Questa volta Gibson ci scorta nella fantascienza (?) del presente, tutto il romanzo è costellato di oggetti e “luoghi” che più o meno appartengono alla vita quotidiana di tutti noi: telefoni cellulari, internet, e-mail, google… Che siano queste le tecnologie che hanno il loro corrispettivo negli impianti neuronali? E sono davvero meno invasive?
Una menzione particolare per il forum che ricopre un ruolo portante per l’intera narrazione, credo che gli abitanti di questa community non potranno non ritrovarsi nelle manie della protagonista al riguardo, negli scazzi e negli affetti che si stringono per via telematica e ancora nelle emozioni che si provano, nelle aspettative che si hanno quando s’incontra nel “reale” una persona mai vista, ma che in qualche modo già si conosce molto bene (il nick che diventa materia).
E molto altro ancora
il potere del marchio, l’idiosincrasia verso i loghi (la protagonista elimina qualsiasi logo dai capi di abbigliamento, ricorda “no logo”), torri e petali che cadono, la paranoia in moltissime forme e i suoi antidoti, Tokyo, Mosca postsovietica, frammenti video dispersi nella rete…
Nel complesso un libro assolutamente godibile…
Buona lettura
Ancora una cosa
c’è anche spazio per tutta una serie di oggetti preistorici e alcuni di noi indubbiamente risalgono a quell’epoca
Chi si ricorda di questo…

Si si lo so lo so questo non è lo ZX81 che compare nel romanzo è il modello successivo lo Spectrum a ben 16k di ram ma è il modello che possedevo e ci sono affezionato

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