha finalmente trovato un'insegnante tosta che ha chiarito alla madre il problema, e con qualche lezione extra è riuscita a raggiungere il livello degli altri.
In pratica la mia collega è dovuta andare a parlare con gli insegnanti per chiarire che la "sua" non era figlia di stranieri che tanto poi vanno in fabbrica ma una a cui potevano pure insegnare qualcosa...
sì, è proprio alla radice il problema: per molti insegnanti che insegnano, ce ne sono altri che, istintivamente, partono con un paternalismo idiota e deleterio.
e alura? Lo so, dovrei approfondire, ma ora DEVO staccare.... spero di non aver delirato, almeno
e ricordati che i lupi peggiori sono quelli con il pelo dentro (N.Jordan)
MAI GIOCARE ALLA CAVALLINA CON UN UNICORNO (M.Shea)
Da piccola mi ero autoconvinta che i regali me li portava Coppi sulla sua bicicletta... non vi dico le mazzate con gli altri bambini (Campalla)
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Messaggio da 2teepot »

da oggi sono una donna libera


Che donna ! :cheers:
tutto il resto
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Orgoglioso di essere suo paesano ! :D

E fatele pure il bannerino a 'sto punto ... :P
Si abbraccia un'ombra e si ama un sogno. (Soderberg)
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zazie
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Messaggio da zazie »

Il post della Picchia mi ha sconvolta.
Perchè da qualunque punto di vista si guardi la faccenda...siamo proprio messi male :eyes:
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Messaggio da mickymicky »

Come insegnante di scuola elementare posso dire che nella mia scuola ( e sto parlando non del paese dove vivo, ma di un piccolo paese a 15 KM, dove essere straniero davvero si nota, perchè ce ne sono proprio pochi) quello che dice picchio proprio non succede. Ho avuto un bambino albanese quest'anno, arrivato qualche anno fa da un centro di accoglienza in Puglia con la famiglia che ha chiuso la scuola elementare con un ottimo giudizio, una bambina marocchina due anni fa bravissima e potrei continuare.
Quello che vorrei dire è che non è semplice per gli insegnanti trovarsi con bambini così in classe, però nessuno ha mai pensato che tanto diventano operai, anche perchè, superate le iniziali difficoltà linguistiche, poi vanno alla grande ( almeno secondo la mia esperienza)
L'unica cosa che a volte è difficile superare è il pregiudizio ( e dico da entrambe le parti) I bambini non ce l'hanno, ma a volte sono imbevuti di quello dei genitori ( perchè vengono qui, ecc. ecc.)
Io ho affrontato il problema spiegando le ragioni dell'emigrazione e facendo notare che anche gli italiani fino a pochi anni fa erano poveri...
scusate la prolissità, ma davvero penso che la scuola possa essere uno dei mezzi più efficaci per contrastare razzismo e xenofobia...
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Messaggio da Introoder »

Scrivo su questo thread quello che - spero - possa essere considerato come un 'post di servizio' alla luce del dibattito sulle nuove misure antiterrorismo che parecchi Paesi stanno adottando. Non vorrei, invece, che si inasprisca il dibattito, far polemica (o provocarla) è l'ultima delle mie intenzioni, ed è anche per questo che mi sono astenuto, fino ad oggi, dallo scrivere qui (anche se qualcuno cui va la mia più profonda stima mi ha esortato a cambiare idea... e forse sta riuscendo nel suo intento).

L'ho ricevuto stamattina nella Newsletter di BC.com, mi è sembrato interessante e utile (anche se, forse, scontato. Ma talvolta serve puntualizzare l'ovvio). Ecco qui.
La newsletter di BC.com ha scritto:Stay Safe and Take Care



The world is changing all around us. While there is much that is grand and glorious, there are, unfortunately, changes of a darker nature. In the years since the origination of BookCrossing, we have witnessed an increase in tragedy and terrorism. These events have struck many countries. Our hearts go out to all the victims of terrorism, as well as those who have been impacted by the perils of nature. But it brings to mind an important reminder for all of us who leave our precious books out in the wild: take care where and how you place wild releases. Items considered discarded and unattended, no matter how innocuous they may seem, can be mistaken for something more sinister. Consider supporting or starting local OBCZs or starting a Bookring with that wonderful tome you just completed. And, when you do a wild release, be considerate and careful. We would certainly cringe to have one a BookCrossing book be the cause of public concern! Above all, stay safe. You are the heart and soul of BookCrossing and extremely important to us.
Ciao
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La violenza è l'ultimo rifugio degli imbecilli - Hari Seldon

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Messaggio da liberliber »

avevano scritto una cosa analoga sul sito dopo l'11 settembre dicendo di non lasciare libri in aereoporto... in effetti mi sa che eviterò le stazioni e le metropolitane d'ora in poi...
Ho potuto così incontrare persone e diventarne amico e questo è molto della mia fortuna (deLuca)
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Messaggio da shandy »

Questo 3d sta sempre più prendendo la piega dell'altro che ho aperto poco tempo fa, interrogandomi sul razzismo e su quanto siamo ormai abituati ad episodi di razzismo tanto da non sconvolgerci più quando ne sentiamo parlare...
Ho letto cose davvero interessanti ma "sconvolgenti", come l'esperienza del Picchio o la storia del ragazzo nero raccontata da Liber.
Credo che tutto questo dipenda dal fatto che, in Italia più che altrove, viviamo in un clima di diffidenza e chiusura nei confronti di chi è "diverso". Abbiamo paura? Forse. Di cosa? A questo proprio non so rispondere...perché io non ho paura di un bel niente. O meglio, le mie belle paure le ho anch'io, ma non sono neanche lontanamente imparentate con colore della pelle, lingua o religione della persona che mi sta di fronte.

