Utz di Bruce Chatwin
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Utz di Bruce Chatwin
Anni fa mi trovai nella casa (bellissima villetta al centro di Cluj, in Transilvania) di un “poeta di partito". Mi avevano invitato dei professori italiani. Il tipo non era particolarmente gradevole, ne’ ispirato, ne’ ispirante, insomma. Sua moglie era la classica matrona dell’est piena di marki italiani ovunque (avrebbe fatto impressione ad un campione di Formula I). La loro figlia, una ragazza emancipata vestita alla Barbie-girl, non era particolarmente attraente, nonostante le sue piroette mostra-tutto.
La cosa più interessante di tutto quel circo da post-impero era una collezione di icone su vetro inimmaginabile. S. Demetrio e S. Giorgio uccidevano dragoni persino in cucina! Ebbi l’ardire di kiedere (inimicandomi così i miei ospiti): “Ma non c’è un Museo di Icone, qui in Transilvania?”. La padrona di casa mi rispose ke le icone le aveva raccolte il marito da infiniti e sperduti monasteri x “salvarle dalla barbarie ateista” e “impossibilitato ad esporle da parte delle autorità, le conserva in casa”.
Un eroe, quindi. Da farlo santo e venerarlo. Questa era l’opinione degli Italiani presenti ke, non disdegnando affatto l’amor profano delle esili ninfette dell’Intercontinental, erano mossi da profonda latina “pietas” verso quell’uomo coraggioso e la sua famiglia.
Kiesi di nuovo: “Ma com’è ke ha questa bella villetta?”. Gelo e costernazione. La strabordante signora pitturata mi disse: “Mio marito è stato poeta x anni. Aveva bisogno di tranquillità x produrre.”
Scoprì, in seguito, ke il Poeta era stato il funzionario addetto al controllo e alla requisizione delle icone su vetro per alcune zone durante gli anni settanta. Insomma un collezionista-comunista (ovvero un gran ladrone) ke diventa “dopo” anticomunista-salvatore di opere d’arte (ke naturalmente si tiene x se’, ho capito ora xkè quei tristi santi piangono sempre!).
Questa storia mi è rivenuta in mente leggendo “Utz” di Bruce Chatwin (uno dei miei autori preferiti). Può il collezionismo (idolatria?) coesistere con la soppressione della proprietà privata? E quale è il confine passa tra la voglia di possesso materiale (collezionismo egoista) e la voglia di possesso visuale (collezionismo altruista)? E molto altro....
Consiglio quindi questo libro a ki ha voglia di immergersi nell’atmosfera di “collezione” (e di altre piccole vite e manie) e di tanto (molto) altro...
Buona lettura
PiKo
PS
X ki lo ha già letto, se gli va, ne discutiamo. X ki non l’avesse fatto, beh: accattatavillo. Costa in edicola euro 4,90, con la Repubblica. Secondo me i libri di Chatwin sono dei capolavori da collezionare.
La cosa più interessante di tutto quel circo da post-impero era una collezione di icone su vetro inimmaginabile. S. Demetrio e S. Giorgio uccidevano dragoni persino in cucina! Ebbi l’ardire di kiedere (inimicandomi così i miei ospiti): “Ma non c’è un Museo di Icone, qui in Transilvania?”. La padrona di casa mi rispose ke le icone le aveva raccolte il marito da infiniti e sperduti monasteri x “salvarle dalla barbarie ateista” e “impossibilitato ad esporle da parte delle autorità, le conserva in casa”.
Un eroe, quindi. Da farlo santo e venerarlo. Questa era l’opinione degli Italiani presenti ke, non disdegnando affatto l’amor profano delle esili ninfette dell’Intercontinental, erano mossi da profonda latina “pietas” verso quell’uomo coraggioso e la sua famiglia.
Kiesi di nuovo: “Ma com’è ke ha questa bella villetta?”. Gelo e costernazione. La strabordante signora pitturata mi disse: “Mio marito è stato poeta x anni. Aveva bisogno di tranquillità x produrre.”
