Stasera leggendo il caso venutosi a creare intorno a "L'inferno del nostro scontento" -ammetto che al di là del valore letterario del libro questa indagine di gruppo mi ha appassionato non poco

- mi sono imbattuta nell'iniziativa di Unilibro similbookcorsara.
Ho cominciato a ragionare su tutte le iniziative similbookcrossing nate negli ultimi tempi e mi è venuto da farmi un pò di domande che pongo anche a voi in ordine sparso.
° l'esistenza di tante iniziative simili é un bene o un male? Vuol dire più libri in circolo, più gente che libera, o vuol dire dispersione?
°chi è iscritto ai vari passalibro unilibro eccetera eccetera sarà iscritto anche al bookcrossing? E se non lo è, perchè? pigrizia mentale, no gli e ne frega niente, gli piace di più la versione italiana, non conosce l'inglese, sta bene con la comunità passalibrarola?
°avranno una vita di comunità come quella del bookcrossing? (oddio, ovvio che non tutti i bookcorsari fanno della loro bookcorsarolità un fatto relazionale, non tutti sono iscritti al forum o vedono altri bookcorsari e via di seguito, però è innegabile che il bookcrossing ha una forte componente relazionale)
°queste iniziative similari si riassorbirebbero o gemellerebbero col bookcrossing o preferiranno fare vita di nicchia -a costo di esaurirsi in sè stesse-?
Sarà che la mia è anche un pò una curiosità antropologica. Magari una volta o l'altra quando ho tempo faccio una ricerchina sul web e vedo quante iniziative del genere sono fiorite, almeno in italia. E magari le domande che ho fatto a voi le faccio direttamente a loro.