Il Rinoceronte
Einaudi, 1964 (riedita)
9,5 iuro
E’ una domenica d'estate bagnata dal sole di mezzogiorno. un negozio di alimentari e una bettola incorniciano le chiacchiere e l’andirivieni dei personaggi che si presentano e si scambiano battute. si percepisce un alone di incomunicabilità, forse è solo un’impressione. poco importa poiché la scena viene bruscamente spezzata dalla corsa violenta di un rinoceronte. Alcuni tentano la fuga, altri optano per la via del conformismo, trasformandosi anch'essi in rinoceronti: è la rinocerite che dilaga....
Teatro dell'assurdo non più di tanto se consideriamo che il tema centrale è il timore di un’umanità alla deriva, perduta nella progressiva alienazione, dove gli umani sono omologati e relegati in un caos privo di senso.
si tratta di una parodia della società moderna, tragica e reale nella sua attualità. ma ionesco non scade in eccessivi drammi, anzi, alleggerisce il tutto con gocce di ironia e discorsi sovrapposti.
un’opera che ci spinge ad osservare, interrogarci, piuttosto che restare spettatori inermi, nella superficie delle cose. Una chiave di lettura della realtà.
Struggente il personaggio di bérenger, voce fuori dal coro, assetato di risposte e di verità. Quale comportamento in una situazione assurda e dilagante? il conformismo? la solitudine?
e soprattutto quale soluzione? la pazzia? il coraggio? la lotta?
inversamente a tutti gli altri, egli subisce nel corso dell’intreccio, non la deformazione, bensì la trasformazione che lo rende umano e consapevole.
una pièce che mi ha letteralmente folgorato per la sua immediatezza tragicomica. consumata in un viaggio in treno. vivissimissimissimamente consigliata
