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Dio, Corso, che tristezza...
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"tutto ciò che sarai era già stato scritto
se davvero esiste questo Dio ha fallito.
Ogni parola pronunciata sarà lo specchio del tuo dolore
riflette la colpa
alimenta l'odio"
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Il potere mediatico sotto accusa
Anche Golia un giorno è crollato
di Dino Boffo
L’esito dei referendum celebrati tra domenica e lunedì non ha bisogno di aggettivi qualificativi. Toglierebbero eloquenza ai numeri, che per una volta invece devono restare – nudi e duri – davanti agli occhi e parlare in tutta la loro fragranza. Quanto al tormentone già inaugurato su chi sarebbero i vinti e i vincitori, ci interessa – qui, in umiltà, guardando al bene del Paese – partecipare all’individuazione di quello che, certo, è il perdente numero uno di questo fiasco epocale, ossia il potere mediaticamente costituito e rappresentato – nel caso – dal circuito autoreferenziale dei grandi giornali, che poi per macchiettistica simulazione si riflettono in molti dei fogli regionali o provinciali.
Per sei-mesi-sei questi intellettuali sopraffini che presiedono al lavoro nelle cave redazionali, con l’ausilio di quegli ineguagliabili lucernari tenuti in piedi da callidi opinionisti o scienziati arruolati alla bisogna, si sono prodigati come mai a rappresentare agli italiani una sfida che tale era solo nelle loro ossessioni culturali o nei calcoli di carriera personale. Si sono abbondantemente offerti ad un’osmosi simbiotica con una classe politica refrattaria al vissuto del Paese, abdicando non solo al proprio tradizionale radicamento ma anche ad un moderno ruolo di scuotimento e di sveglia. Così armati, hanno voracemente sfigurato i termini dei quesiti referendari, caricandoli di significati tanto eccentrici da rendere irriconoscibili i dati di partenza, prodigandosi con ogni perizia e opulenza per allontanare dagli occhi dell’opinione pubblica la domandina fatale: e dell’embrione, sì di questa vita appena iniziata eppure già irrefrenabile, che cosa è giusto, e doveroso fare?
Ma è bastato che le informazioni finalmente circolassero, che il lavoro diuturno effettuato per divulgare l’alfabeto di discipline ardite arrivasse a destinazione, che la gente comune cioè avesse la percezione esatta non dei teoremi di lorsignori ma dell’effettiva, semplice e drammatica posta in gioco, è bastato questo perché immediatamente le intenzioni di voto scendessero e, nel concreto, si arrivasse a raccogliere quello che segna il consenso minimo alla nostra classe fru-fru. È avvenuto cioè quello che i nostri campioni non potevano concepire, ossia che la gente una volta messa nelle condizioni di pensare con la propria testa sapeva e voleva decidere davvero, non però nel senso preordinato, quanto andando piuttosto in direzione opposta, peraltro senza alcuna inibizione.
Ma è capitato ancora di più. Ossia che si dovesse infine prendere atto che la Chiesa, quando parla delle cose che contano, e parla facendosi capire, appellandosi al sentire profondo del nostro popolo: là dove ella è riconosciuta interlocutrice singolarmente credibile, ha più ascolto di certi pulpiti esagitati. Questo il significato profondo dell’evento di domenica. Si ripete con ciò quello che è avvenuto nel referendum del 1991: allora si ritrovarono a casa i politici, oggi è finita sotto giudizio quella classe intellettuale che vive nei giornali e attorno ad essi. Non si illudano costoro di rimettere in quarantott’ore tutto a posto, quasi bastasse virare in senso contrario la giostra dei dispetti e delle piacevolezze. Svecchiare, occorre, metodi e teste, e poi aria nuova, logiche finalmente diverse.
Colleghi cari, la crisi è profonda. Prendiamo il coraggio di guardarci allo specchio, e di prendere le decisioni salutari per noi e per quelli, più giovani, che nelle redazioni ci sono affidati, e che hanno il dovere-diritto di crescere in una dimensione altra e austera del mestiere. Il Paese ha bisogno di un altro giornalismo, non più complice del potere culturale più forte, capace di andare controcorrente, audace nelle chiavi di lettura adottate, vero nella credibilità spesa. Capite bene che di certe aristocrazie bolse la cittadinanza ormai non sa più che farsene, suonano spartiti incomprensibili ai giovanissimi e ai giovani adulti. Il trombonismo sfiatato non si rianima certo perché intona per la millesima volta il salmo anticlericale. Blateratori del quasi-nulla. Dissimulatori spietati e cinici. Sodali di menti indispettite e stanche. Attenti, anche Golìa è crollato.
- Herbert West
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- Herbert West
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Io ho sempre pensato che anche il voto fosse uno "strumento di democrazia diretta", ma forse sbaglio...Last-unicorn ha scritto:Ma cosa c'è di maturo nel boicottare l'unico strumento di democrazia diretta che abbiamo?

