La storia di Julia Hill, che nel 1997 salì su Luna, una sequoia secolare, per difenderla dalle motoseghe della Pacific Lumber. Doveva restare sull'albero una settimana. Costruì una casa sui rami e ci rimase fino alla vittoria della battaglia legale: due anni.
Esce in questi giorni nell'edizione tascabile TEA. Da non perdere.
Julia "butterfly" Hill, La ragazza sull'albero.
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Re: Julia "butterfly" Hill, La ragazza sull'albero
ne parlo' a lungo "il triangolo dei bermuda", trasmissione cult di RadioPop (grandi Disma e Sipo).akela ha scritto:La storia di Julia Hill, che nel 1997 salì su Luna, una sequoia secolare, per difenderla dalle motoseghe della Pacific Lumber. Doveva restare sull'albero una settimana. Costruì una casa sui rami e ci rimase fino alla vittoria della battaglia legale: due anni.
Esce in questi giorni nell'edizione tascabile TEA. Da non perdere.
Auro
riassumo in me il peggio esistente in questo forum.
"bisogna piangere i sogni per capire che l'unica giustizia borghese si è spenta" (b.b.)
"sono a posto così, grazie" (s.)
"il pompino è un articolo mai in ribasso" (detto da donne serene)
"agevola sto cazzo" (a.)
non mandatemi ring senza avvisare, grazie.
i miei occhi - del.izio.sAuro
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Re: Julia "butterfly" Hill, La ragazza sull'albero.
Il periodo adatto per un libro su un'impresa "impossibile" 
L'atteggiamento adatto verso questo libro è quello di chi vuole saperne di più sull'impresa di Julia senza aspettarsi un capolavoro letterario. Mi hanno sempre incuriosito le ragioni che stanno dietro ad azioni dimostrative d'impatto come quella narrata e ho sempre pensato che attivisti come Julia, in fondo, fossero persone fuori dal comune, forse anche un po' fuori di testa o comunque lontane dalla realtà dei comuni mortali. Julia in effetti cresce come una hippie cristiana e quando sembra raggiungere una prima stabilità rimane vittima di un brutto incidente che cambierà la sua vita, rendendola più sensibile e spingendola, nel tempo, ad approdare su una sequoia gigantesca di nome Luna.
Conoscevo vagamente la vicenda perché ne avevo sentito parlare qua e là principalmente in televisione (erano gli anni '90 e non avevo ancora internet in casa): ricordo che mi aveva colpito moltissimo l'idea che una ragazza potesse decidere di rintanarsi su un albero per protesta. A distanza di anni ho avuto la possibilità di approfondire la vicenda sotto tutti gli aspetti, dalle cause scatenanti alle implicazioni burocratiche, passando per le inevitabili sfumature emotive di Julia. Ho scoperto che gli attivisti/ambientalisti spesso sono persone in buona fede ma spesso prive di un progetto concreto unitario, causa principale dell'insuccesso di molte loro azioni. E' stato abbastanza sgradevole scoprire che spesso le associazioni come EarthFirst! non solo non collaborano per un fine comune, ma addirittura ostacolano chi decide di agire attivamente in modo pacifico e libero da vincoli.
Insomma, dietro a questo libro non c'è solo la storia di una ragazza che ha abitato per due anni su un albero: c'è anche il microcosmo dell'attivismo, ma soprattutto c'è la grande tragedia umana e terrena del diboscamento sciagurato (napalm? Diesel? Alberi divelti dalle pale degli elicotteri? Mio Dio...).
Qualche momento di noia nelle parti dedicate a leggi, decreti e Congresso, per il resto è un libro godibile e scorrevole che mi è piaciuto.
Brava Julia per quello che hai fatto, anche se a volte - perdonami - mi sei sembrata un po' troppo hippie

L'atteggiamento adatto verso questo libro è quello di chi vuole saperne di più sull'impresa di Julia senza aspettarsi un capolavoro letterario. Mi hanno sempre incuriosito le ragioni che stanno dietro ad azioni dimostrative d'impatto come quella narrata e ho sempre pensato che attivisti come Julia, in fondo, fossero persone fuori dal comune, forse anche un po' fuori di testa o comunque lontane dalla realtà dei comuni mortali. Julia in effetti cresce come una hippie cristiana e quando sembra raggiungere una prima stabilità rimane vittima di un brutto incidente che cambierà la sua vita, rendendola più sensibile e spingendola, nel tempo, ad approdare su una sequoia gigantesca di nome Luna.
Conoscevo vagamente la vicenda perché ne avevo sentito parlare qua e là principalmente in televisione (erano gli anni '90 e non avevo ancora internet in casa): ricordo che mi aveva colpito moltissimo l'idea che una ragazza potesse decidere di rintanarsi su un albero per protesta. A distanza di anni ho avuto la possibilità di approfondire la vicenda sotto tutti gli aspetti, dalle cause scatenanti alle implicazioni burocratiche, passando per le inevitabili sfumature emotive di Julia. Ho scoperto che gli attivisti/ambientalisti spesso sono persone in buona fede ma spesso prive di un progetto concreto unitario, causa principale dell'insuccesso di molte loro azioni. E' stato abbastanza sgradevole scoprire che spesso le associazioni come EarthFirst! non solo non collaborano per un fine comune, ma addirittura ostacolano chi decide di agire attivamente in modo pacifico e libero da vincoli.
Insomma, dietro a questo libro non c'è solo la storia di una ragazza che ha abitato per due anni su un albero: c'è anche il microcosmo dell'attivismo, ma soprattutto c'è la grande tragedia umana e terrena del diboscamento sciagurato (napalm? Diesel? Alberi divelti dalle pale degli elicotteri? Mio Dio...).
Qualche momento di noia nelle parti dedicate a leggi, decreti e Congresso, per il resto è un libro godibile e scorrevole che mi è piaciuto.
Brava Julia per quello che hai fatto, anche se a volte - perdonami - mi sei sembrata un po' troppo hippie
