Aforismi, citazioni da libri e anche pensieri propri!
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"A volte a casa, nel letto, molto tempo dopo la cena, le ultime ore della serata ospitavano la mia lettura, ma questo solo quando ero arrivato agli ultimi capitoli di un libro, quando non restava più molto da leggere per arrivare alla fine. Allora, a rischio di punizione se fossi stato scoperto, e dell'insonnia che, finito il libro, poteva prolungarsi magari tutta la notte, non appena i miei genitori erano a letto, riaccendevo la candela...."
Marcel Proust
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- piccola ribelle
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Vedo la vita solo da un occhio, l’altro è di vetro.
Se da quest’unico occhio vedo molte cose, ne vedo molte di più dall’altro, perché l’occhio sano mi serve a vedere, quello cieco a sognare.
Paruir Sevak
Se da quest’unico occhio vedo molte cose, ne vedo molte di più dall’altro, perché l’occhio sano mi serve a vedere, quello cieco a sognare.
Paruir Sevak
E' piacevole incontrare gli occhi di una persona a cui si è appena fatto un dono.
Jean de la Bruyere
Non leggete, come fanno i bambini, per divertirvi, o, come gli ambiziosi, per istruirvi. No, leggete per vivere.
Gustave Flaubert
Jean de la Bruyere
Non leggete, come fanno i bambini, per divertirvi, o, come gli ambiziosi, per istruirvi. No, leggete per vivere.
Gustave Flaubert
- alloctona
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Goditi potere e bellezza della tua gioventù. Non ci pensare.
Il potere di bellezza e gioventù lo capirai solo una volta appassite.
Ma credimi, tra vent'anni guarderai quelle tue vecchie foto.
E in un modo che non puoi immaginare adesso.
Quante possibilità avevi di fronte
e che aspetto magnifico avevi!
Non eri per niente grasso come ti sembrava.
Non preoccuparti del futuro.
Oppure preoccupati, ma sapendo che questo ti aiuta quanto masticare un chewing-gum per risolvere un'equazione algebrica.
I veri problemi della vita saranno sicuramente cose che non ti erano mai passate per la mente, di quelle che ti pigliano di sorpresa alle quattro di un pigro martedì pomeriggio.
Fa' una cosa ogni giorno che sei spaventato: canta!
Non essere crudele col cuore degli altri.
Non tollerare la gente che è crudele col tuo.
Lavati i denti.
Non perdere tempo con l'invidia: a volte sei in testa, a volte resti indietro.
La corsa è lunga e, alla fine, è solo con te stesso.
Ricorda i complimenti che ricevi, scordati gli insulti.
Se ci riesci veramente, dimmi come si fa...
Conserva tutte le vecchie lettere d'amore,
butta i vecchi estratti-conto.
Rilassati!
Non sentirti in colpa se non sai cosa vuoi fare della tua vita.
Le persone più interessanti che conosco a ventidue anni non sapevano che fare della loro vita.
I quarantenni più interessanti che conosco ancora non lo sanno.
Prendi molto calcio.
Sii gentile con le tue ginocchia,
quando saranno partite ti mancheranno.
Forse ti sposerai o forse no.
Forse avrai figli o forse no.
Forse divorzierai a quarant'anni.
Forse ballerai con lei al settantacinquesimo anniversario di matrimonio.
Comunque vada, non congratularti troppo con te stesso,
ma non rimproverarti neanche: le tue scelte sono scommesse,
come quelle di chiunque altro.
Goditi il tuo corpo,
usalo in tutti i modi che puoi,
senza paura e senza temere quel che pensa la gente.
E' il più grande strumento che potrai mai avere.
Balla!
Anche se il solo posto che hai per farlo è il tuo soggiorno.
Leggi le istruzioni, anche se poi non le seguirai.
Non leggere le riviste di bellezza:
ti faranno solo sentire orrendo.
Cerca di conoscere i tuoi genitori,
non puoi sapere quando se ne andranno per sempre.
Tratta bene i tuoi fratelli,
sono il miglior legame con il passato
e quelli che più probabilmente avranno cura di te in futuro.