Scoprì, in seguito, ke il Poeta era stato il funzionario addetto al controllo e alla requisizione delle icone su vetro per alcune zone durante gli anni settanta. Insomma un collezionista-comunista (ovvero un gran ladrone) ke diventa “dopo” anticomunista-salvatore di opere d’arte (ke naturalmente si tiene x se’, ho capito ora xkè quei tristi santi piangono sempre!).
Questa storia mi è rivenuta in mente leggendo “Utz” di Bruce Chatwin (uno dei miei autori preferiti). Può il collezionismo (idolatria?) coesistere con la soppressione della proprietà privata? E quale è il confine passa tra la voglia di possesso materiale (collezionismo egoista) e la voglia di possesso visuale (collezionismo altruista)? E molto altro....
Consiglio quindi questo libro a ki ha voglia di immergersi nell’atmosfera di “collezione” (e di altre piccole vite e manie) e di tanto (molto) altro...
Buona lettura
PiKo
PS
X ki lo ha già letto, se gli va, ne discutiamo. X ki non l’avesse fatto, beh: accattatavillo. Costa in edicola euro 4,90, con la Repubblica. Secondo me i libri di Chatwin sono dei capolavori da collezionare.
Credo ke il nomadismo sia la forma xfetta di comunicazione x superare ogni sbarramento. Solo ki è straniero ovunque è di casa ovunque. O il contrario.
Insomma, abbiamo una vita sola (dr. Frankenstein permettendo), non sprekiamola nella staticità.
Insomma, abbiamo una vita sola (dr. Frankenstein permettendo), non sprekiamola nella staticità.
Bruce Chatwin
è una vita che penso di volerlo leggere perchè mi intriga troppo, ma poi rimando sempre...
Chatwin... questo srittore viaggiatore del mondo e dell'animo...
certo che anche lui ha avuto una vita pazzesca...!
grazie del consiglio, Piko
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- Frine
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io ho trovato Utz bellissimo, ma l'ho vissuto in maniera più emotiva che "intellettuale" .
L'idea di quest'uomo, intorno a cui il mondo sta crollando così come lui lo conosce, e che si rifugia fra le sue porcellane, fino a diventare lui stesso poco più di una riproduzione dalle fattezze umane..
L'idea di quest'uomo, intorno a cui il mondo sta crollando così come lui lo conosce, e che si rifugia fra le sue porcellane, fino a diventare lui stesso poco più di una riproduzione dalle fattezze umane..
Se incontri un angelo, non avrai pace ma febbre. (Stefano Benni)
















- Rodolfo II
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Ho finito Utz oggi e l'ho trovato proprio bello. Di Chatwin avevo letto (parecchio tempo fa) "In Patagonia", ma mentre quello era un romanzo (anzi un libro di viaggi) sui luoghi, questo è tutto incentrato sui personaggi, Utz in primo luogo ma anche Marta, Orlik e tutti quelli che ruotano attorno ai protagonisti. In particolare mi ha colpito il cambiamento del modo di vedere il protagonista da parte del narratore: dal timido, goffo e impacciato (anche se molto fiero di sè) collezionista di porcellane al personaggio completamente (o quasi) diverso che occupa l'ultima parte del libro (curiosamente, quando ormai lo stesso Utz non è più sulla scena). A questo proposito, geniale la parte in cui Chatwin dice
"Ma ora posso affermare categoricamente che Utz aveva i baffi. Senza baffi avrebbe potuto rianere impresso nella mia immaginazione come uno dei tanti collezionisti di abitudini meticolose e tendenze effemminate che intrattenevano con le donne rapporti ambigui. Con i baffi era un implacabile rubacuori."
Un particolare più o meno insignificante che contribuisce a rimodellare l'intera figura del protagonista, o un ricordo che ne è completamente rimodellato?
Bello anche il parallelismo a cui si riferiva Frine: il mondo delle porcellane che assorbe sempre di più un Utz disgustato da ciò che lo circonda (ma c'è sempre quel finale pronto a stupire), il rapporto con Marta che vede capovolgersi i ruoli, finchè lei stessa non arriva aidentificarsi in Colombina.
