
Dalla seconda di copertina:
"Un gruppo di anarco-comunisti intende sostenere , con furti e rapine, il proprio progetto rivoluzionario. Ma il limite tra ideologia, politica e terrorismo sarà presto drammaticamente superato".
"La vita è uno schifo", scritto nel 1947, è molto, molto di più. Una discesa negli abissi dell'animo umano; uno sguardo sui precipizi umani. Léo Malet, duro contraltare del più borghese Simenon, frequentò i circoli anarchici parigini e, successivamente, la comunità surrealista (non a caso considerato il pensiero anarchico dell'arte) la cui impronta si riconosce in tutto il romanzo (tipico il tema dell'amour fou ben presente nella storia).
L'autore lo definì un "romanzo dolce" intravedendone la potenza onirica. Capostipite del "noir" francese, ci riporta ai successivi romanzi di Boris Vian (l'indimenticabile Vernon Sullivan) come "Sputerò sulle vostre tombe" che al tema dell'abisso della mente umana aggiunse un pizzico di ironia e sarcasmo.
Il curatore ha voluto aggiungere una chicca al romanzo: due lettere di René Magritte indirizzate a Malet.
Un libro imperdibile. Un pugno allo stomaco sin dalla prima pagina. Fatalista, non privo anch'esso di una certa ironia.
Fazi Editore, euro 8,50