Renditi conto che gli amici vanno e vengono,
ma alcuni, i più preziosi, rimarranno.
Datti da fare per colmare le distanze geografiche e gli stili di vita,
perché più diventi vecchio, più hai bisogno delle persone che conoscevi da giovane.
Vivi a New York per un po', ma lasciala prima che ti indurisca.
Vivi anche in California per un po', ma lasciala prima che ti rammollisca.
Non fare pasticci con i capelli: se no, quando avrai quarant'anni, sembreranno quelli di un ottantacinquenne.
Sii cauto nell'accettare consigli,
ma sii paziente con chi li dispensa.
I consigli sono una forma di nostalgia.
Dispensarli è un modo di ripescare il passato dal dimenticatoio,
ripulirlo, passare la vernice sulle parti più brutte
e riciclarlo per più di quel che valga.
Ma accetta il consiglio... per questa volta.
monologo da The Big Kahuna
Il potere di bellezza e gioventù lo capirai solo una volta appassite.
Ma credimi, tra vent'anni guarderai quelle tue vecchie foto.
E in un modo che non puoi immaginare adesso.
Quante possibilità avevi di fronte
e che aspetto magnifico avevi!
Non eri per niente grasso come ti sembrava.
Non preoccuparti del futuro.
Oppure preoccupati, ma sapendo che questo ti aiuta quanto masticare un chewing-gum per risolvere un'equazione algebrica.
I veri problemi della vita saranno sicuramente cose che non ti erano mai passate per la mente, di quelle che ti pigliano di sorpresa alle quattro di un pigro martedì pomeriggio.
Fa' una cosa ogni giorno che sei spaventato: canta!
Non essere crudele col cuore degli altri.
Non tollerare la gente che è crudele col tuo.
Lavati i denti.
Non perdere tempo con l'invidia: a volte sei in testa, a volte resti indietro.
La corsa è lunga e, alla fine, è solo con te stesso.
Ricorda i complimenti che ricevi, scordati gli insulti.
Se ci riesci veramente, dimmi come si fa...
Conserva tutte le vecchie lettere d'amore,
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Rilassati!
Non sentirti in colpa se non sai cosa vuoi fare della tua vita.
Le persone più interessanti che conosco a ventidue anni non sapevano che fare della loro vita.
I quarantenni più interessanti che conosco ancora non lo sanno.
Prendi molto calcio.
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quando saranno partite ti mancheranno.
Forse ti sposerai o forse no.
Forse avrai figli o forse no.
Forse divorzierai a quarant'anni.
Forse ballerai con lei al settantacinquesimo anniversario di matrimonio.
Comunque vada, non congratularti troppo con te stesso,
ma non rimproverarti neanche: le tue scelte sono scommesse,
come quelle di chiunque altro.
Goditi il tuo corpo,
usalo in tutti i modi che puoi,
senza paura e senza temere quel che pensa la gente.
E' il più grande strumento che potrai mai avere.
Balla!
Anche se il solo posto che hai per farlo è il tuo soggiorno.
Leggi le istruzioni, anche se poi non le seguirai.
Non leggere le riviste di bellezza:
ti faranno solo sentire orrendo.
Cerca di conoscere i tuoi genitori,
non puoi sapere quando se ne andranno per sempre.
Tratta bene i tuoi fratelli,
sono il miglior legame con il passato
e quelli che più probabilmente avranno cura di te in futuro.
Renditi conto che gli amici vanno e vengono,
ma alcuni, i più preziosi, rimarranno.
Datti da fare per colmare le distanze geografiche e gli stili di vita,
perché più diventi vecchio, più hai bisogno delle persone che conoscevi da giovane.
Vivi a New York per un po', ma lasciala prima che ti indurisca.
Vivi anche in California per un po', ma lasciala prima che ti rammollisca.
Non fare pasticci con i capelli: se no, quando avrai quarant'anni, sembreranno quelli di un ottantacinquenne.
Sii cauto nell'accettare consigli,
ma sii paziente con chi li dispensa.
I consigli sono una forma di nostalgia.
Dispensarli è un modo di ripescare il passato dal dimenticatoio,
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e riciclarlo per più di quel che valga.
