Sull’onda dell’entusiasmo di “L’arte di correre” ho però prestato attenzione a questa nuova pubblicazione e ne sono stata letteralmente catturata. Probabilmente non piacerà ai lettori che di Murakami apprezzano appunto l’aspetto onirico e surreale, perché aldilà di alcuni sogni e di una breve parentesi in cui il protagonista dubita di sé e delle sue azioni, è un romanzo fortemente legato alla realtà e ai temi tipici della sua produzione.
Su Anobii in effetti molti lo hanno paragonato a Tokio Blues, alcuni definendolo una sua copia scialba.
Anche se è indubbio e sono d’accordo che molti dei cliché di Murakami siano qui ripresi (la solitudine indolore del protagonista, la presenza di una donna più grande che dà inizio ad un viaggio dentro di sé, l’amicizia giovanile, adolescenti fragili, la musica) quello che altri interpretano come un’ imitazione pallida dei suoi primi romanzi è per me solo una naturale evoluzione e una versione più moderata e matura della sua produzione degli anni 80 e 90. Consigliato

H. Murakami,
L’incolore Tsukuru Tazuki e i suoi anni di pellegrinaggio
Einaudi 2014
Pagg. 272- € 20,00