Jose Luis Sampedro - Il sorriso etrusco

[Therese]

Ci sono casi in cui un autore riesce ad immedesimarsi così bene in ciò che racconta che giureresti che il personaggio sia vissuto, anzi non ne hai alcun dubbio. Il sorriso etrusco parla di Salvatore, un anziano pastore calabrese che raggiunge il figlio che vive a Milano a causa di una brutta malattia. La convivenza non sarà facile, Salvatore è un uomo testardo, abituato ad avere un rapporto netto con le cose, non riesce a capire la nuora che fa la spesa in un negozio di moda piuttosto che in uno in cui la frutta è buona invece che lucida, un uomo poco incline ai cambiamenti. Il rapporto che instaurerà con il nipotino Bruno sarà sorprendente per lui stesso: come può un uomo, un vero uomo come lui, che ha combattuto contro i tedeschi sulla Sila, che ha affrontato nemici ed amici con lo stesso sguardo fiero, che ha nascosto l'affetto come una debolezza, come può lasciarsi intenerire da un bambino? Ecco che pensieri nuovi si fanno strada nella vita di Salvatore, gesti normali come allacciare una tutina si caricano di significato quando li fai per la prima volta nella vita, la tenerezza lo rende più saggio, attento a cose che prima non aveva mai preso in considerazione. Il ritratto di quest'uomo è di quelli che non si dimentica, è facile prenderlo in simpatia, specialmente nel confronto con la nuora, donna moderna e di città, così come è facile scorgere in lui i tratti di un'epoca che sta finendo, quando vivere era aggredire la vita, quando il rapporto con la terra rendeva saldi anche i pensieri, un modo viscerale di affrontare le cose che è la debolezza e la forza di Salvatore. devo dire che questo ritratto di uomo del sud mi ha ricordato in certi gesti persone che conosco, un mondo che non viene mai raccontato perchè in genere ci si sofferma a raccontare vite di persone più giovani, invece qui emerge la vecchiaia, che può essere l'età della scoperta, del ritorno allo stupore, tanto che permette a nonno e nipote di vivere un rapporto esclusivo e bello.

[liberliber]

l'ho letto tantissimi anni fa, ed è esattamente quello che mi ha lasciato, anche se a me è più familiare il tipo 'cittadino', quindi per me è stata più una scoperta che un riconoscere. E il personaggio di Salvatore è indimenticabile

[fatamorgana67]

Questo libro mi ha suscitato una sensazione di calore: come quando si prova un freddo sottile e uscendo all'aperto si viene piacevolmente riscaldati dal sole, non solo esternamente. Trovo che sia pervaso da un'armonia di fondo che caratterizza personaggi e situazioni e si trasmette infine al lettore, riconciliandolo con il mondo (e non é poco!).
Tratta di due percorsi di vita apparentemente opposti ma in realtà complementari: il vecchio che deve imparare a morire e il bambino che deve imparare a vivere. Essi traggono l'uno dall'altro la forza per realizzare il proprio destino e dall'altro ricevono con spontaneità l'essenza più pura di quello che ha da donare. Il nonno a cui il contesto sociale ha impedito di essere "veramente" padre si riappropria attraverso il nipote del rapporto con il figlio. Il nipote, attraverso l'esperienza del nonno, si riappropria del rapporto con i genitori, snaturato da eccessivo distacco.
PS: personalmente mi hanno molto consolato le idee del protagonista su quanto sia rassicurante e formativo per il bambino non dormire solo, visto che vengo quotidianamente "accusata " dai più svariati improvvisati "esperti" perché mio figlio (ebbene si, 5 anni) a volte dorme ancora in camera con noi!

EDIT: 3d fuso con il preesistente