Come cucinarsi il marito all'africana - Calixthe Beyala
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Come cucinarsi il marito all'africana - Calixthe Beyala
Come sedurre un uomo e farsi sposare?
La signorina Aissatù, follemente innamorata di Bolobolo, un bellissimo giovane celibe che vive con una madre squilibrata e una gallina (animale domestico della madre), decide che per sedurlo deve ricorrere non solo a dolcezze o baci, ma anche gli aromi tropicali della tradizione africana che stregano e catturano (“Perché lei sapeva che il succo di zenzero permette alle donne di sondare la follia degli uomini e di esaltarne la ferinità”):
Nel succedersi dei vari capitoli, assistiamo all’attuazione delle tecniche di seduzione attraverso una cucina tradizionale africana (dal gombo alla paprika alla antilope affumicata passando attraverso il coccodrillo alla salsa bongo tchobi) e il ricordo dei consigli della madre (Mia madre, pace all’anima sua, mi avrebbe chiesto: “l’hai soddisfatto sul piano sessuale?” Si sarebbe guardata le mani e mi avrebbe chiesto “Ti sei occupata bene della casa?”. I suoi occhi avrebbero visto ciò che l’oscurità nascondeva e avrebbe chiesto ancora “gli hai preparato qualche buon manicaretto?”)
Ogni capitolo termina quasi sempre con il ricordo delle “perle di saggezza della madre” e sempre con le ricette (se qualcuno volesse leggere il libro per le ricette sappia che non sarà così facile trovare tutti gli ingredienti del, per esempio, “porcospino alle mandorle di mango selvatico”!!!).
Al di là dell’aspetto spensierato e leggero delle ricette di cucina, Calixthe Belala traccia il ritratto di una giovane africana disorientata in una società come la nostra (il libro è ambientato a Parigi) che rifiuta il cibo e le rotondità femminili proponendo un modello di bellezza opposto a quello africano. All’inizio Aissatù si definisce “bianca” per i suoi tentativi di adeguarsi al modello europeo che esaspera le diete, le palestre e che propone un modello di bellezza sconfinante nell’anoressia. Per conquistare il suo uomo, però, ritorna alle sue origini “io sono un negra bianca e per la seduzione il cibo è un veleno mortale. Faccio cantare il mio corpo scorticandomi le natiche e grattugiandomi i seni convinta che, martirizzando lo stomaco, i miei pori sprigioneranno le divinità della sensualità. Fino al giorno in cui ho davvero capito che c’è un tempo per allontanarsi, un tempo per ritrovarsi, un tempo per perdersi e un tempo per tornare alle proprie radici”.
Una mia collega mi ha detto che questo personaggio è troppo sottomesso così sempre alla ricerca della conquista di un uomo con le arti della cucina e della seduzione (es. ore dedicate alle treccine o allo spalmarsi olio sul corpo).
Io, invece, trovo Aissatù un personaggio divertente e ironico e il libro una presa in giro degli stereotipi e dei luoghi comuni (sia europei che africani) perché l’accoppiata “cibo-amore” funziona a tutte le latitudini.
Per concludere, un libro divertente e ironico con un finale dolceamaro.
La signorina Aissatù, follemente innamorata di Bolobolo, un bellissimo giovane celibe che vive con una madre squilibrata e una gallina (animale domestico della madre), decide che per sedurlo deve ricorrere non solo a dolcezze o baci, ma anche gli aromi tropicali della tradizione africana che stregano e catturano (“Perché lei sapeva che il succo di zenzero permette alle donne di sondare la follia degli uomini e di esaltarne la ferinità”):
Nel succedersi dei vari capitoli, assistiamo all’attuazione delle tecniche di seduzione attraverso una cucina tradizionale africana (dal gombo alla paprika alla antilope affumicata passando attraverso il coccodrillo alla salsa bongo tchobi) e il ricordo dei consigli della madre (Mia madre, pace all’anima sua, mi avrebbe chiesto: “l’hai soddisfatto sul piano sessuale?” Si sarebbe guardata le mani e mi avrebbe chiesto “Ti sei occupata bene della casa?”. I suoi occhi avrebbero visto ciò che l’oscurità nascondeva e avrebbe chiesto ancora “gli hai preparato qualche buon manicaretto?”)
Ogni capitolo termina quasi sempre con il ricordo delle “perle di saggezza della madre” e sempre con le ricette (se qualcuno volesse leggere il libro per le ricette sappia che non sarà così facile trovare tutti gli ingredienti del, per esempio, “porcospino alle mandorle di mango selvatico”!!!).
Al di là dell’aspetto spensierato e leggero delle ricette di cucina, Calixthe Belala traccia il ritratto di una giovane africana disorientata in una società come la nostra (il libro è ambientato a Parigi) che rifiuta il cibo e le rotondità femminili proponendo un modello di bellezza opposto a quello africano. All’inizio Aissatù si definisce “bianca” per i suoi tentativi di adeguarsi al modello europeo che esaspera le diete, le palestre e che propone un modello di bellezza sconfinante nell’anoressia. Per conquistare il suo uomo, però, ritorna alle sue origini “io sono un negra bianca e per la seduzione il cibo è un veleno mortale. Faccio cantare il mio corpo scorticandomi le natiche e grattugiandomi i seni convinta che, martirizzando lo stomaco, i miei pori sprigioneranno le divinità della sensualità. Fino al giorno in cui ho davvero capito che c’è un tempo per allontanarsi, un tempo per ritrovarsi, un tempo per perdersi e un tempo per tornare alle proprie radici”.
Una mia collega mi ha detto che questo personaggio è troppo sottomesso così sempre alla ricerca della conquista di un uomo con le arti della cucina e della seduzione (es. ore dedicate alle treccine o allo spalmarsi olio sul corpo).
Io, invece, trovo Aissatù un personaggio divertente e ironico e il libro una presa in giro degli stereotipi e dei luoghi comuni (sia europei che africani) perché l’accoppiata “cibo-amore” funziona a tutte le latitudini.
Per concludere, un libro divertente e ironico con un finale dolceamaro.
- vesna
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io io 
famo scambio culturale?
tu africana a me io crimini a te!

