
Da quando ero piccola la fisarmonica lo sempre associata alla musica dei zingari. Una musica nomade come loro, molto viva. La fisarmonica che avevo sempre in mente io è quella con i bottoni da tutti e due i lati, che sono bicolori. La chiamavano "dugmetara" appunto da dugme che in serbo vuol dire bottone.
Da grande la fisarmonica lo associata a qualcosa per me piu' lontano e affascinante, ad Astor Piazzola e il suo Nuevo Tango.
Ma da ieri sera se pensero alla fisarmonica pensero alla faccia di un emigrante di seconda generazione che suona e ritrasforma la musica, Richard Galliano. Avete presente la faccia dei bambini quando sono contenti. Cosi era la mia ieri sera al uscita da un concerto strabiliante.
Un ora e mezza di musica pura di un quartetto che ci ha preso alla sprovista. Si, perche hanno cominciato a svuonare con il sipario ancora abbasato e sentire l'inizio di "Oblivion" nel buio totale senza nessun preaviso ci ha fatti tutti smettere di respirare per un attimo.
Sul palco c'erano in tre col maestro, ragazzuoli giovani ma bravissimi, Alexis Cardenas (violino), Dimitri Naiditch (pianoforte), Rafael Mejias (percussioni). Alexis aparte il suo modo particolare di suonare il violino ci ha fatto vedere come si suonano gli assolo perfetti anche se le corde del violino ti si rompono. Dimitri ci ha fatto ascoltare l'inizio di un temporale infilandosi dentro il pianoforte a corda mentre Galliano faceva il vento, e Rafael ci ha stupitto tutti suonando tutto il possibile, gratugge, forchette e sacchetti a rete piene di noci inclusi. E il maestro li ha coccolati e spronati e loro l'hanno seguito durante quel'ora e mezza come se suonassero con lui da anni.
Un crescendo di "Augusta", "French Touch", "Laurita", "Sunny's day", "Ballet Tango" e altre che non ho riconosciuto si fermava solo per farci gridare Bravo e farci diventare incandescenti i palmi delle mani. Si sentivano solo sospironi di meraviglia. Una scenografia nulla, un nero totale che faceva risaltare le facce dei maghi e le luci semplici e il brilio della "dugmetara" che ci abbagliava come se fosse il brillio dei cristalli di Polianna.
Dopo un ovazione di dieci minuti davanti a questi 3 ragazzi sconcertati e a un grande maestro che ci ha fatto girare il suo mondo da seduti, ci ha salutato son un improvisazione sul motivo di "Libertango" in assolo.
Da brivido!