nello specifico non conoscevo questa posizione di di pietro ma non mi sorprende, come non mi sorprende che il pd, soprattutto nella tua regione, dove controlla parecchi enti locali, abbia proceduto a privatizzare la distribuzione dell'acqua. o, ripeto, come bersani possa essere stato favorevole al nucleare.l'informazione contenuta nel mio messaggio l'ho scoperta (lo ammetto sinceramente) solo stamani, sebbene io mi stia informando sui quesiti referendari da un mese e più
secondo me riferire la mera posizione di un politico, riportando un decreto ministeriale (non è ancora arrivato il giorno in cui io mi legga 13 pagine di decreto, e credo di poter parlare a nome di parecchie persone), non serve a formare la scelta critica di un individuo. Come d'altra parte è diventato quasi impossibile in questo paese tentare di farsi un'opinione serena che trascenda le posizioni politiche (mi sarebbe piaciuto vedere intervistato qualcuno che avesse potuto riportare un'esperienza positiva sulla privatizzazione del servizio, probabilmente me lo sono perso io) invece che i soliti personaggi rinfacciarsi a vicenda cose passate.mi sembrava che nessuno qui ne avesse parlato, quindi ho ritenuto opportuno riferirla, proprio perché è mia convinzione che maggiori sono le informazioni di cui disponiamo, maggiore è la possibilità di esprimere un voto consapevole (N.B. - non dico "giusto" o "sbagliato", ma solo - e non è poco - "consapevole")
te hai segnalato un sacco di cose, io mi permetto di segnalare un link, poi se uno vuole va a cercarsene altri: http://www.cdca.it/spip.php?article107
è l'esperienza di chi c'è già passato, magari in forma più drammatica, ma sostanzialmente si parlava anche lì di privatizzare la gestione del primissimo bene comune assieme all'aria
infatti la legge dice che entro il 31 dicembre i comuni DEVONO, non POSSONO, aprire la gestione della rete dell'acqua a enti anche parzialmente privati. Anche dove funziona benissimo. Questa è una generalizzazione, ed è il tema fondamentale del primo quesito referendario.non trovo una bestemmia privatizzare l'acqua (aberrante è semmai, secondo me, fare generalizzazioni: non va sempre tutto bene o male ciò che è pubblico, come non va sempre tutto bene o male ciò che è privato o gestito con enti misti pubblico/privato)
quella frase che tu reputi shockante, a me non pare così campata in aria. Nella mia concezione personale di stato nazionale, certi servizi fondamentali, quali sono l'istruzione, la sanità, la distribuzione dell'acqua, e mi fermo ma ce ne potrebbero essere tranquillamente molti altri, a seconda delle risorse disponibili, possono tranquillamente andare in perdita (non significa che sono ammessi gli sprechi, ma credo debbano essere slegati dalle logiche di mercato), con lo stato che recupera altrove le risorse necessarie, con le tasse e le imposte. faccio l'esempio dei paesi scandinavi, con tasse alte, gestione corretta, e tanti servizi come corrispettivo, e dico servizi continuativi, non gettoni di carità una tantum a fini di propaganda(figurati che ho letto da qualche parte anche opinioni del tipo: "sono contrario alla privatizzazione perché la società privata cerca il profitto mentre l'ente pubblico può anche permettersi di andare in rimessa !"):

anche la stessa tipologia di servizio, come il trasporto pubblico, può andare in attivo in un grande centro abitato e in perdita in un paesino di montagna, ma va comunque garantito.
hai centrato un punto che allergherebbe il discorso a dismisura.Un altro punto su cui sto ragionando è che, nel caso vincessero i SI, ci sarebbe un vuoto normativo che verrebbe colmato (e non è detto che ciò accada solo ad interim, cioè fino all'intervento di una nuova legge in linea con il risultato uscito dal referendum) dalla normativa europea a cui volenti o nolenti dobbiamo sottostare, che è ispirata proprio all'idea di agevolare le società private e/o miste in questi settori diciamo di pubblica utilità, quindi forse le cose non cambierebbero un gran che.
Innanzitutto è una tendenza consolidata, che esistano organismi sovranazionali, europei o mondiali, governativi o meno, che abbiano più potere decisionale dei governi locali che eleggiamo regolarmente.
è in sostanza una breve ed efficace definizione di quella che è la globalizzazione (dimenticando le facilonerie espresse da certi organi di informazione). come si potrebbe dire che il processo di unione politica dell'europa abbia ancora tali e tante lacune che portano appunto ai problemi citati da te. ma sono appunto altri discorsi troppo ampi.
gestire la distribuzione, volenti o nolenti, è come gestire l'acqua alla fonte.Credo che nessuno voglia mettere in discussione la natura di bene demaniale dell'acqua in sè. Stiamo solo discutendo di come vorremmo che il servizio di distribuzione dell'acqua sia gestito, degli strumenti attraverso i quali attribuire la gestione e a quali enti/società, se sia opportuno che i capitali investiti, sotto forma di percentuale, concorrano alla determinazione della tariffa che gli utenti dell'acqua devono comunque pagare.
ho i brividi, veramente, che la remunerazione minima del capitale sia garantita dalla legge (secondo quesito). quando tu, povero privato, decidi che non hai bisogno immediato di soldi e ti affidi a qualcuno per investirli, non trovi di fronte tanta chiarezza.
tutto questo dovendo rispondere ad una tua corposa mail con un occhio al piccì e uno al lavoro, mi scuso per eventuali errori o incomprensioni da copia / incolla

un ultimo edit:
sotto certi punti di vista è passato anche come voto politico, visto che il governo ha scisso questo referendum dalle amministrative (con un certo costo), e ha tentato di aggirare un quesito fino all'ultimo secondo passando sopra l'impegno di tanti cittadini che hanno firmato e provveduto alla raccolta.