Ma accetta il consiglio... per questa volta.
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- piccola ribelle
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….Se la maggior parte delle donne perde la testa davanti a pochette e tracolle, quando le borse sono sotto gli occhi non se ne trova una che sia contenta di averle in dote…..
Da Sapere & Salute (ottobre 2006) Un occhio di riguardo di Raffaella Tavan
E' piacevole incontrare gli occhi di una persona a cui si è appena fatto un dono.
Jean de la Bruyere
Non leggete, come fanno i bambini, per divertirvi, o, come gli ambiziosi, per istruirvi. No, leggete per vivere.
Gustave Flaubert
Jean de la Bruyere
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La minima cosa lo infastidiva, sul green. Aveva sbagliato delle buche facilissime a causa del frastuono delle farfalle nei prati adiacenti.
Pelham Grenville Wodehouse da Le Cicale 2006 Gino & Michele Matteo Molinari
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Jean de la Bruyere
Non leggete, come fanno i bambini, per divertirvi, o, come gli ambiziosi, per istruirvi. No, leggete per vivere.
Gustave Flaubert
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La felicità è stata definita in molti modi.
Per Emerson la felicità è amicizia.
Per Thoreau è la bellezza della natura.
Per Robert Luois Stevenson è il tempo di sedere vicino al fuoco e pensare.
Per Gandhi la felicità dipende da ciò che tu puoi dare, non da ciò che puoi ricevere.
Per Buddha felice è la virtù che dura fino a tarda età, felice è la fede saldamente radicata, felice è il possesso della sapienza, felice è evitare il peccato.
W. Beran Wolfe definì così la felicità:
“Se osservi un uomo veramente felice, lo troverai a costruire una barca, a scrivere una sinfonia, a educare il proprio figlio, a crescere dalie a doppia corona o a cercare uova di dinosauri nel deserto di Gobi…Ma sarà consapevole del fatto che è felice perché vive intensamente ventiquattro ore al giorno”.
Herman Hesse
Per Emerson la felicità è amicizia.
Per Thoreau è la bellezza della natura.
Per Robert Luois Stevenson è il tempo di sedere vicino al fuoco e pensare.
Per Gandhi la felicità dipende da ciò che tu puoi dare, non da ciò che puoi ricevere.
Per Buddha felice è la virtù che dura fino a tarda età, felice è la fede saldamente radicata, felice è il possesso della sapienza, felice è evitare il peccato.
W. Beran Wolfe definì così la felicità:
“Se osservi un uomo veramente felice, lo troverai a costruire una barca, a scrivere una sinfonia, a educare il proprio figlio, a crescere dalie a doppia corona o a cercare uova di dinosauri nel deserto di Gobi…Ma sarà consapevole del fatto che è felice perché vive intensamente ventiquattro ore al giorno”.
Herman Hesse
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- piccola ribelle
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Trovo che Londra sia veramente eccitante. Per quanto detesti quel vecchio noioso rimbecillito di Samuel Johnson, e a dispetto della pomposa stupidità della sua celebre affermazione secondo cui chi è stanco di Londra è stanco della vita (aforisma la cui inconsistenza è uguagliata solo da “Lasciate che un sorriso vi faccia da ombrello”), non posso che essere d’accordo con lui.
Notizie da un’isoletta Bill Bryson
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- andreafranco
- Uncino
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- Iscritto il: lun nov 13, 2006 9:30 pm
- Località: Casal Palocco - Roma
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Senza tempo, ti penso.
Per non dimenticarti mai.
da me stesso
Andrea
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da me stesso

Andrea
www.operanarrativa.com
Il Libro che cerchi, qui c'è!
--------------------------------
http://operanarrativa.forumfree.net/
Il nuovo forum per gli amanti dei libri!
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François Villon- La ballata degli impiccati
Fratelli umani, che ancor vivi siete,
non abbiate per noi gelido il cuore,
ché, se pietà di noi miseri avete,
Dio vi darà più largo il suo favore.
Appesi cinque, sei, qui ci vedete:
la nostra carne, già troppo ingrassata,
è ormai da tempo divorata e guasta;
noi, ossa, andiamo in cenere e polvere.
