Il secondo tentativo per la seconda entrata al Villaggio Globale
...eh sì, perchè un secondo tentativo c’è stato! Le strade dritte di testaccio, dove un parcheggio alla sera (di qualsiasi giorno della settimana!) è oro, sono attraversate da macchine piene di gente che sarà destinata al suo locale: questa è una delle zone a più alta densità di locali, ed ogni sera è una festa...e ce ne siamo accorti! La seconda entrata del ‘Villaggio Globale’ è laggiù: «Ma non è meglio parcheggiare qui?»...«Ma no, tanto più giù c’è posto...e poi si può entrare dentro!!».......prendiamo una stradina dove già le persone sono molto di meno ed il buio si fa più denso, melmoso! Sguardi che guardano...altri scrutano, addirittura! E’quasi del tutto buio: strano trovare delle zone “quasi totalmente buie” in una zona così centrale di Roma...ma questa sembra quasi un’altra zona di Roma, rispetto a pochi passi indietro...ed il buio c’è!
D’improvviso sulla sinistra compare un chioschetto. Sembra un chioschetto messicano...i “gestori” ci guardano anche loro...non vogliamo i vostri colorati bacardi breezer...neanche le vostre birre...non ci hanno chiesto nulla, ma il pensiero è quello! E le colorate bottigline sono l’ultimo colore che osserviamo! C’è una porta: è la porta da dove un tempo entravano in massa le povere bestie non consce che quella era l’ultima passeggiata prima del macello! Sarà quella vecchia angoscia che ristagna in questa porta? Sarà quel vecchio terrore di migliaia di bestie pre-macellate, che aleggia ancora nell’aria??? Cos’è??? C’è un cartello amico col simbolo del nostro “biblio-gioco”: eh sì l’entrata è proprio questa!!! Ma... All’orizzonte il cielo è cosi scuro che a confronto l’inchiostro nero per le stilografiche è un limpido laghetto di montagna...Lampi (“Lampa!!!”) squarciano l’oscurità più assolutà...quella del cielo e quella della terra sottostante occupata dsagli umani! I lampi provengono da un’unica, lontana porzione di cielo, ed i seguenti tuoni si fanno sentire solo dopo troppo tempo...Ma noi continuiamo, e superiamo il varco...«Laggiù ci sono i nostri amici!!!!»...Sì, ma prima c’è un altro gruppetto, tra noi e loro! Ci guardano (anche loro!)...Uno soltanto si fa più avanti, verso la nostra macchina, che rallenta sempre di più...la camicia è aperta su una catenina d’oro che poco brilla per la poca luminosità, ma è talmente grande che noi la vediamo...è possibile vederla, come è possibile vedere un paio di denti d’oro del “capo” che, sempre più minaccioso, inizia a brandire un bastone! Sembra ne voglia sentire la consistenza dell’estremità e per farlo, si batte l’arnese sulla mano libera...decidiamo di tornare indietro!
Non sapremmo mai se il bastone fosse tale o soltanto un giornale arrotolato...lui c’era...i denti d’oro non lo so...i lampi sì (oh come lampava!!)...il buio era denso...i gestori “messicani” c’erano...e c’era tutto il resto!
Questa storia accadde un secondo martedi del nono mese dell’anno secondo del millennio nuovo, nel luogo che fu teatro di sangue e di morte...tornammo alle luci della città, contenti di riaverle conquistate, ma tutti quanti con la stessa immagine stampata nella mente: il “ghigno del guardiano di porta”!
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