Dobbiamo costruire una società più aperta. Non c'è soluzione. Impossibile pensare di "separare" le etnie e le nazionalità. (Senza contare che perderemmo tantissimo: senza il mio ex moroso iraniano, amici spagnoli, cinesi, marocchini e ungheresi credo sarei una persona molto più "povera"...). L'unica via è l'integrazione e la convivenza, che non deve essere sinonimo di sopportazione.

Quello che mi spaventa nelle reazioni dei nostri governanti ad atti come quello di Londra è che portano esattamente nella direzione opposta. Creano ancora più diffidenza, paura del prossimo, soprattutto se ha la pelle un pelo più scura della nostra.
La reazione dopo l'11 settembre è stata la stessa. Restrizione dei controlli a scapito, principalmente, di arabi che avevano l'unica colpa di essere arabi. (Senza contare la repressione nei confronti di gruppi politici fastidiosi, legittimata dalla "lotta al terrore", ma questo è un altro capitolo che rimando ad un altro post). E cosa si è ottenuto? 11 marzo a Madrid e 7 luglio a Londra. Questo si è ottenuto. Un tubo. Anche meno, forse.
Per questo le misure adottate dall'Italia e da altri Paesi mi spaventa. So che non porteranno risultati e non faranno altro che peggiorare un clima già di per sé teso.
42
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Miss Piggott
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Messaggio da Miss Piggott »

Ditto.
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Bilbo
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Messaggio da Bilbo »

Shandy ha scritto:Quello che mi spaventa nelle reazioni dei nostri governanti ad atti come quello di Londra è che portano esattamente nella direzione opposta. Creano ancora più diffidenza, paura del prossimo, soprattutto se ha la pelle un pelo più scura della nostra.
A proposito di reazioni dei governi, sono rimasto sconcertato dalla decisione della Francia di sospendere il trattato di Schengen. Non credo che qualche controllo alla frontiera possa servire ad evitare altri attentati anche perché, come il caso di Londra ha dimostrato, a metterli in atto spesso sono persone che sono già da parecchio tempo all'interno del Paese. E non credo che, comunque, l'obbligo di mostrare un documento alla frontiera possa scoraggiare chicchessia.
Continuo a pensare che l'unico modo per ridurre il rischio di attentati sia quello di cominciare a smetterla di andare a bombardare indiscriminatamente altri paesi, con la scusa dell'esportazione della democrazia. Ridurre l'ostilità delle popolazioni dei paesi arabi nei nostri confronti, potrebbe essere il modo migliore per eliminare quel fertile substrato di cui si nutrono gli estremisti. Tutto questo, come sempre, IMVHO.
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shandy
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Messaggio da shandy »

...e magari smettere di vendere loro armi darebbe un contributo in più...
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liberliber
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Messaggio da liberliber »

miss ti sei persa un pezzo? :think:

shandy, io condivido i tuoi timori, ma se (per assurdo) tutti questi attentati venissero fatti da norvegesi alti e biondi riconosciuti dalle telecamere, e si facessero controlli per trovare questi norvegesi alti e biondi o altri eventuali attentatori alti e biondi, staremmo a parlare di discriminazione?
Dal punto di vista istituzionale, se devo cercare il colpevole di un crimine, e ho un identikit, mi baso su quello. se so che chi fa questi attentati ha determinate caratteristiche fisiche, accentro la mia attenzione su quelle - quali esse siano.

altro discorso secondo me è quello sociale. Concordo che si tratta di paura, ma come diceva Pelo spesso è da entrambe le parti, e questo impasse credo sia molto difficile da superare. La scuola secondo me può aiutare molto, ma è proprio la mentalità che va cambiata a livello culturale.
La differenza non dovrebbe proprio più essere percepita come tale, in entrambi i sensi - l'altra sera parlavo con Pelo del fatto che non dico niente al ragazzo extracomunitario che vende accendini fuori dal mio ufficio anche se mi strattona per il braccio e mi mette le mani addosso. Fosse stato un italiano avrei già avuto una qualche reazione, invece, non so, forse per non passare per razzista, faccio finta di niente. e penso che questo sia sbagliato. Penso che sia sbagliato cmq trattare diversamente una persona (sia negativamente che positivamente).
Ho potuto così incontrare persone e diventarne amico e questo è molto della mia fortuna (deLuca)
Amo le persone. E' la gente che non sopporto (Schulz)
Ogni volta che la gente è d'accordo con me provo la sensazione di avere torto (Wilde)
I dream popcorn (M/a)
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