F.S. Fitzgerald - Il grande Gatsby

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Tallmaris
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F.S. Fitzgerald - Il grande Gatsby

Messaggio da Tallmaris »

Dopo averne sentito parlare bene, e soprattutto averlo visto nominato in "Tokyo Blues" come un libro fondamentale, mi sono avvicinato speranzoso a questo capolavoro... o almeno così lo credevo.

Non riesco a capire da dove nasca la sua fama... è una storia abbastanza snella e lineare (un po' drammatica), ambientata un giorni forse un po' lontani e per questo incomprensibili (america anni '20). L'atmosfera è resa bene, un'estate calda e afosa che si rispecchia in una lettura stanca e lenta, ma che comunque non lascia niente... alla fine la cosa più irritante è questa, non rimane niente, appena chiso è un libro che si dimentica in fretta e non offre spunti, emozioni o altro.

Grandemente sopravvalutato.
Tallmaris
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il-picchio
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Messaggio da il-picchio »

Sono personaggi inutili, vite inutili riempite da futilità e drammi che non scalfiscono il niente che li circonda.
Mi ha dato la sensazione di una scrittura volutamente "vuota", inerte, perfettamente aderente ai personaggi che racconta.

Una "lettura stanca e lenta" che "non ti lascia niente, se non il senso di un'estate calda e afosa"

Secondo me è questa la genialata.
Forse a me è piaciuto proprio per questo...
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Carmilla
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Messaggio da Carmilla »

L'ho letto da adolescente e ora che ci penso non mi ricordo nulla di nulla nè un personaggio nè un cenno della storia.
Di solito ho una buona memoria per i libri... :think:

Questo sembra confermare indirettamente il giudizio di Tallmaris :lol:

Capisco quello che dice l'esimia picchia ma a me questa storia del "volutamente lento", "volutamente squallido" "volutamente inutile" suona un po' di presa in giro. Perché dovrei voler leggere un libro VOLUTAMENTE vuoto? ne preferisco uno accidentalmente intenso :P
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vesna
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Messaggio da vesna »

io non lo trovo vuoto invece
ogni singola azione di gatsby è detata dalla amore ossesivo che prova.
è una storia destinata a finire come finisce ma è piena di pezzi di totale e ormai andato romanticismo.
come per essempio il suo trasferirsi dal altra parte della baia, non per allontanarsi ma perche guardando dall'altra parte il faro' rosso puo benissimo identificare la casa nella quale lei mangia, legge, ride, dorme mentre lui la pensa dal altra parte della baia vicino al faro verde :yes!:

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verdeacqua
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Messaggio da verdeacqua »

concordo con Tallmaris, l'ho letto il mese scorso, aspettandomi un libro, se non fondamentale, quantomeno gravido di significati e spunti di riflessione... insomma, un libro che può anche non piacere ma che ti fa pensare. e invece :no!: il libro scorre, non c'è dubbio, ma la storia in realtà è abbastanza insulsa, personaggi insignificanti, sei nella perenne attesa che accada un evento memorabile, ma il libro finisce. giudizio conclusivo: BAH! :eh?:
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tostoini
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Messaggio da tostoini »

A me é piaciuto molto invece..come dice vesna c'é qualcosa di molto romantico in Gatsby..un uomo che organizza enormi feste soltanto nella speranza che prima o poi venga anche la donna che vive dall'altra parte della baia, la baia in cui si é stabilito solo per guardare un puntino luminoso dall'altra parte..qualcosa di molto tragico in quest'uomo di cui tutti sono amici nella buona fortuna, e che tutti abbandonano, che muore solo.
Mi piace molto anche lo stile di Fitzgerald, così elegante, raffinato e pulito.
E poi mi piace perché mi ricordano i personaggi di Boris Vian (sempre lui?si sempre lui!e allora?mi piace, si sono monomaniaca!), o meglio, vedo dei personaggi che poi a suo tempo ispireranno Vian, e mi piace seguire questi fili rossi tra uno scrittore e l'altro.
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Iorek Byrnison
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Messaggio da Iorek Byrnison »

