Ho letto "Montedidio" in un periodo in cui abitavo fuori...in un posto molto diverso dalla mia città. L'ho letto in compagnia, su di un prato, in un pomeriggio di inizio estate. A Montedidio ho passeggiato spesso...ma chissà perchè, leggendo il libro, mi venivano in mente le passeggiate del '99. Quando scendevo la domenica mattina di casa seguendo le tracce degli eroi del 1799...della repubblica partenopea...di Eleonora Pimentel Fonseca...Mario Pagano...Luisa Sanfelice...Serra di Cassano...
Allora, ricordo, mi perdevo in vicoli...entravo in chiese alla ricerca di tombe che non c'erano più o non c'erano mai state...vedevo fantasmi aggirarsi negli antri bui dei palazzi e li inseguivo.
Montedidio è tra piazza Plebiscito e il pallonetto di Santa Lucia. Come a dire...tra la nobiltà e la miseria...
Quella volta volevo vedere palazzo Serra di Cassano. Gennaro Serra di Cassano fu tra i nobili che sostennero la repubblica nel '99. Fu giustiziato come tanti altri a piazza Mercato, vittima della cruenta repressione di un re semi analfabeta e una regina accecata dall'odio, la cui sorella era stata decapitata in Francia dalla rivoluzione.
Serra di Cassano padre, dal giorno in cui avevano ucciso il figlio, aveva sprangato l'ingresso monumentale del suo palazzo e si narra che da allora era rimasto chiuso per 200 anni.
Trovai il palazzo...ma trovai molto di più. Trovai l'odore del mare e dei ragù della domenica che si spandevano tra i vicoli. Trovai le signore che friggevano pizze fuori ai bassi nei vicoli del pallonetto e le vendevano ai passanti. Trovai le processioni patetiche, allegre, scanzonate dei "fuienti", i devoti della Madonna dell'Arco...
E così mentre leggevo il libro mi rendevo conto che a Montedidio c'era più vita di quanta se ne poteva ritrovare nel libro di De Luca...
...in questo libro la città è trasfigurata...assume quasi l'aspetto di un non-luogo, cioè un posto amorfo, diverso da tutti gli altri "luoghi" eppure uguale a tutti gli altri non-luoghi della terra.
Un'impressione che ho rivissuto leggendo poi "L'arbergo dei poveri" di Tahar Ben Jelloun. L'impressione di una città intravista dai vetri opachi di una macchina scura di passaggio per Napoli in un giorno di pioggia. Per lo scrittore arabo sono riuscito a immaginare il perchè...per De Luca no. Era il primo libro che leggevo di lui. Rimane l'unico che ho letto.
Erri De Luca, Montedidio
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La migliore cosa che abbia scritto De Luca, Montedidio meritava ben altre fortune... Per l'amica torinese: Montedidio è uno splendido quartiere ricco di dimore storiche, uno fra tutti Palazzo Serra di Cassano , oggi sede dell'istituto di Studi Filosofici. Da quel palazzo - nel bel romanzo Il Resto di Niente Enzo Striano racconta della Rivoluzione concertata nei suoi salotti - uscì una mattina il giovane Serra di Cassano per essere giuistiziato nella piazza del Carmine: fu uno dei Martiri della Repubblica Partenopea. Da quel lontano giorno il portone che da' verso Palazzo Reale è rimasto chiuso in segno di lutto. Sono passati più di duecento anni. Ma la memoria di quei fatti - almeno a Napoli - è rimasta intatta, anche se Gennaro Serra è ancora in una fossa comune sotto al pavimento del sagrato del Carmine......