Comunque, niente: non ci vedo proprio niente di maturo. Mi viene da pensare anzi che un cattolico "maturo" abbia un motivo in piu' per discostarsi dalle indicazioni della Chiesa (se per caso i motivi ancora mancassero)....
-gioRgio-
"Siediti lungo la riva del fiume e aspetta, prima o poi vedrai passare il cadavere del tuo nemico." (proverbio cinese)
"ma non e' detto che tu sarai in condizioni migliori" (gRg)
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- Marcello Basie
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Mai detto il contrario. Cercavo di trovare il perche' negli Stati Uniti la chiesa e' totalmente separata dallo stato. Il fatto che il protestantesimo sia una religione non gerarchizzata e con molte "sette" in concorrenza, secondo me, contribuisce a non renderla "potere temporale".Miss Piggott ha scritto: è che nonostante tutti i loro difetti (e i loro estremismi) e nonostante la presidenza Bush, lì la separazione tra chiesa e stato esiste.
Gli Stati Uniti pero' sono un caso a se' stante, proprio per l'assenza di secoli di tradizioni e per una mentalita' in cui lo Stato deve finanziare pochissime attivita'.
Considerando invece ad esempio la Germania, mi pare che le chiese ricevano anche li' sostanziosi contributi pubblici.
Qui, lo Stato italiano dovrebbe pretendere, in virtu' dei privilegi che la chiesa cattolica ha (8 per mille, insegnanti scelti dai vescovi ma pagati dallo Stato, etc.), minori interferenze da parte del Ruini di turno.
Io personalmente preferirei che si desse al Ruini di turno la liberta' totale di fare propaganda per l'astensione, da qualsiasi pulpito egli voglia, sollevandogli il conflitto di interessi con lo Stato italiano con l'eliminazione dell'8 per mille e dei privilegi sull'ora di religione.

Comunque secondo me siamo fuori dall'argomento referendum: gli italiani sono rimasti a casa per altre ragioni, anche se i vincitori di oggi vogliono spacciare il contrario.
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SìGiorgio ha scritto:Io ho sempre pensato che anche il voto fosse uno "strumento di democrazia diretta", ma forse sbaglio...![]()

Normalmente si distingue tra "democrazia rappresentativa" (eleggiamo dei rappresentanti che prendono le decisioni) e "democrazia diretta" (decidiamo direttamente su una certa questione). Alcuni - e sul punto concordo - aggiungono anche la "democrazia partecipativa" la cui caratteristica è partecipare al procedimento che porta alla decisione (ad es. la proposta di legge popolare che altri inseriscono nella democrazia diretta).
Fine della pillola di diritto

Ciao
TyL
Caminante, son tus huellas
el camino y nada más;
caminante, no hay camino,
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(A. Machado)
Se parlassi le lingue degli uomini e quelle degli angeli, ma non avessi l'amore, sarei come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna.
«Bisogna essere molto pazienti», rispose la volpe.
Se dici qualcosa che non offende nessuno, non hai detto niente
(O. Wilde)
Vero Acquario

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Quando abitavo in Germania, ogni mese dal mio stipendio di operaia andavano via intorno ai 20 marchi per la Chiesa Cattolica.Marcello Basie ha scritto:Considerando invece ad esempio la Germania, mi pare che le chiese ricevano anche li' sostanziosi contributi pubblici.
La Chiesa Cattolica tedesca e' - probabilmente anche oggi - la piu' ricca in Europa, visto che viene finanziata direttamente dai credenti. Heinrich Boell, specialmente in "Ansichten eines Clowns", lo ha dichiarato apertamente anche nella lotta interna del protagonista del romanzo.
Non ricordo ora quanto fosse la percentuale che andava via per la tassa religiosa, e probabilmente nel frattempo sara' aumentata...magari Potbook ci sa dire di piu'?

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Vero, questo è materiale per il thread sul rapporto tra Stato e Chiesa di cui parlavano Biblo e Liber.Comunque secondo me siamo fuori dall'argomento referendum: gli italiani sono rimasti a casa per altre ragioni, anche se i vincitori di oggi vogliono spacciare il contrario.