Nessun rida del male che ci devasta,
ma Dio pregate che ci voglia assolvere!
Se vi diciam fratelli, non dovete
averci a sdegno, pur se fummo uccisi
da giustizia. Ma tuttavia, sapete
che di buon senso molti sono privi.
Poiché siam morti, per noi ottenete
dal figlio della Vergine Celeste
che inaridita la grazia non resti,
e che ci salvi dall'orrenda folgore.
Morti siamo: nessuno ci molesti,
ma Dio pregate che ci voglia assolvere!
La pioggia ci ha lavati e risciacquati,
e il sole ormai ridotti neri e secchi;
piche e corvi gli occhi ci hanno scavati,
e barba e ciglia strappate coi becchi.
Noi pace non abbiamo un sol momento:
di qua, di là, come si muta, il vento
senza posa a piacer suo ci fa volgere,
più forati da uccelli che ditali.
A noi dunque non siate mai uguali;
ma Dio pregate che ci voglia assolvere!
O Gesù, che su tutti hai signoria,
fa' che d'Inferno non siamo in balia,
che debito non sia con lui da solvere.
Uomini, qui non v'ha scherno o ironia,
ma Dio pregate che ci voglia assolvere!
Geniale ballata medievale.... 
Fratelli umani, che ancor vivi siete,
non abbiate per noi gelido il cuore,
ché, se pietà di noi miseri avete,
Dio vi darà più largo il suo favore.
Appesi cinque, sei, qui ci vedete:
la nostra carne, già troppo ingrassata,
è ormai da tempo divorata e guasta;
noi, ossa, andiamo in cenere e polvere.
Nessun rida del male che ci devasta,
ma Dio pregate che ci voglia assolvere!
Se vi diciam fratelli, non dovete
averci a sdegno, pur se fummo uccisi
da giustizia. Ma tuttavia, sapete
che di buon senso molti sono privi.
Poiché siam morti, per noi ottenete
dal figlio della Vergine Celeste
che inaridita la grazia non resti,
e che ci salvi dall'orrenda folgore.
Morti siamo: nessuno ci molesti,
ma Dio pregate che ci voglia assolvere!
La pioggia ci ha lavati e risciacquati,
e il sole ormai ridotti neri e secchi;
piche e corvi gli occhi ci hanno scavati,
e barba e ciglia strappate coi becchi.
Noi pace non abbiamo un sol momento:
di qua, di là, come si muta, il vento
senza posa a piacer suo ci fa volgere,
più forati da uccelli che ditali.
A noi dunque non siate mai uguali;
ma Dio pregate che ci voglia assolvere!
O Gesù, che su tutti hai signoria,
fa' che d'Inferno non siamo in balia,
che debito non sia con lui da solvere.
Uomini, qui non v'ha scherno o ironia,
ma Dio pregate che ci voglia assolvere!



C'e' sempre un prezzo da pagare per la conoscenza, di qualsiasi genere essa sia.
I musulmani sostengono che un'ora di lettura e' un'ora rubata al paradiso.
Da "La leggenda del libro che non c'e'"
di Thomas Wharton.
I musulmani sostengono che un'ora di lettura e' un'ora rubata al paradiso.
Da "La leggenda del libro che non c'e'"
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"Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza." (Dante, Inferno XXVI)
"Lo scopo del lavoro e' quello di guadagnare il tempo libero." (Aristotele)
"Prima dell'illuminazione, tagliare la legna e tirare l'acqua. Dopo l'illuminazione, tagliare la legna e tirare l'acqua" (antico proverbio)

"Lo scopo del lavoro e' quello di guadagnare il tempo libero." (Aristotele)
"Prima dell'illuminazione, tagliare la legna e tirare l'acqua. Dopo l'illuminazione, tagliare la legna e tirare l'acqua" (antico proverbio)

- legs-weaver
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"Nessuno, infatti, quando è al principio, può sapere che cosa troverà in sé [...]: quando egli ha il coraggio e l'accortezza di destarsi dalla prima vertigine di paura per riconoscere e dar nome a ciò che ha trovato, allora comincia la sua vera vita."
