Figurati!
Mi fa soltanto piacere sapere che qualcuno è interessato a un libro che amo, quindi devo darmi una mossa!
(E poi, chi registra immediatamente i miei libri non deve scusarsi di nulla, a differenza di altri!

)
Perutz è uno di quegli autori in cui sono "inciampato" per caso, ma mi ha conquistato e ho
dovuto leggere diversi suoi libri.
Forse quello più bello in assoluto, più potente e coinvolgente (per la vicenda, per il ritmo, per i personaggi) è davvero
"Il cavaliere svedese": ricordo di averlo divorato in due giorni, e non riuscivo a staccarmene.
In generale, quello che più colpisce (almeno, quello che più ha colpito me) nei suoi romanzi è da un lato la ricostruzione storica dell'epoca e degli ambienti in cui si svolgono le vicende narrate (accurata ma mai pedante, come invece accade per molti altri autori magari più famosi o celebrati), dall'altro l'inarrestabile meccanismo ad orologeria che trascina le vicende esattamente dove vuole l'autore: il lettore non sa esattamente cosa lo aspetta, ma sa che tutto ciò che accade porta esattamente lì, e spesso "lì" non è decisamente "un bel posto". Immagino sia stata proprio questa perfezione dell'intreccio a colpire "il creatore di James Bond"!
Sotto questo punto di vista, i suoi romanzi più efficaci, in cui l'ineluttabilità del destino appare in tutta la sua tremenda potenza, sono senza dubbio
Il Marchese di Bolibar e
Il Giuda di Leonardo (fate scorrere verso il fondo per una breve recensione).
L'Adelphi sta pian piano pubblicando molti dei suoi romanzi esauriti, io conto di recuperare al più presto
"Turlupin" e
"Dalle Nove alle Nove". Consigliato è anche "Tempo di spettri".