Io impiccherei Fitzgerald, nei fili rossi... :x
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tostoini
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Messaggio da tostoini »

iorek ha scritto:Io impiccherei Fitzgerald, nei fili rossi..
Comunista! :lol:
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Iorek Byrnison
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Messaggio da Iorek Byrnison »

Io quoto totalmente Carmilla. Sarò limitato, ma il Grande G mi ha un po' innervosito...
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stormingjo
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Messaggio da stormingjo »

...uhm quante piccole critiche per un libro così grande. Grande perchè? Intanto per il linguaggio, voi ragazzi del 2000 non lo notate, ma è un libro degli anni '20 con una scrittura fresca e moderna come sfornata ieri, anche se nella traduzione si perde molto (pavese, che qualcosa ne capiva - avendo fra l'altro tradotto Moby Dick- si rifiutò di tradurre il Grande Gatsby adducendo l'impossibilità di trasporre in italiano un linguaggio così pieno di neologismi, parole "gergali" - non letterarie come si usava prima -, che infatti si sono perse nelle traduzioni che ho letto). E poi come sarebbe a dire che non c'è niente? C'è un'intera generazione intenta a divertirsi sull'orlo del baratro (il crollo economico del 29, che certo Fitzgerald non poteva prevedere, ma che aleggia quale nemesi inevitabile come le disgrazie che attendono i protagonisti), c'è un personaggio titanico che incarna il sogno di ricchezza americano (il self made man) ma che ha davanti il nulla (la ricchezza non gli dà certo felicità) e dietro segreti inconfessabili (grandi ricchezze nascondono grandi crimini, tal Karl Marx mi pare), c'è un grande amore e la meschinità dell'amore (cosa c'è di davvero puro in un amore che è smania di possesso annichilente e ossessione patologica). Insomma Fitzgerald ripropone molti stereotipi della letteratura classica (grandi amori, grandi ricchezze) e li distrugge: un libro fondamentale nella letteratura mondiale. Dai vostri commenti mi sembrate tutti piuttosto giovani (non che io sia vecchio, 38 anni non sono età pensionabile): rileggetelo fra qualche anno.
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Carmilla
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Messaggio da Carmilla »

Caro Stormingjo, non volevo dire che nel Grande Gatsby non ci sia nulla. Notavo che, avendolo letto circa 10 anni fa (e, temo, in una pessima traduzione) non c'è nella mia memoria la minima traccia della storia, a differenza di diversi altri libri letti altrettanto tempo fa o addirittura prima.
Questo mi faceva supporre che il libro non mi avesse lasciato granché. Forse perché l'ho letto quando ero davvero troppo govane, forse un giorno lo riprenderò in mano.

Però se uno, in generale, mi dice che un libro è "volutamente vuoto" a me passa immediatamente la voglia di leggerlo.

La tua recensione così appassionata invece è molto stimolante. E non credo sia una questione di età :wink:
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Tyrone Slothrop
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Messaggio da Tyrone Slothrop »

Ho letto questo libro una decina di anni fa quindi parlo per quelli che sono i miei ricordi sbiaditi di allora.

A me Il grande Gatsby è piaciuto moltissimo, per cui concordo con Vesna, Testuggine e Storminjo(grazie per avermi invogliato a leggerlo in originale); dovendo trovare qualcosa che mi abbia dato lo stesso pathos mi vengono in mente pochi altri romanzi, forse le tragedie moderne di Faulkner anche se in modo diverso.

Gatsby è uno che è nato poveraccio ma che pur di conquistare la donna della quale è innamorato (anche se diventerà ricco in modo fortunoso e poco trasparente) riesce con tenacia ad introdursi nel mondo dell'aristocrazia fatua delle feste e degli sfarzi a cui lei appartiene, ma lui non è fatto della stessa pasta; lui si è fatto da solo, studiando ed applicandosi quotidianamente pur di migliorare la propria istruzione e ad arrivare nelle sfere dell'alta boghesia che gli sembrano tanto desiderabili, ma forse è questo il peccato che segna il suo destino e che alla fine pagherà amaramente, la sua ambizione, il voler entrare a tutti i costi in un mondo che non gli appartiene e che in fondo non lo merita.