Elias Canetti
[dalla postfazione a 'La grande sera' - Giuseppe Pontiggia]
Elias Canetti
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"Winners are willing to do what losers won't"
"Impara bambino a scuola impara uomo in carcere impara donna in cucina frequenta la scuola, senza tetto procurati sapere tu che hai freddo affamato, impugna il libro è come un'arma. Non temere di fare domande verifica le cose che leggi ciò che non sai di tua scienza in realtà non lo sai." (Bertold Brecht)
http://aru0tal1b3ra.blogspot.it/
"Impara bambino a scuola impara uomo in carcere impara donna in cucina frequenta la scuola, senza tetto procurati sapere tu che hai freddo affamato, impugna il libro è come un'arma. Non temere di fare domande verifica le cose che leggi ciò che non sai di tua scienza in realtà non lo sai." (Bertold Brecht)
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"..la vita è uno strano regalo.
All'inizio lo si sopravvaluta, questo regalo: si crede di aver ricevuto la vita eterna. Dopo lo si sottovaluta, lo si trova scadente, troppo corto, si sarebbe quasi pronto a gettarlo. Infine, ci si rende conto che non era un regalo, ma solo un prestito."
Eric-Emmanuel Schmitt - "Oscar e la dama in rosa"
All'inizio lo si sopravvaluta, questo regalo: si crede di aver ricevuto la vita eterna. Dopo lo si sottovaluta, lo si trova scadente, troppo corto, si sarebbe quasi pronto a gettarlo. Infine, ci si rende conto che non era un regalo, ma solo un prestito."
Eric-Emmanuel Schmitt - "Oscar e la dama in rosa"
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- Corsaro Nero
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Nutis era incredibile. Da che lo conoscevo, parlava e si comportava come uno cui le gambe funzionano come il cervello. Il che, in un certo senso, era vero: gambe e cervello erano sballati. Quando eravao andati insieme a rinnovare la carta d'identità, l'impiegato del Comune gli aveva chiesto, con gli occhi fissi sullo schermo del computer: - Segni particolari?
- Nessuno.
A qual punto, l'impiegato aveva sollevato lo sguardo. Solo la testona di Nutis spuntava dal banco, guarnita dai capelli lunghi svolazzanti. - Lei sarà alto un metro e trenta, - aveva borbottato.
- Sono un metro e settanta, deficiente.
L'impiegato si era sfilato gli occhiali e aveva preso a pulirli.
- Allora che fa? Sta in ginocchio?
- Sono in carrozzella. Che fa? provoca?
- Forse non mi ha sentito, - aveva insistito paziente l'impiegato.
- Sono paraplegico, non sordo.
- Ecco, appunto, aveva commentato l'impiegato. - Segni particolari?
- Nessuno. Perché? Qualcosa da obiettare?
L'impiegato si era arreso. Aveva preso le impronte digitali e morta lì. Nutis se n'era andato col suo documento nuovo di zecca, borbottando: - Ma guarda se un normale cittadino...
- Nutis, sei paraplegico.
- E allora? Vorresti dire che non sono normale?
Visto dal cielo - Nicoletta Vallorani
- Nessuno.
A qual punto, l'impiegato aveva sollevato lo sguardo. Solo la testona di Nutis spuntava dal banco, guarnita dai capelli lunghi svolazzanti. - Lei sarà alto un metro e trenta, - aveva borbottato.
- Sono un metro e settanta, deficiente.
L'impiegato si era sfilato gli occhiali e aveva preso a pulirli.
- Allora che fa? Sta in ginocchio?
- Sono in carrozzella. Che fa? provoca?
- Forse non mi ha sentito, - aveva insistito paziente l'impiegato.
- Sono paraplegico, non sordo.
- Ecco, appunto, aveva commentato l'impiegato. - Segni particolari?
- Nessuno. Perché? Qualcosa da obiettare?
L'impiegato si era arreso. Aveva preso le impronte digitali e morta lì. Nutis se n'era andato col suo documento nuovo di zecca, borbottando: - Ma guarda se un normale cittadino...
- Nutis, sei paraplegico.