OT (parzialmente)
Qualcuno che forse è più informato di me può confermarmi o smentirmi una cosa? Quando la Spagna ha reso legale il matrimonio gay, a me è sembrato che le gerarchie cattoliche avessero ovviamente protestato, ma senza l'accanimento con cui sono solite esprimersi sui fatti italiani. Ho letto qualcosa su El pais, e l'impressione che ho avuto è che il governo spagnolo "li abbia fatti sfogare un po'" e poi la cosa si è spenta da sola... E' andata così oppure no?







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sante parole, è il caso di dirlo... ma chissà come mai a questo Ruini & Co sembra decisamente meno interessato...gioRgio ha scritto:Comunque, niente: non ci vedo proprio niente di maturo. Mi viene da pensare anzi che un cattolico "maturo" abbia un motivo in piu' per discostarsi dalle indicazioni della Chiesa (se per caso i motivi ancora mancassero)....
Accadono cose che sono come domande; passa un minuto, oppure anni, e poi la vita risponde.
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Quando penso a tutti i libri che mi restano da leggere, ho la certezza di essere ancora felice. (Jules Renard)
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MissPiggot ha scritto:ma senza l'accanimento con cui sono solite esprimersi sui fatti italiani.



hanno "soltanto" invitato gli addetti all'obiezione di coscienza...
-gioRgio-
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a mio parere il non voto è stata una mancanza di rispetto per tutta la popolazione italiana...si parla tanto di tolleranza,ma non credo che chi ha sostenuto il non voto sia stato molto tollerante nei confronti di chi la pensava diversamente...se si fosse raggiunto il quorum probabilmente avrebbe vinto il NO,ma questo non lo sapremo mai,perchè ci si è tirati indietro nell'esprimere un giudizio.Per cui è mancato il quorum per ragioni di fede,o per il fatto che l'estate incombe e tutti stavano al mare....senza contare tutti gli studenti e i lavoratori fuorisede?
tutto questo mi lascia perplessa
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- Herbert West
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(Repubblica.it, 14/6) Veronica Lario alle urne da sola
"Mortificanti gli inviti ad astenersi","Ho votato quattro sì per abrogare una legge sbagliata".
Silvio, attento! I comunisti hanno colonizzato casa tua!
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Giorgio, non capisco molto il tuo stupore...hanno "soltanto" invitato gli addetti all'obiezione di coscienza...
Cmq non sto parlando di questo caso specifico (che di per sè mi sembra già abbastanza grave), ma della costante e più che cinquantennale interferenza della Chiesa cattolica nella politica italiana...
O forse, i manifesti che minacciavano di scomunica chi avrebbe votato comunista negli anni 50 erano "semplici" opinioni?

E via dicendo...
Ma forse è meglio che non dica più niente, visto che nel migliore dei casi non riesco a farmi capire.







Alice, se leggo
Commenti come il tuo mi fanno tanto pensare che la gente attribuisca importanza alle cose solo quando le vive a casa propria...
quando le medesime hanno invitato prima i pubblici ufficiali all'obiezione di coscienza, e poi lo stesso Re Juan Carlos, in quanto cattolico, alla medesima obiezione di coscienza chiedendogli di non ratificare la legge... Beh, permetterai che si resti un po' basiti? Cosa dovevano fare per accanirsi oltre, un golpe?a me è sembrato che le gerarchie cattoliche avessero ovviamente protestato, ma senza l'accanimento con cui sono solite esprimersi sui fatti italiani.

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TyL ha scritto:Sì-gioRgio- ha scritto:Io ho sempre pensato che anche il voto fosse uno "strumento di democrazia diretta", ma forse sbaglio...![]()
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Ettepareva... Vabbe', ritorno al prossimo appello...