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un gran bel libro di un autrice di una cultura totalmente diversa da quella occidentale, che pian piano riconquista le sue radici e non se ne vergogna piu..
mplto ma mlto bello
sconsigliato alle convinte feministe
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"Da un certo punto in avanti non c'e più modo di tornare indietro. È quello il punto al quale si deve arrivare."
Franz Kafka
beh ma anche le femministe storiche si sono ricredute, i tempi cambiano, le radici alla fine chiamano chiunque, non si deve per forza essere definite sottomesse per accorgersi della propria origine ed accettarla facendola evolvere armonicamente (difficile ma non impossibile)
mi sono incuriosita ..sembra bello questo libro
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sono quello che leggo

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infatti mica lo sconsiglio alle femministe per la protagonista che riconquista le sue radici...
mi sa che lo devi leggere per capire cosa intendevo
perche se lo spiego il libro perde il suo fascino
mi sa che lo devi leggere per capire cosa intendevo

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Non male, ma la protagonista sarebbe da prendere a sberle. E la mia ottica del matrimonio è un poco diversa...
Bellissima però l'idea delle ricette, e l'atmosfera franco-africana è davvero densa.

Bellissima però l'idea delle ricette, e l'atmosfera franco-africana è davvero densa.
Ho potuto così incontrare persone e diventarne amico e questo è molto della mia fortuna (deLuca)
Amo le persone. E' la gente che non sopporto (Schulz)
Ogni volta che la gente è d'accordo con me provo la sensazione di avere torto (Wilde)
I dream popcorn (M/a)
VERA DONNA (ABSL)
Petulante tecnofila (EM)
NON SPEDITEMI NULLA SENZA AVVISARE!
Meglio mail che mp. Grazie.
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