Tutti i soldi e le ostentazioni non serviranno a nulla quando l'uomo si troverà solo ed abbandonato da tutti i compagni di bagordi, compagnie e frequentazioni fatue e senza veri legami di amicizia, compresa la stessa donna che lui ha amato follemente e che, viene da pensare, non meritava tanta fatica e tanta considerazione per come si rivela alla fine della storia.


Il personaggio ad emergere in tanta mediocrità, direi memorabile tra tutti quelli che mi è capitato di conoscere sui libri, è Gatsby, sognatore e folle, ma volitivo e generoso, a confronto degli altri personaggi un vero uomo.

Grande romanzo, dopo di questo ho letto praticamente tutto di Fitzgerald, ma l'unico che mi è piaciuto in maniera simile credo sia stato Tenera è la notte, anche questo tragicamente intenso.

stormingjo, visto che mi sembri piuttosto preparato, l'East Egg e quelle isolette lì esistono veramente che tu sappia? ho questa curiosità inappagata da allora.
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vanya
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Messaggio da vanya »

anch'io l'ho letto in tenere età e mi piacque molto. al di là della storia, che anche nei miei ricordi è abbastanza vaga, rammento benissimo le atmosfere e le sensazioni molto vivide che riuscì a trasmettermi ( che poi è questo secondo me deve fare un buon romanzo). questa America che, lo capisci, di lì a poco non ci sarà più. la stristezza, lo stordimento, la bellezza e l'inarrestabilità delle cose, il senso di perdita, la rabbia passiva e male espressa ( non dallo scrittore ma dai suoi personaggi). e anche il vuoto naturalmente. bello.
Cosa leggerai?
Con che libro affascini il tuo cuore?
E se ti perderai nel labirinto di un amaro autore?
P.C.

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ciucchino
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Re: F.S. Fitzgerald - Il grande Gatsby

Messaggio da ciucchino »

E' inutile: io e Fitzgerald non siamo compatibili. Avevo provato a leggere "Tenera è la notte" ed è stato uno dei pochi libri che non ho finito di leggere. Ci ho riprovato, ma la prima parte mi ha annoiato come pochi libri nella mia vita e nella seconda mi sono stancamente trascinata verso la fine.
"I libri li rubavo. I libri non dovrebbero costare nulla, pensavo allora e penso ancora oggi".
(Pascal Mercier, "Treno di notte per Lisbona)

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tilly77
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Re: F.S. Fitzgerald - Il grande Gatsby

Messaggio da tilly77 »

Credevo di essere l'unica ad odiare questo libro, considerato IL romanzo americano, vedo che sono in ottima compagnia invece...
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lizzyblack
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Re: F.S. Fitzgerald - Il grande Gatsby

Messaggio da lizzyblack »

Mi sa che questo è proprio il tipico libro che ti piace o ti innervosisce :P
A me è sinceramente piaciuto (OK, non da adorarlo, ma ha creato in me curiosità), anche se inizialmente non riuscivo a capire granchè di quello che doveva/poteva succedere. Di sicuro non immaginavo che fosse principalmente basato su una storia d'amore (anche se chiamarla così non è forse corretto...).
Forse mi ha colpito molto il fatto che Gatsby, che dovrebbe essere l'uomo vuoto e superficiale che dà fastose feste a cui chiunque può partecipare, è invece il più "profondo" dei personaggi, soprattutto se comparato alla freddezza dei vuotissimi coniugi Buchanan. Il finale è in linea con la storia, tragico ma non poteva essere diversamente. Per certi versi ha ricreato in me gli stessi sentimenti provati in Wuthering Heigts: i personaggi sanno che stanno sbagliando, ma non cambiano atteggiamento.
E' anche scritto molto bene, e concordo che rende benissimo l'estate calda ed afosa.
Liz

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Falbalà
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Re: F.S. Fitzgerald - Il grande Gatsby

Messaggio da Falbalà »

Mi è piaciuto molto il modo elegante in cui è scritto, la scelta delle parole, le metafore.... ma la storia lascia proprio a desiderare. Anche per me è decisamente sopravvalutato, un successo che non comprendo.
"un gatto non offre servigi, un gatto offre solo se stesso" Burroughs William
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