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Tanto per continuare il parallelismo con la Spagna, a quel tempo governava la dittatura reazionaria di Franco, con il quale durante la guerra civile si era schierata compatta la chiesa spagnola e che i comunisti (ma non solo) li fucilava.Miss Piggott ha scritto: i manifesti che minacciavano di scomunica chi avrebbe votato comunista negli anni 50 erano "semplici" opinioni?
In Italia durante la Resistenza c'erano stati invece numerosissimi esempi di aiuto ai partigiani da parte del basso clero, oltre alla presenza di brigate partigiane democristiane, tanto per fare esempi di una chiesa italiana piuttosto progressista, almeno nei suoi livelli piu' bassi.
Poi se permetti, trovo anch'io (da non comunista e non cattolico) che votare per un partito dichiaratamente ateo e materialista e sostenitore di paesi che rifiutavano la liberta' di culto fosse totalmente contraddittorio con l'essere cattolici attivi.
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Beh, non voglio mancare di rispetto ai cattolici, ma credo proprio che non stia ad un cardianle decidere se si possono fare o meno delle modifiche ad una o più leggi dello stato italiano."Credo che adesso non succeda niente perché ci vuole tempo per sperimentare la legge 40. Poi, se si riterranno opportune potranno essere introdotte piccole, leggere modifiche, ma non certo quegli stravolgimenti che avevano ipotizzato i quesiti referendari". - Cardinale Ruini




Embrione über alles
Sconfitta devastante per il secolarismo clericale dei ministri del culto relativista
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Prendi il progresso laico e razionalista, svuotalo del suo contenuto umanista, piegalo al relativismo volgare, e ti potrà capitare di ritrovarti in condizioni di grassa maggioranza nelle élite e nei media ma di esigua minoranza tra i cittadini, donne e uomini, cattolici e laici, credenti e non credenti, praticanti e indifferenti. Prendi 100 testimonial dell’Espresso, trasforma una battaglia di cultura in una offensiva anticulturale fatta di immaginette profane spacciate come sacre e di santini sexy-scientifici, e ti potrà capitare di essere lasciato solo e civilmente abbandonato da tutti, compresi i libertini capaci di ridere delle vogliose pretese dell’Io che si crede postmoderno. Prendi il centro sinistra, depuralo della sua migliore tradizione liberale, del suo razionalismo laico, della sua storica attenzione alla cultura cattolica e alle radici cristiane, mettilo al servizio di una disperata e polverosa battaglia referendaria, e ti potrà capitare di ritrovarti debole e diviso, alla testa di un paese che non c’è. Prendi il centro destra, riduci parte della sua classe dirigente al silenzio o all’abiura della propria storia, riempilo di petulanze, piccoli carrierismi, tiepidezze moderate e pseudofemminismi molto più parrocchiali di qualsiasi parrocchia, e ti potrà capitare di imbatterti in una gigantesca vittoria in cui non hai creduto, che non ti appartiene, che ti travolge e ti umilia.
La sconfitta del “sì” è devastante, senza attenuanti, perfino sorprendente e senz’altro grottesca considerati i mezzi impiegati nella battaglia referendaria e l’appello corrivo alla difesa dell’Io e delle sue voglie, di un modo di vita appiattito sulle comodità del conformismo, dello shopping eugenetico promesso sottovoce e del ricatto emotivo propettato come sconfitta delle malattie e affermazione del benessere “moderno” fondato sull’idolo della Tecnica: idolo banale, ma pervasivo e persuasivo. Una classe dominante nel regno della cultura ideologica, ma non egemone nelle ragioni e nella passione della gente comune che abita questa repubblica, ha raggiunto – si contino anche i No – assai meno di un italiano su quattro con il suo messaggio di felicità per tutti, proposto con il ritorno alla provetta selvaggia e la liquidazione di una legge laica e di compromesso sulla fecondazione artificiale. Per consolarsi a poco prezzo questa classe di medici che non curano, di filosofi che non ragionano, di divi e divetti che ambiscono alla visibilità nel mercato politico, di ricercatori che non conoscono le regole della scienza, ora questa classe imputa la sua sconfitta allo “strumento referendario” difeso fino a ieri pomeriggio contro le critiche dei loro avversari astensionisti: penoso argomento da cattivi perdenti. Altri se la prendono con l’Italia arretrata, quella stessa che aveva appena finito di votare presidenti liberal in dodici regioni su quattro: penoso argomento da cattivi perdenti.
La verità è che a una percentuale nota di distratti cronici si è aggiunta una valanga di italiane e di italiani che ha guardato nel microscopio e ha visto l’embrione umano, la realtà non soggetta a interpretazioni semantiche, il “concepito” i cui diritti sono bilanciati nella legge 40 con quelli degli altri soggetti ed erano invece cancellati dai quesiti referendari, e hanno scelto. La pattuglia del dissenso laico, femminile e femminista si è limitata a dare una mano, a mettere a fuoco la lente microscopica, a spiegare e rispiegare che niente è peggio del secolarismo divenuto devozione conformista. La guerra culturale continua. ilfoglio.it