Fandango libri 2002 12€
Intanto c'è da dire una cosa, il titolo del libro è una chiara citazione della canzone dei CCCP "emilia paranoica", Zamboni stesso (compositore di quella canzone) dice che Emilia Parabolica è una sorta di Emilia Paranoica 20 anni dopo.La quarta di copertina ha scritto:Osservavamo succedere i presagi come la rèclame di un qualche futuro da acquistare.
Si lo ammetto, non è un libro tanto semplice.
Zamboni ha usato un'enorme iperbole per spiegare la parabola dell'Emilia.
Un'emilia strana, che va in coop, piena di gente con nomi strani, interraziale e sempre pronta a cambiare.
La copertinaLa terza di copertina ha scritto: Mare. Già. Il mare.
Perché avverrà, infine. Così che quando cesserà il turno del sole ritirando le ali rosse d’attorno e d’oltre sul margine del crepuscolo nautico dove cielo e mare si indistinguono –e come quell’attimo sarà come ogni attimo irreparabile e altro- io siederò sul molo nuovo di zecca ad allungare i miei larghi larghissimi sensi senza più interferenze. Avvertirò tutta quella terra immersa e andata, tutta quella massa sotto non incapace di fermentare, le strade che non portavano a niente, le casettine, tuta quella gente –la mia, gente- cui la compressione teneva a fondo i sogni.
Notare la poesia. L’Emilia è rappresentata da maiali evoluti che, per concezione dawiniana, riescono a sopravvivere a tutto, anche al mare che arriva.
Di seguito incollo alcune cose riguardanti questo bel libro lette in giro che ho apprezzato moltoLa seconda di copertina ha scritto: Emilia geometrica di dipendenze, personaggi corrosi, corrotti calamite di calamità, eroi tragici dell’inutile. Acqua ovunque, sete di coscienza. Acqua madre invisibile –un ribollire di latte primordiale?- acqua che si rompono senza nascita. Desiderio di essere inondati. Purificazione come risultato di un’autoinquisizione: l’autodafè volontario.
Po, una torre per trasfigurare l’orizzonte del pensare; il mare che annoda la memoria con la storia, quella torre che confonde l’ancestrale con il vissuto.
Una parabola sussurrata, assurda, ritmo del singhiozzare. Fatti, movimenti, giornali e lo specchio del diario che sostiene il tentativo estremo di risalita. È la parabola dell’esaltazione addormentata, del simmetrico allontanarsi. Della viscida constatazione della propria incapacità.
Zamboni autore e attore, distaccato e palpitante, si lascia andare in questo lungo assolo che penetra la carne, cerca connessioni, assonanze, accompagnato solo dall’ineffabile consapevolezza del senno del prima.
Il Libro
Come si nota chiaramente osservando una cartina della penisola, l’ITALIA non è in pianura. Neanche per sogno. Di pianure ce ne sono veramente poche e quasi tutto è in collina o in montagna. L’unica vera pianura di dimensioni impressionanti d’Italia è la pianura padana. Questo, forse, è il motivo primordiale per cui gli emiliani sono un po’ una razza a parte. Se si facesse uno studio demografico sul rapporto tra la densità della popolazione in Emilia e il numero di musicisti e gruppi musicali che ne sono usciti, credo che ci sarebbero delle sorprese. Massimo Zamboni è una delle menti che stanno dietro a un progetto musicale emiliano di consolidata tradizione.
Blandamente isterica, un'Emilia al culmine della parabola vitale si deve arrendere all'unico nemico che per pura distrazione non ha saputo contrastare. Viene da destra, come sempre da noi: è il mare. Già. Crollano le dighe da Rimini al Po, sulle acque scivolano altre acque traslando piene, vanno sotto le case le discoteche al livello zero i campi le tangenziali le GygaCoop i Bar Decò, le cuspidi dei Duomi, tutte le Resistenze, e sommergono la grande cultura del porco e del formaggio. Non in una furia, no, così, dolce dolce, ed è pur sereno questo spegnersi di civiltà: quasi come d'anestetico. Finché si leva l'alba sul gran golfo nuovo, sul catino padano, in uno scenario di 3.000.000 di anni. Perché già una volta, qua, era stato tutto mare. Qualcuno lo presentiva. Alito, pessimo pensatore, lo sapeva da tempo, se solo non fosse morto divano, seduto composto con la testa reclina. E Muck, certo, lui queste onde le sa come cavalcare. E' solo una questione di marketing, no? E la gran folla delle comparse che reclamano le acque, Cinzia, Bracini geometra, Drogotenente, Pasquini l'assicuratore, don Iori Zelante, mille tipicità nuove dove ognuno è massa a sé, in un epica dalle distanze ravvicinate. Alla conquista del proprio spazio vitale travolti dalle eterne domande dell'uomo: "che cosa non sono io?" - "che cosa non faccio qui?" Divini d'accatto. Semidei malgrado. Comunisti, oltretutto.
L'autore:
Massimo Zamboni è nato nel 1957 a Reggio Emilia. Eredita due linee di sangue dai nonni: una dalla pianura più bassa e codificata, Brescello (Don Camillo & Peppone), una dal paese più alto dell'Appennino, Monteorsaro, e questo confluire ne spiega la sostanziale plurischizofrenia. Che riverserà in musica fondando i CCCP - Fedeli alla Linea e più tardi il Consorzio Suonatori Indipendenti, CSI. Ora fa il contadino ipotetico, compone colonne sonore per il cinema, scrive, ci ragiona su. Emilia Parabolica è il suo secondo libro, dopo In Mongonia in retromarcia uscito nel 2000 per giunti
Presentazione del libro
Un mio giudizio?
ho apprezzato tantissimo questo libro per la musicalità e la strana poesia di certi passaggi.
C'è anche da ricordare che partendo da questo libro mr Zamboni ha scritto un album bellissimo che vi consiglio di ascoltare
Ah fate attenzione, questo libro attira ladri o emissari Fandango incaricati di prendere il libro e rivendelo. Per capire meglio quel che ho appena detto link1 & link2
è la prima volta che faccio una recensione, sono stato un po' prolisso eh??