Gli onori perduti - Calixthe Beyala

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ciucchino
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Gli onori perduti - Calixthe Beyala

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“Gli onori perduti” – Calixthe Beyala
Edizioni Feltrinelli
Pag. 304
€ 8,50

Il libro racconta la vita di Saida Bénérafa vissuta per 50 anni in Camerun nel suo paese natale, un vivace villaggio soprannominato “Cuscus”, e poi trasferitasi a Parigi.
Con molta ironia e umorismo, l’autrice descrive il villaggio di Cuscus (“uno di quegli ombelichi del mondo dove l’immaginazione e l’arte di arrangiarsi dell’uomo superano di gran lunga la fantasia”): colorato, animato, dove tutti si conoscono e spettegolano di tutto, ricco di solidarietà tipicamente africana ma, allo stesso tempo, sporco, dove le malattie si diffondono tranquillamente, dove nascere donna è già di per sé una disgrazia e se rimane “zitella” è una tremenda tragedia!
Appena nata, Saida procura un’enorme delusione al padre: è una femmina! E pur comportandosi come le altre ragazze, non riesce ad accalappiare un uomo e, man mano che il tempo passa, la sua solitudine aumenta perché emarginata dalle altre ragazza che temono abbia il malocchio visto che è ancora “single”.
E molto brava la scrittrice a descrivere “Cuscus” con i suoi stravaganti abitanti (su tutti la figura straordinaria del farmacista che aspetta da un momento all’altro di vedersi riconoscere il Premio Nobel!) e con la fatalità con cu accettano le disgrazie (nel corso di una terribile infezione di colera riescono a inventarsi filastrocche e canzoni per sbeffeggiare il virus). Ogni tanto arriva qualcuno per chiedere di votare per il presidente: il libro merita di essere letto anche solo per quelle 5 righe dove si descrive come hanno votato i cuscusiani!
La solitudine però è terribile e a una Saida ormai vecchia rimane solo la religione e un unico tesoro: la sua verginità che viene riconosciuta tramite certificato. Ed è con questo certificato che a 50 anni, dopo la morte di un padre che non l’ha mai accettata perché femmina, abbandona il paese alla volta di Parigi (ecco un altro motivo per leggere il libro: la scena di addio dei cuscusiani!).
A Parigi viene accolta, secondo la forte tradizione africana dell’ospitalità, da una cugina ma ben presto viene invitata ad andarsene. Fuori per strada, nella pericolosa periferia grazie a un barbone riesce a trovare una nuova sistemazione da Ngaremba, una donna africana completamente all’opposto di Saida perchè separata con una figlia, vive con un uomo bianco e sbeffeggia apertamente le convinzioni religiose e, soprattutto, il “tesoro” che Saida considera il suo valore principale: la verginità.
Saida riesce a farsi accogliere in casa dove fa le pulizie, la baby-sitter, la cuoca, la receptionist ma senza guadagnare un soldo. Forti gli scontri culturali con Ngaremba che pur nella sua vita apparentemente perfetta (libera, intellettuale, circondata da amici che cercano di trovare una soluzione ai problemi dell’Africa) è in realtà una donna fortemente tormentata e conflittuale. Finalmente Saida trova un uomo che sembra apprezzare il suo grande “tesoro” ed è disposto a sposarla. Questa sarà una terribile delusione che Saida supererà solo con l’affetto della sua strana famiglia (Ngaremba e, in particolare, la sua dolcissima e combattiva bambina) e i suoi amici.

Il libro è molto bello e ve lo consiglio vivamente anche perché l’autrice è bravissima nel mescolare i toni del dramma e della commedia e nel descrivere con ironia e pietà la lenta maturazione di Saida prima in una realtà africana rumorosa e colorata e poi tra gli immigrati di Parigi che oscillano tra una gelosa conservazione delle proprie tradizioni e un’apertura verso le altre culture.
"I libri li rubavo. I libri non dovrebbero costare nulla, pensavo allora e penso ancora oggi".
(Pascal Mercier, "Treno di notte per Lisbona)

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