- E allora? Vorresti dire che non sono normale?
Visto dal cielo - Nicoletta Vallorani
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La natura, non contenta di avergli negato l’arte del pensiero, gli concesse il dono della scrittura.
George Bernard Shaw da Le Cicale 2006 Gino & Michele Matteo Molinari
George Bernard Shaw da Le Cicale 2006 Gino & Michele Matteo Molinari
E' piacevole incontrare gli occhi di una persona a cui si è appena fatto un dono.
Jean de la Bruyere
Non leggete, come fanno i bambini, per divertirvi, o, come gli ambiziosi, per istruirvi. No, leggete per vivere.
Gustave Flaubert
Jean de la Bruyere
Non leggete, come fanno i bambini, per divertirvi, o, come gli ambiziosi, per istruirvi. No, leggete per vivere.
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Da bambino, quando andavo a trovare mio nonno in campagna – una campagna in fondo simile a questa, anche se molto distante da qui – facevamo insieme lunghe passeggiate a cercarle nei fossi.
Ogni tanto lui riusciva a catturarne qualcuna con una specie di retino e, trattenendola nel palmo della mano, la baciava con grande trasporto. Forse compiva solo il gesto di farlo, ma a me sembrava tutto assolutamente reale, indubitabile, e restavo lì incantato a fissarlo.
Quindi, sorridendo, mi porgeva la mano con la rana atterrita e sgusciante ben stretta nel palmo: <Prova anche tu Matteo: prova… non si sa mai…>.
A me faceva un senso terribile e chiudevo gli occhi badando ad appoggiare le labbra sulle sue dita per evitare il contatto con la pelle viscida di quelle povere bestiole che cercavano disperatamente di divincolarsi.
Restavamo lì fermi qualche istante ad attendere invano la trasformazione, poi lui mi guardava tranquillo, stringendosi un po’ nelle spalle <… non bisogna mai disperare: …magari la prossima volta capiterà davvero e tu avrai liberato la principessa dall’incantesimo>.
Si abbassava lentamente verso terra e appena le liberava dalla stretta delicata della sua mano, quelle schizzavano via come elastici attraverso i fossi.
Riprendevamo a camminare ed io continuavo a strofinarmi la bocca con il dorso della mano senza capire bene il significato di quella specie di rito.
Allora ero troppo piccolo per percepire quale straordinario miracolo – o quale terribile minaccia – avrebbe rappresentato la possibilità di trasformare l’esistenza con un minuscolo gesto del genere.
Anche soltanto il crederlo.
"Baciare le rane" di Renzo Jorio
Ogni tanto lui riusciva a catturarne qualcuna con una specie di retino e, trattenendola nel palmo della mano, la baciava con grande trasporto. Forse compiva solo il gesto di farlo, ma a me sembrava tutto assolutamente reale, indubitabile, e restavo lì incantato a fissarlo.
Quindi, sorridendo, mi porgeva la mano con la rana atterrita e sgusciante ben stretta nel palmo: <Prova anche tu Matteo: prova… non si sa mai…>.
A me faceva un senso terribile e chiudevo gli occhi badando ad appoggiare le labbra sulle sue dita per evitare il contatto con la pelle viscida di quelle povere bestiole che cercavano disperatamente di divincolarsi.
Restavamo lì fermi qualche istante ad attendere invano la trasformazione, poi lui mi guardava tranquillo, stringendosi un po’ nelle spalle <… non bisogna mai disperare: …magari la prossima volta capiterà davvero e tu avrai liberato la principessa dall’incantesimo>.
Si abbassava lentamente verso terra e appena le liberava dalla stretta delicata della sua mano, quelle schizzavano via come elastici attraverso i fossi.
Riprendevamo a camminare ed io continuavo a strofinarmi la bocca con il dorso della mano senza capire bene il significato di quella specie di rito.
Allora ero troppo piccolo per percepire quale straordinario miracolo – o quale terribile minaccia – avrebbe rappresentato la possibilità di trasformare l’esistenza con un minuscolo gesto del genere.
Anche soltanto il crederlo.
"Baciare le rane" di Renzo Jorio

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