Questo libro mi è piaciuto tantissimo. C’è un clima sospeso tra il romanzo giallo, i racconti di Sherlock Holmes (la mia passione) e quelli della Londra post-industriale, ma anche molto di più: è un’atmosfera che pervade il racconto, i cui personaggi sembrano davvero in carne ed ossa, ed una sensazione a volte di morte che rendono un tale racconto (all’apparenza “per ragazzi”, se mai ne esistono) molto più serio di quanto sembri.
I temi che Philip Pullman affronta sono in realtà molto legati alla guerra, alla giustizia e in generale a quell’Ordine Mondiale più che mai di attualità (c’è, alla fine, un chiaro riferimento alla Guerra Fredda). Come nella trilogia Queste oscure materie, l’Energia e la Potenza come dominanti la vita dell’Uomo Moderno sono protagoniste della trama.
Nota biografica, per capire l’autore: Philip Pullman è stato l’unico scrittore ad aver vinto il premio Whitbread (nella categoria “Book of the Year”, non “Children book”!) con un libro per ragazzi: come se le Favole al telefono di Gianni Rodari avessero vinto il premio Strega. Vorrà pur dire qualcosa…
PS: Le Favole al telefono avrebbero dovuto vincere il premio Strega, comunque!