In una guida turistica che tra le altre cose consigliava un libro per comprendere meglio la città visitata, Praga era associata a Utz: scelta strana, visto che la città è una presenza quanto mai discreta, quasi defilata, senza la massiccia presenza, quasi ingombrante, che mostra in moltissimi altri romanzi. E' una Praga soffocata, ingrigita dalla dittatura prima nazista e poi comunista, una Praga lontana dai fasti dell'epoca rudolfina, una Praga che nel grigiore degli anni quaranta, cinquanta e sessanta mantiene poco di magico; o forse no, perchè di tanto in tanto il mistero del Golem, dei rabbini e degli alchimisti, dello stesso melanconico imperatore chiuso nel suo castello fa di tanto in tanto capolino, e di colpo la riconosciamo.
"Ma ora posso affermare categoricamente che Utz aveva i baffi. Senza baffi avrebbe potuto rianere impresso nella mia immaginazione come uno dei tanti collezionisti di abitudini meticolose e tendenze effemminate che intrattenevano con le donne rapporti ambigui. Con i baffi era un implacabile rubacuori."
Un particolare più o meno insignificante che contribuisce a rimodellare l'intera figura del protagonista, o un ricordo che ne è completamente rimodellato?
Bello anche il parallelismo a cui si riferiva Frine: il mondo delle porcellane che assorbe sempre di più un Utz disgustato da ciò che lo circonda (ma c'è sempre quel finale pronto a stupire), il rapporto con Marta che vede capovolgersi i ruoli, finchè lei stessa non arriva aidentificarsi in Colombina.
In una guida turistica che tra le altre cose consigliava un libro per comprendere meglio la città visitata, Praga era associata a Utz: scelta strana, visto che la città è una presenza quanto mai discreta, quasi defilata, senza la massiccia presenza, quasi ingombrante, che mostra in moltissimi altri romanzi. E' una Praga soffocata, ingrigita dalla dittatura prima nazista e poi comunista, una Praga lontana dai fasti dell'epoca rudolfina, una Praga che nel grigiore degli anni quaranta, cinquanta e sessanta mantiene poco di magico; o forse no, perchè di tanto in tanto il mistero del Golem, dei rabbini e degli alchimisti, dello stesso melanconico imperatore chiuso nel suo castello fa di tanto in tanto capolino, e di colpo la riconosciamo.
Ultima modifica di Rodolfo II il mer giu 09, 2004 1:29 am, modificato 2 volte in totale.
E tu vuoi viaggiarle insieme, vuoi viaggiarle insieme ciecamente perché sai che le hai toccato il corpo, il suo corpo perfetto con la mente. (FdA)) - La cosa che più mi piace fare è niente. (WtP) - Ma conosco le coincidenze del 60 notturno, lo prendo sempre per venire da te (RG)
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La citazione mi ha fatto veramente venire voglia di leggerlo...peccato peò per e "K" e per i "X"...ma quelle sono fisime mie..
°se cerchi TESTUGGINE sono io,era il mio vecchio nick° °b-shelf°°blog°°la chat di bc-italy°°ml bookcrossing_sardegna°
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Scusa? 

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Il post di Piko...e k al posto del ch e le x per per...
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Ah, ecco! Pensavo che ti riferissi al mio post! 

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un librino piccolo ma che si fa leggere tutto di un fiato..chatwin lo vedo come un saggio ambiguo..un po' trickster ...tra le righe si capiscono molte cose di questi personaggi da immaginare e ricreare con la fantasia
(e qui io ho visto Calvino o Borges)...
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il muschio che vive nel mio giardino è la foresta segreta dei miei occhi (A. Casiraghy)
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Un libro che non mi ha fatto impazzire.
Ho trovato bella l'idea, ma lla fine sono rimasta con un vago senso di incompiuto, di vuoto...
La seconda parte, quella della ricerca, mi sarebbe piaciuto che fosse sviscerata meglio!
In definitiva non posso dire che non mi sia piaciuto, ma ...
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